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(14 Maggio 2006)
Se ad Atesia gli scioperi sono ricominciati, ai call center della Telecom le acque non sono di certo calme: lo Snater (sindacato nazionale autonomo delle telecomunicazioni e radioelevisivi) ha proclamato infatti, a partire dal 15 maggio, una serie di scioperi nei call center 187, 119 e 191 del gruppo Telecom Italia dedicati ai servizi clienti. I motivi riportati nel comunicato stampa sono quelli ormai - purtroppo - ben noti quando si parla di call center: «I ritmi di lavoro sono inaccettabili e spesso non c’è nemmeno lo stacco di un secondo fra una chiamata e l’altra che gli operatori ricevono in cuffia. I controlli sono ormai un incubo e possono essere fatti anche sul singolo lavoratore.
I turni sono sempre più pesanti, gli obiettivi commerciali sono sempre più condizionanti, i casi di stress, ansia e depressione sono in crescita costante». Una situazione che riguarda lavoratori compresi in media fra i 35 e i 40 anni che ne hanno passate di tutte: dalle riqualificazioni alle ristrutturazioni alla precarietà diffusa grazie ai vari pacchetti Treu e legge 30. Senza considerare la qualità del tempo speso al lavoro: «l’operatore può abbandonare la propria postazione solo nelle pause di legge preassegnate - scrive ancora Snater - e seduto davanti al suo videoterminale con la cuffia in testa, riceve direttamente ed automaticamente, una dietro l’altra, le chiamate dei clienti, senza dare il suo consenso alla risposta.
E alcuni degli operatori dei call center sono precari “storici”, che vivono in questa situazione da quasi 10 anni. Da qua gli scioperi e il tentativo di rendere più «umano» questo lavoro che ormai interessa moltissimi giovani, quasi tutti precari
Liberazione 13 Maggio 2006
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