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    (Chi non occupa preoccupa)

    Le idee, i desideri, le lotte non si sgomberano

    Appello contro lo sgombero del Centro Sociale La Chimica di Verona

    (23 Maggio 2006)

    Il Centro Sociale La Chimica esiste perché nasce da necessità politiche, culturali, esistenziali.
    Esiste perché lo dimostra una storia lunga ormai dieci anni, una storia fatta di lotte e occupazioni: il forte di Santa Lucia, la vecchia pensilina degli autobus di piazza Isolo, l’area industriale dell’ex-Quaker Chemical, le scuole Manzoni di via del Capitel. Luoghi abbandonati e dimenticati che abbiamo pulito, sistemato, trasformato in spazi di socializzazione, aggregazione, cultura.
    Spazi aperti, riconsegnati alla cittadinanza.
    Luoghi che riprendono vita, che escono dall’invisibilità e dai quali echeggiano voci e suoni che riescono finalmente a farsi ascoltare, rompono il silenzio e danno la possibilità di parola a chi non l’aveva.
    Esistiamo.
    Lo diciamo con forza in questa lettera aperta, lo urliamo alla società civile in queste righe silenziose perché non abbiamo mai rubato spazi alla cittadinanza, non siamo mai stati competitivi con le esigenze del territorio, come alcuni vogliono far credere, perché abbiamo sempre combattuto i vuoti della città, che fatica nel dare risposte reali alle richieste di partecipazione e di abitabilità.
    Lo diciamo con forza perché in questi anni abbiamo realizzato dei sogni, abbiamo dato risposte concrete alla necessità di spazi sociali e aggregativi, di spazi politici e culturali, aperti alla cittadinanza, al quartiere, vissuti dalle migliaia di persone che li hanno ricostruiti, camminati, ridipinti e rimessi a nuovo, riempiendoli di musica, disegni, giochi, parole, sapori e saperi e azioni creative, favorendo comunicazione e relazione.
    Lo diciamo con forza e responsabilità perché l’ex asilo di via Perini, l’abbiamo occupato dichiarandone apertamente le ragioni: l’occupazione è uno strumento prezioso nella storia e nell’attualità delle lotte sociali. Una modalità che può essere superata se sussiste la volontà da parte dell’amministrazione comunale, di riconoscere l’esistenza di un soggetto politico e sociale.
    Abbiamo scelto l'autorganizzazione: non abbiamo bisogno di finanziamenti perché autoproduciamo (con fatica) i mezzi con cui sostenere i progetti. Abbiamo scelto l'autogestione che non tollera la distinzione tra gestione e utenza, coinvolge e responsabilizza, investe sul protagonismo attivo delle persone che esprimono, con la loro presenza, desideri ed esigenze.
    Investiamo sulla partecipazione dal basso, non riproduce gerarchie o strutture burocratiche di associazione, si esprime e condivide le scelte comuni attraverso le assemblee di gestione.
    In questi anni ha preso vita un contesto nato dalla comunanza di centinaia di persone che lo frequentano attraversando le tante iniziative che La Chimica propone: mercato autogestito (ogni prima domenica del mese), concerti, rassegne cinematografiche, presentazioni di libri, eventi come Terre Ribelli/Critical wine e Brutti Caratteri; la trattoria popolare Fornelli ribelli, corsi di inglese, di ginnastica, la libreria Ubik books...Siamo una realtà attiva nelle lotte per la giustizia sociale, contro la condizione precaria del lavoro e per i diritti dei lavoratori, contro il sessismo, il razzismo, le guerre, per una ecologia sociale e ambientale. Un centro di relazione sociale che attiva collaborazioni con molte realtà cittadine. Un'esperienza che ha un rapporto di fiducia e collaborazione con il quartiere.
    A testimoniarlo ci sono le quasi 2000 firme contro lo sgombero raccolte in pochi mesi.
    Esistiamo.
    Lo diciamo con forza perché in questi anni siamo stati chiari con l’amministrazione di centro sinistra. Abbiamo ribadito la volontà di costruire una seria trattativa.
    Abbiamo presentato un progetto delle attività del Centro Sociale, abbiamo proposto l’associazione di garanti (docenti universitari, partigiani, editori), abbiamo cercato il dialogo in una decina di incontri con assessori, consiglieri comunali e di circoscrizione per trovare una risposta alle nostre proposte.
    Abbiamo ribadito che siamo disponibili ad andarcene dall’ex asilo (con enorme dispiacere, se avverrà) solo a patto di poter utilizzare uno spazio in Borgo Venezia o nei quartieri limitrofi che ci dia la possibilità di proseguire nel progetto, di riproporre le attività già avviate. Questo può concretizzarsi solo se si apre una seria vertenza volta a superare lo stato di irregolarità e precarietà che noi subiamo per primi nella gestione dello spazio. Non ci bastano le pacche sulle spalle e i complimenti, ci servono risposte chiare e concrete.
    Lo diciamo con forza perché sappiamo di non essere soli! Sappiamo di poter contare sull’affetto e sull’appoggio delle realtà che hanno coabitato la Chimica e delle tantissime persone che la vivono e l’hanno vissuta.
    Abbiamo scritto questa lettera aperta perché pensiamo sia ancora possibile una soluzione, perché la ragione e il buon senso possono ancora prevalere sugli interessi e sulla non-politica della repressione, perché i valori di libertà e democrazia vengano riconosciuti e rispettati senza falsa retorica.
    Altrimenti resisteremo con i nostri corpi, con la forza della nostra determinazione e della nostra creatività.
    È pericoloso aver ragione dove le autorità costituite hanno torto (Voltaire)

    Per sottoscrivere l'appello scrivere a lachimica@autistici.org

    csoa la chimica, verona, piazza zagata

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