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Eric Hobsbawm

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(2 Ottobre 2012) Enzo Apicella
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Appello per la terza conferenza nazionale dei Giovani Comunisti

Fermiamo la deriva governista

(23 Maggio 2006)

Con questo appello intendiamo chiamare a raccolta tutti quei giovani compagni che esprimono un dissenso radicale rispetto al nuovo corso governista e riformista del Prc, al fine di costruire insieme, senza ambiguità e trasformismi di comodo, un documento per la prossima Conferenza Nazionale GC che sia coerentemente alternativo, nei contenuti e nella proposta politica, a quello dell’Esecutivo Nazionale.

La terza Conferenza Nazionale dei Giovani Comunisti è oramai alle porte. Nel corso dei quattro anni che ci separano dalla precedente Conferenza abbiamo assistito ad una profonda e progressiva trasformazione del Prc: il gruppo dirigente ha impresso al partito tutto una vera e propria mutazione genetica, la quale ha investito, in una sorta di “effetto domino”, tutti, o quasi quei principi alla base dei quali, quindici anni fa, venne alla luce Rifondazione Comunista.
Il VI Congresso nazionale, svoltosi lo scorso anno, ha portato a compimento questo processo, dando vita ad un soggetto politico (la cosiddetta Sinistra Europea) che, pur mantenendo formalmente le effigie del comunismo, rompe ogni legame con la storia e i valori del movimento operaio e della sinistra di classe.
La serie impressionante di pubbliche “abiure” condotte dal segretario in questi mesi all’insaputa del corpo largo del partito rappresentano a nostro avviso una clamorosa capitolazione alle idee della classe dominante. Il pacifismo e la non-violenza gandhiana assunte come valore assoluto, il rifiuto della categoria di “imperialismo”, l’adeguamento alle teorie revisioniste sulla vicenda delle foibe, la presa di distanza dai movimenti di resistenza e di liberazione nazionale in Iraq e in Palestina, la riabilitazione della religione e del cattolicesimo, l’esaltazione della farsa delle primarie, la messa in discussione della natura di classe del partito, il ripudio del leninismo e quindi del marxismo: tutto ciò testimonia in maniera palese come l’identità comunista del partito sia stata minata alle radici. La realtà odierna di Rifondazione ci parla di un partito leggero e d’opinione, privo di radicamento sui territori, il più delle volte presente nelle lotte sociali solo grazie al merito e allo spirito di iniziativa di singoli compagni e sempre più in preda a forme di leaderismo esasperato.
Questi continui strappi, in realtà, costituiscono il bottino portato in dote ai signori del centrosinistra per accreditare il Prc come forza di governo obbediente e affidabile, e per conquistarsi la fiducia dei salotti buoni della politica borghese, dei grandi gruppi industriali, del capitale finanziario e bancario: in sintesi di coloro che svolgeranno il ruolo di burattinai in un probabile futuro governo di Centrosinistra.
L’accordo programmatico di governo stipulato con l’Unione di Prodi rappresenta l’approdo ultimo di questa lunga traversata, l’esito finale del processo di snaturamento della ragioni sociali del partito. Un processo in realtà condiviso anche da alcune sedicenti “minoranze interne”, le quali dissentono a parole, ma nei fatti si accodano supinamente alla maggioranza in cambio di qualche poltrona parlamentare.
Sono queste le ragioni che ci portano a denunciare, a distanza di 15 anni, il pericolo di una nuova, imminente Bolognina: la Bolognina di Rifondazione Comunista!
E’ per queste ragioni che tutti i Giovani Comunisti che hanno a cuore le sorti del partito, della sua identità di classe e della sua autonomia come forza di opposizione, devono unirsi nella prossima conferenza nazionale attorno a un documento politico che miri a riorientare a sinistra l’organizzazione giovanile e a lanciare un severo monito al partito tutto.

