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(23 Febbraio 2006)
La nostra iniziativa tesa a proporre, per le prossime elezioni comunali di Savona, una diversa qualità di governo della Città deve essere misurata anche attraverso l'elaborazione di adeguati criteri metodologici, tali da tener conto sia delle profonde modificazioni intervenute nel tessuto sociale, sia delle trasformazioni verificatesi sul terreno istituzionale.
Non basta, quindi, reclamare maggior spazio per la partecipazione dei cittadini (come è giusto), oppure maggior peso per il Consiglio Comunale (come è indispensabile), ma occorre porsi in relazione con il tema della qualità di governo e della capacità di “produzione amministrativa” che tocca al Sindaco e alla Giunta.
Questo discorso deve essere riferito, inoltre, all'interno del nuovo quadro di relazioni interistituzionali dettato dalle riforme fin qui adottate (titolo V), da quelle prevedibili anche se giudicate negativamente e da sottoporre al giudizio degli elettori (Devolution) e dal potenziale di opportunità offerto dal riferimento europeo, come da quello regionale.
La vera novità che emerge dal nuovo contesto legislativo è rappresentata dal rapporto tra pubblico e privato, nell'ambito del concetto di sussidiarietà orizzontale.
Un punto davvero delicato, da non sottovalutare, cui rivolgere il massimo dell'attenzione nello sviluppo dell'analisi.
L'elemento di partenza per un discorso efficacemente rivolto nella direzione di una analisi corretta, è quello di non negare l'esigenza di espressione di una complessità nell'espletare il ruolo di governo dell'Ente locale.
Una complessità da esercitarsi proprio nella direzione di intrecciare i tre fattori cui si accennava all'inizio: la partecipazione popolare, la forza di rappresentatività dei consessi elettivi (consiglio comunale e consigli circoscrizionali), la qualità nella produzione amministrativa di governo della Città.
Questa esigenza di espressione di complessità è stata tradotta, un po' sbrigativamente, nel termine “governance”, inteso quale termine attraverso cui si definiscono le azioni di trasparenza, responsabilizzazione, leggibilità coerenza, efficacia, efficienza che dovrebbero caratterizzare l'iniziativa pubblica, nella ricerca di corresponsione ai bisogni di crescita e di socialità espressi dalla comunità locale, con il concorso dell'intervento pubblico e di quello privato.
I punti di forza che presenta una impostazione di questo tipo debbono essere, da parte nostra, attentamente valutati.
Le strutture devono adoperarsi attivamente per spiegare meglio cosa fa l'Ente e in che cosa consistono le decisioni che esso adotta; le politiche dell'Ente devono essere efficaci e tempestive, producendo i risultati richiesti in base ad obiettivi chiari e nella valutazione del loro impatto futuro; i ruoli all'interno dei poteri esecutivi e di quelli di indirizzo e di controllo vanno definiti con maggiore chiarezza; la qualità, la pertinenza e l'efficacia delle politiche dell'Ente dipendono dall'ampia partecipazione, che s saprà assicurare lungo tutto il loro percorso, dalla prima elaborazione all'esecuzione.
Per corrispondere appieno alle esigenze di collegare efficacemente gli elementi appena esposti, all'interno di un progetto politico destinato alla Città, debbono concorrere almeno tre livelli di governance: quella tecnocratica (il governo degli esperti), quella concertativa (il governo della rappresentanza sociali “forti”) quella comunicativa (il governo della comunicazione), quella deliberativa (il governo dell'ascolto, del confronto e del dialogo sociale esteso).
A questi sostanziali punti di forza si contrappongono però elementi di debolezza, tali da rendere tutto l'impianto della governance fondato sul rapporto tra pubblico e privato nell'ambito del concetto di sussidiarietà orizzontale addirittura pericoloso, per l'obiettivo di raggiungere una adeguata qualità nelle espressioni di governo locale rivolte a misurarsi concretamente con quella realtà di complessità sociale, cui si faceva cenno fin dall'inizio.
L'Ente locale racchiuso acriticamente dentro un rapporto tra pubblico e privato rischia di ridursi ad un ruolo meramente “regolatore”, nell'espressione della propria capacità di determinare le scelte e gli indirizza da assumere.
