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Primarie di guerra

(19 Maggio 2006)

Sul manifesto del 10 maggio 2006 è possibile leggere che si potrebbero fare le primarie per decidere se mantenere le truppe in Iraq e Afghanistan, oppure ritirarle. La proposta è di un parlamentare del PRC, Malabarba, leader di una delle cosiddette aree critiche del partito, più precisamente quella che si definisce "Sinistra critica".

L'idea non è malvagia, soprattutto dopo aver bocciato la proposta di Ferrando di impegnare i parlamentari del PRC a non votare il nuovo finanziamento delle missioni di guerra: in questo modo, il buon Malabarba scarica la responsabilità di decidere e si rimette alla "volontà popolare", che si esprimerà in un'apposita consultazione.

Ma perchè limitare l'uso delle primarie alla guerra e all'indicazione dei candidati? Visto che sembra siano diventate la soluzione per tutti i problemi dell'Unione, perchè non estendere la consultazione agli altri grandi temi che, di volta in volta, agitano la pubblica opinione e richiedono scelte di cui nessuno vuole assumersi la responsabilità?

Prendiamo la questione della pena di morte: ogni qual volta si verifica un delitto particolarmente efferato, come nel recente caso del piccolo Tommaso, sono in molti a reclamare a gran voce il ripristino della pena capitale. Allora, perchè non sottoporre il quesito alla volontà popolare e, in caso affermativo, approvare un'apposita legge bipartisan? Per essere democratici fino in fondo, bisognerebbe anche consentire al popolo delle primarie di esprimersi anche sulla modalità di erogazione della pena capitale, perchè non è mica detto che tutti siano d'accordo sul puro e semplice ripristino della fucilazione una volta in gore nel nostro Paese; non si può mica essere pregiudizialmente antiamericani e non prendere in considerazione le indicazioni che ci vengono da quel faro di civiltà che sono gli Stati Uniti d'America.

Si potrebbe suddividere la scheda in due sezioni: nella prima, il cittadino è chiamato a dire se è favorevole o meno al ripristino della pena di morte. Solo in caso di risposta affermativa, il medesimo cittadino potrà barrare, nella seconda sezione della scheda, il tipo di esecuzione che ritiene più adeguato fra la fucilazione, l'impiccagione, la sedia elettrica, l'iniezione di veleno. In omaggio alla tradizione europea, non vanno escluse dal quesito la garrota e la ghigliottina, mentre - in considerazione dell'eventualità di condannati immigrati - si potrebbe prevedere per questi ultimi il ricorso alla scimitarra.

Una volta che il popolo avrà espresso la sua volontà, ai parlamentari come Malabarba non resterà altro da fare che ratificarla con un provvedimento legislativo ad hoc.

Una volta acquisita definitivamente la metodologia delle primarie, Malabarba potrebbe proporle per altre questioni su cui l'Unione non sia in grado di trovare risposte soddisfacenti per tutti: avremo allora le primarie sulla riduzione delle imposte, quelle sulla flessibilità del lavoro, quelle sul finanziamento alle scuole private, senza dimenticare quelle sui PACS e sulla questione della TAV. In questo modo, Malabarba e tutti quelli che hanno fatto credere a noi elettori di essere di sinistra saranno liberati dall'incombenza di dover fare qualcosa di sinistra, tipo - appunto - dire chiaro e tondo che non voteranno il finanziamento delle missioni di guerra. Sarà il popolo sovrano a decidere, e pazienza se deciderà sotto l'influenza di martellanti campagne patriottarde e strappalacrime, dove i morti italiani hanno tutti famiglia e vengono assassinati da barbari terroristi crudeli e tagliatori di teste, mentre i morti iracheni e afghani sono assolutamente anonimi, non hanno storia, e comunque sono il necessario prezzo da pagare per difendere e diffondere la democrazia.

15-05-2006

Arcipelago

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