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25 Aprile

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(25 Aprile 2010) Enzo Apicella

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(Ora e sempre Resistenza)

Sulla manifestazione del 25 aprile a Milano

(28 Aprile 2006)

Il Coordinamento di lotta per la Palestina di Milano esprime la sua piena soddisfazione per la riuscita della partecipazione alla manifestazione del 25 aprile.

Siamo scesi in piazza per tenere legato il filo storico che unisce la Resistenza antifascista di ieri con le Resistenze attuali dei popoli oppressi, come in Iraq, Palestina, America Latina, Nepal, e per affermare l'attualita' dell'antifascismo vero, quello sceso in piazza l'11 marzo a Milano, quello per cui ancora 25 nostri compagni sono detenuti dallo Stato e per i quali continueremo la mobilitazione fino alla loro liberazione.

Una partecipazione costruita avendo come obiettivo la mobilitazione di un settore del proletariato della metropoli che nei propri paesi di origine ha vissuto e vive tuttora la guerra, l'occupazione coloniale, il razzismo, e che nel nostro paese lavora ed è sfruttato dai padroni italiani per pochi soldi.

Poche settimane fa, uno di questi immigrati era stato ucciso da un vigilantes assoldato dai rapinatori in doppiopetto delle immobiliari, che fanno profitti da capogiro imponendo affitti stellari ai proletari immigrati ma anche italiani.

Un episodio che per noi rappresenta bene la guerra quotidiana che il Capitale impone agli sfruttati, con tanto di 'contractor' privati utilizzati in Italia come in Iraq per il 'lavoro sporco'. A questo ragazzo assassinato, gli immigrati del quartiere hanno voluto simbolicamente dedicare un funerale all'interno della manifestazione, per esprimere la rabbia e il dolore di vedersi usati come forza lavoro da spremere, come affittuari da salassare, e poi liquidare con un'espulsione o peggio con l'assassinio.

Il corteo, con una partecipazione di circa 300 persone, si è immediatamente colorato dei vessilli della resistenza araba, cui faceva da contraltare la bandiera dello stato razzista e di Apartheid di Israele, trascinata e calpestata per tutto il corteo. Questo gesto, assolutamente legittimo e doveroso nei confronti di uno stato che sta praticando da decenni un genocidio nei confronti del popolo palestinese e arabo tutto, ha causato la solita levata di scudi da parte della stampa, che ha iniziato la solita campagna terroristica e di diffamazione; in particolare nello stesso giorno in cui elicotteri israeliani, per l'ennesima volta, lanciano missili contro auto palestinesi a Gaza, uccidendo 4 persone, l'ambasciatore israeliano in Italia e la cricca sionista gridano allo scandalo per le 'offese alla bandiera', nascondendosi furbescamente dietro la partecipazione della 'Brigata ebraica' alla manifestazione del 25 aprile. Una partecipazione che guarda caso è iniziata dopo lo scoppio dell'Intifada nel 2000 ed è stata sempre utilizzata dai sionisti in chiave propagandistica, cosa che non onora né i partigiani ebrei che hanno combattuto il nazifascismo (a loro tempo criticati proprio dai circoli sionisti!), né le vittime dell'Olocausto nazista. Di nuovo si sono levate le accuse di antisemitismo e tutta la classica operazione di confusione utile ai sionisti per mettere lo stato di Israele al riparo da ogni critica, accuse che non ci toccano minimamente.

Anche i futuri sinistri governanti si sono sbracciati a fare professione di fede sionista, cosa che ha fatto oggettivamente il paio con il tentativo di tenerci distanti dal corteo 'ufficiale' e comunque separati da esso prima dai cordoni della polizia, poi da quelli del PRC.

Un trattamento, quest'ultimo, che denota tra le altre cose anche un certo razzismo nei confronti delle decine e decine di immigrati arabi, forse per qualcuno troppo scomodi in questi 'tempi di guerra' in cui è bene marcare le distanze con i 'nemici', interni ed esterni.

Dopo l'arrivo in San Babila, abbiamo raggiunto il carcere di San Vittore per unirci al presidio in solidarietà dei compagni arrestati, animandolo con la presenza di molti immigrati che hanno voluto così esprimere un legame riconosciuto con chi ha lottato contro quei fascisti che li accoltellano, li picchiano, li vorrebbero deportare.

Riteniamo sia stata corretta la scelta di scendere in piazza e di sfilare in corteo, senza fare sconti nei contenuti e senza accontentarci di recitarli al di fuori di quella piazza che è e sarà sempre la piazza degli antifascisti, di chi lotta contro la guerra imperialista, di chi è al fianco dei resistenti.

Facciamo appello a tutti i compagni e le realtà affinché non si facciano intimidire dalla repressione o dalle campagne stampa e impediscano l'obettivo di criminalizzare, per tentare di isolarle, esperienze di aggregazione e di lotta coerentemete antimperialiste e di classe. Al tempo stesso invitiamo alla vigilanza contro le possibili ritorsioni ai danni in particolare degli immigrati che hanno coraggiosamente sfidato gli sgherri in divisa e partecipato al corteo, nonostante i tentativi di intimidirli operati durante tutta la sfilata.

Rilanciamo la solidarietà con i 25 compagni arrestati l'11marzo!
A fianco dei popoli in lotta e della Resistenza araba!
Morte al fascismo e all'imperialismo!
Ora e sempre Resistenza!

Coordinamento di lotta per la Palestina - Milano
coordpalestina@yahoo.it

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