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Pro mutuo mori

Pro mutuo mori

(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

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    (Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...)

    Via le truppe italiane dall'Iraq subito

    (28 Aprile 2006)

    Il Collettivo Comunista "B. Brecht" del Veneto Orientale apprende con dolore della morte di alcuni militari del contingente italiano in Iraq ed esprime il proprio sentito cordoglio ai parenti delle vittime.

    Questo ulteriore fatto di sangue dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la guerra in Iraq non è mai finita e che, come qualsiasi guerra, miete vite umane e distrugge risorse senza risolvere alcun problema.

    Il nostro governo, i politicanti in genere e la stampa tutta pensavano che bastasse girare la testa da un'altra parte per poter affermare ipocritamente e altrettanto ipocritamente far credere alle persone che nessun conflitto esistesse in Medio Oriente. In realtà la guerra in Iraq, che si cerca di spacciare come un conflitto interno tra sciiti e sunniti, è condotta da una resistenza diffusa che colpisce quotidianamente le forze militari d'occupazione, in particolare statunitensi, che contano vittime ogni giorno. Questa stessa guerra è alimentata proprio dalle truppe di occupazione occidentali che, ben lontane dall'aver reso sicuro il paese dopo l'invasione di tre anni fa, attaccano su tutto il territorio irakeno qualsiasi luogo ritengano possa essere utilizzato dalla resistenza, colpendo così sempre anche la popolazione civile senza distinzione di genere, età e religione, com'è accaduto in modo eclatante recentemente a Samarra. Infine, questa ignobile guerra, voluta dagli Stati Uniti e sostenuta dal governo italiano, ha favorito la crescita in quel paese di ampie aree politico-religiose fondamentaliste che ostacolano oggettivamente lo sviluppo di un confronto sociale tra i cittadini irakeni teso al progresso di relazioni civili condivise da tutta la popolazione.

    » assolutamente necessario che il nostro paese si liberi dall'assoggettamento politico e militare agli USA e che riaffermi il proprio principio costituzionale di ripudio della guerra. A sessantun anni dalla riconquista della nostra libertà dall'occupante nazista e dalla dittatura fascista, suggellata da una costituzione che del diritto alla pace ed al lavoro ha fatto principio fondamentale, il nostro Paese deve operare per liberare il popolo irakeno dall'occupazione degli USA e dei suoi alleati, quello italiano compreso.

    L'esecutivo che ci governa, perciò, deve immediatamente ritirare le nostre truppe dal territorio irakeno, perché partecipando a questo conflitto macchia tutti i cittadini italiani dell'indegno ruolo di oppressori e sottopone i nostri militari ai legittimi attacchi della resistenza irakena, come accade per tutte le truppe straniere in quella terra. Al governo, comunque, e a chiunque sostenga la permanenza delle truppe italiane in Iraq, addebitiamo la responsabilità di queste ultime vittime, che oggi ci colpiscono maggiormente perché nostre connazionali, ma anche le altre migliaia, generalmente irakene, che dall'inizio della guerra sono cadute in quel paese sfortunato che ha visto sostituito un regime autoritario e antidemocratico da uno fantoccio asservito ad un occupante aggressivo e distruttivo come pochi altri al mondo.

    Via l'Italia dall'Iraq
    Via tutte le truppe di occupazione dall'Iraq
    L'Iraq sia restituito agli irakeni

    Collettivo Comunista "B. Brecht" del Veneto Orientale

    Fonte

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