Riteniamo che la prossima Conferenza Nazionale dei GC non possa non occuparsi di questi temi, e questo per almeno due ragioni.
In primo luogo ci appare del tutto strumentale il tentativo dell’Esecutivo di scindere il dibattito dei GC da quello del partito: un tale approccio “separatista” nasconde la volontà di distogliere l’attenzione dei giovani compagni dai nodi veri del dibattito in corso, riguardante scelte politiche che incideranno sul futuro di milioni di giovani lavoratori, studenti, immigrati. In secondo luogo, la maggioranza del gruppo dirigente dei GC è stata in questi anni la più entusiasta interprete della linea governista portata avanti dal segretario, l’ha sostenuta in maniera del tutto acritica e ne ha riprodotto fedelmente ogni minimo dettame. Alla luce di ciò, è evidente che le critiche al gruppo dirigente del partito, mutatis mutandis, investono inevitabilmente lo stesso Esecutivo Nazionale GC.

D’altra parte, è sempre più evidente il fallimento dell’opzione risultata maggioritaria alla seconda conferenza nazionale, incentrata sulla scelta strategica della disobbedienza.
Di quell’esperienza sui nostri territori resta poco o nulla. I tanto decantati movimenti, nella cui ottica veniva giustificata la diluizione dei Gc nei “laboratori disobbedienti”, guardano oggi alla nostra organizzazione con sospetto, quando non con aperta ostilità: un’ostilità che il più delle volte è il frutto della nostra compiacenza nei confronti delle politiche antipopolari portate avanti dal centrosinistra, soprattutto ai livelli locali.
In realtà l’Esecutivo GC, dopo cinque anni di movimentismo “emozionale” e del tutto privo di prospettive, una volta attratto dalle sirene ministeriali ha dichiarato conclusa l’”ora di ricreazione”: la disobbedienza stessa viene messa in soffitta, mentre il fu “movimento dei movimenti” resta oramai soltanto un immaginario cui richiamarsi per strappare qualche candidatura in libera uscita dalla sinistra moderata.

Ciò è tanto più grave se si considera che gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un’onda lunga di mobilitazioni e di lotte sociali al governo delle destre, nate il più delle volte spontaneamente, fuori, e talvolta contro, i luoghi storici di direzione e di organizzazione delle lotte.
Il movimento studentesco contro la riforma Moratti, le mobilitazioni contro la TAV in Piemonte, quelle contro la privatizzazione dell’acqua, la miriade di lotte in difesa della salute e dell’ambiente (Scanzano e Acerra su tutti), ma soprattutto la ripresa del protagonismo e del conflitto sui luoghi di lavoro, inaugurata con le straordinarie lotte di Melfi, degli autoferrotranviari di Milano e dei dipendenti Alitalia e confermata con le recenti mobilitazioni operaie contro il contratto-bidone dei metalmeccanici: questi solo alcuni esempi di come in questi anni di berlusconismo la domanda di opposizione sia andata crescendo costantemente, soprattutto tra le giovani generazioni, e ciò malgrado la totale assenza di una sponda politica da parte dei partiti dell’Unione e delle centrali sindacali, Cgil e Fiom comprese, le quali sembrano interessate unicamente ad un ritorno alla concertazione, cioè alla ulteriore svendita dei diritti e delle conquiste del movimento operaio.
Una fase sociale di questo tipo avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità per la nostra organizzazione: tornare ad essere il “cuore dell’opposizione”. Viceversa, il gruppo dirigente del Prc e dei GC si è mosso nella direzione esattamente opposta, divenendo nel giro di pochi mesi non solo alleato, ma addirittura parte integrante di una coalizione formata da personaggi i cui valori e programmi sono da sempre stati agli antipodi dalle istanze poste in questi anni dai movimenti di opposizione sociale.

Riteniamo che a queste lotte non possa e non debba venire a mancare una sponda politica di opposizione, un punto di riferimento coerentemente anticapitalistico e di classe.
E’ con quest’obiettivo e con questo spirito che ci apprestiamo a svolgere la prossima Conferenza Nazionale, lavorando da subito per costruire una proposta politico-programmatica alternativa a quella dell’esecutivo nazionale uscente, per ostacolare la svolta governista del Prc e rilanciare la prospettiva di un’organizzazione giovanile di partito, di lotta e di opposizione a qualsiasi governo borghese. In una sola parola: rivoluzionaria!

Giuseppe D’Alesio (Coordinamento Nazionale GC)
Filippo Benedetti (Coordinamento Nazionale GC)

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