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La fatalità dominante

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    (Di lavoro si muore)

    Macchinista morto, è bufera sugli appalti

    Sconcerto in Valle di Susa dopo il disastro sulla Torino- Modane. «Le ditte private che lavorano per conto delle Fs non rispettano i parametri di sicurezza», dice la comunità

    (14 Maggio 2006)

    «Le ditte private che lavorano per conto delle Ferrovie dello Stato non rispettano i parametri di sicurezza, lavorando con locomotori e mezzi obsoleti, con turni non conformi alle norme e mettendo a repentaglio la vita dei lavoratori, nonché dei pendolari e degli abitanti della Valle». E’ un duro atto di accusa quello che giunge dal presidente della Comunità Montana Alta Valle di Susa, Mauro Carena, e dall’assessore ai Trasporti, Giorgio Bortoluzzi, dopo il tragico deragliamento, avvenuto giovedì sera, di un convoglio adibito alla manutenzione sulla linea Torino-Modane.

    Ieri il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha inviato un messaggio di cordoglio alla famiglia di Luca Milinkovic, il macchinista deceduto per aver sbattuto la testa contro la massicciata dopo essere saltato dal treno lanciato a folle corsa giù per la ferrovia del Frejus, tra Oulx e Chiomonte. Il convoglio, di proprietà di una ditta privata che stava eseguendo lavori per conto della società Italferr, aveva i freni guasti: chi avrebbe dovuto controllare? E’ una delle domande a cui la magistratura cercherà di trovare una risposta.

    Resta più che mai di attualità la vertenza per la sicurezza del trasporto ferroviario avviata un anno e mezzo fa dai sindacati di base e dal Coordinamento 12 gennaio, all’indomani del disastro di Bolognina di Crevalcore. «Abbiamo più volte denunciato - ricorda Savio Galvani - i pericoli connessi ai processi di esternalizzazione. Con lo scopo di risparmiare sui costi della manutenzione, si affidano appalti a ditte sulla base del criterio del massimo ribasso. Questo - spiega Galvani - produce fretta nell’esecuzione dei lavori, sfruttamento della manodopera impiegata e riduzione dei margini di sicurezza. I controlli che dovrebbero essere fatti non vengono fatti e questi sono i risultati». Nelle riunioni in programma la prossima settimana, i ferrovieri “autoconvocati” decideranno «la data di un nuovo sciopero e le modalità di un presidio continuativo sotto la sede delle Fs e del ministero dei Trasporti».

    La situazione di sfascio in cui versano le ferrovie italiane preoccupa non solo i lavoratori ma anche, ovviamente, chi il treno lo usa per viaggiare. Ieri il Codacons ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma in merito all’incidente avvenuto il 6 maggio scorso sul treno interregionale Roma-Frascati delle ore 20.52, invitando i passeggeri coinvolti a chiedere i danni. Dopo pochi minuti di viaggio il convoglio, denominato “Minuetto”, nuovo e tecnologicamente all’avanguardia, si arresta in piena campagna, all’altezza del Parco degli Acquedotti Antichi. Sul treno va via la luce e il capo treno e i due macchinisti non sono più in grado di farlo ripartire.

    Per più di mezz’ora i passeggeri rimangono al buio e senza l’aria all’interno del treno, che era stata spenta dal macchinista per non far scaricare le batterie della vettura. Alle 22 i viaggiatori sono ancora al buio, senza alcuna informazione sul guasto e sulla possibilità di un mezzo di trasporto sostitutivo a quello danneggiato. Il treno è poi ripartito intorno alle ore 23.25, proseguendo molto lentamente, ed è arrivato a Frascati alle ore 23.45.

    Roberto Farneti(Liberazione 13 Maggio 2006)

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