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(17 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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Ferrando rompe con Rifondazione: suggerisco a me stesso un metodo di lavoro nuovo

L'esigenza di un parito rivoluzionario in questo paese è legata alle sorti del centralismo democratico. Alcuni spunti

(20 Maggio 2006)

Marco Ferrando esce da Rifondazione Comunista.
Finalmente, verrebbe da dire.
Sebbene qualche compagno, anche motivatamente, avanzi riserve sull’adozione dei tempi lunghissimi per arrivare a questa conclusione, non possiamo che salutare positivamente questo atto di rottura.

Riteniamo che sia opportuno non soltanto elaborare un nuovo progetto di partito, il partito comunista dei lavoratori è un’ipotesi di nome e di fatto su cui occorre confrontarsi in maniera costruttiva sulla base delle molteplici ragioni che ci dovrebbero unire, ma saldarlo ad una vera analisi degli errori compiuti in passato e che ci hanno prima divisi e poi persi.

A costo di essere ripetitivi ribadiamo il concetto: la leggerezza di identificare le altre anime minoritarie al rimorchio del Bertinottismo con l’opportunismo burocratico dei suoi leader, spiega solo in parte le ragioni di una deriva.

Rivendichiamo ancora una volta l’esigenza non più rinviabile di un momento di elaborazione critica dei passaggi che non hanno convinto una parte della base a favorire la bontà delle ragioni di un’opposizione di classe e che hanno sortito il loro esatto contrario: in questo senso il discorso dovrebbe interessare anche tutte le altre correnti scissioniste, o fatte scindere ( a seconda delle campane a morto che si sentono suonare).
Proprio in questo spirito deve essere valutata la proposta: “la costruzione di un Partito Comunista dei lavoratori non può essere frutto di una autoproclamazione, di un’improvvisazione settaria. Né può ridursi alla fuoriuscita dal PRC. Richiede invece un processo aperto di raggruppamento rivolto a tutti/e i/le compagni/e disponibili oggi presenti alla base del PRC, al di là di ogni vecchio steccato di componente e di mozione”.
L’espressione “improvvisazione settaria” deve essere rivolta, come pensiamo che sia, a tutti noi, Ferrando compreso!!!

Qui bisogna essere chiari, a costo di apparire pedanti: il senso era latissimo ovvero ristretto, come può essere strumentalmente inteso, soltanto nella direzione che da Progetto Comunista-AMR va verso ROL e derivati (i cui comunicati speculari non rendono giustizia dell’opportunità di una ulteriore scissione) ?

L’ “improvvisazione settaria” in questi anni è diventato un metodo di lavoro, un tarlo su cui costruire scranni di polvere, un approdo obbligato (per chi andava e per chi rimaneva, ribadiamolo ancora) per i visionari della trave e non della pagliuzza: se non si supera questa tendenza è meglio rinunciare subito.

“Non può essere frutto di autoproclamazione” dunque innanzitutto da riferire, come pensiamo che sia stato riferito tra le righe, a se stessi e, solo in un secondo tempo, a chi fugge con il sacchetto dei soldi dopo essere stato fino a ieri alter ego del portavoce di Progetto Comunista-AMR ( portavoce che crediamo poteva intromettersi già in sede precongressuale per richiamare all’ordine i militanti da esperimenti extraregolamentari piuttosto che preferire l’abbozzo).

La patente di centralismo democratico non crediamo possa essere conferita a nessuno: è su questa base che bisogna cercare il confronto all’interno delle frazioni in rotta, piuttosto che insistere soltanto sul piano di una evidente, necessaria, mai rimandabile, opposizione di classe in questo paese.

www.mercantedivenezia.org

francesco fumarola

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