Un ruolo di pura “regolazione” che , alla fine, lascerebbe inalterata la gerarchia degli interessi, favorendo oggettivamente quelli più forti e rinunciando, in conseguenza, a far sì che l'Ente riesca ad afferrare proprio l'insieme di quelle stratificazioni della società, ai cui bisogni emergenti sarebbe chiamato a corrispondere.
Un Ente Locale meramente “regolatore” e/o “dispensatore di pari opportunità”, fondato sostanzialmente su di un concetto debole della “governance”, finirebbe con il lasciare aperti, espletando la propria azione di governo, almeno due varchi:
a) l'identificazione tra i settori più “forti” nell'espressione della gerarchia degli interessi presenti in Città con la stessa amministrazione. E' ciò che, in sostanza, è avvenuto a Savona nel corso delle ultime tornate amministrative, il cui risultato complessivo è quello di una Città fortemente “scucita” sul piano dell'utilizzo dell territorio, “sconnessa” socialmente ed in fortissimo ritardo culturale;
b) l'altrettanto oggettiva scansione di ruolo tra i diversi livelli di espressione politico -amministrativo dell'Ente. L'esecutivo, dominato dall'accentramento del potere nel ruolo monocratico, posto per l'appunto in un rapporto di identificazione con quei settori “forti” di cui si parlava, finisce con lo smarrire completamente il senso di relazione verso la rappresentanza elettiva, ridotta ad un ruolo di sostanziale “estraneità”, non svolgendo nemmeno una funzione di ratifica.
A nostro avviso, dunque, è necessario interpretare il ruolo di “governance” in una direzione ben diversa: quella del ritorno alla regia pubblica ed alla responsabilità pubblica.
“Regia pubblica” e “Responsabilità pubblica” rappresentano il forte tratto distintivo della nostra proposta politica, rivolta verso un “progetto di Città”, ben oltre la semplice nozione di programma, partendo – ad esempio – da una idea di urbanistica regolata da strumenti direzionali ed attuativi non “contrattati” con i privati, oppure dalla gestione pubblica della generalità dei servizi, collettivi e alla persona.
In questo contesto non rinunceremo a proporre e a praticare un diverso rapporto di “governance” da stabilire tra esecutivo e Consiglio, per realizzare davvero un moderno concetto di rappresentatività istituzionale, fornendo anche un riferimento politico alle molteplici insorgenze sociali presenti sul territorio.
Le insorgenze sociali presenti sul territorio, ed organizzate dai cittadini in varie forme di solidarietà, non possono essere semplicisticamente riassunte in un allargamento del concetto di partecipazione, che davvero non ci convince se ridotto a mero adempimento di funzioni preventivamente stabilite.
Sta proprio in questo punto la differenza tra la “governance” fondata su di una presunta parità tra “pubblico e privato”, ed una “governance” che pone il tema del primato della responsabilità pubblica.
Noi intendiamo, infatti, la funzione rappresentativa dei Consigli, Comunali e Circoscrizionali, come fatto “politico” e non come “consiglio d'amministrazione” di una ipotetica ed impossibile “azienda Città”.
Per questi motivi il Consiglio Comunale dovrà poter intervenire sul processo di programmazione e pianificazione territoriale e sociale, nei meccanismi di valutazione e di controllo esercitando appieno questo tipo di funzioni:
1) La verifica del grado di coerenza, interna ed esterna, delle strutture organizzative e dei meccanismi operativi, nonché l'individuazione degli aspetti da revisionare, affinché sia possibile una efficace implementazione delle strategie adottate;
2) la fissazione di obiettivi di gestione in linea con la strategia e la verifica del grado di raggiungimento degli obiettivi strategici;
3) Il controllo tra obiettivi e risultati conseguiti dai vari centri di responsabilità, l'individuazione e la segnalazione degli eventuali scostamenti, anche al fine di comprendere le cause che li hanno determinati;
4) La definizione delle azioni correttive da operare sugli obiettivi, sulle strategie e sulle modalità di attuazione delle medesime.
Ci muoveremo proprio in questa direzione per affermare una diversa qualità di governo dell'Ente Locale ed un rafforzamento nella sua capacità di rappresentatività politica, rispetto a quanto avvenuto in un passato che, proprio al riguardo della realtà di Savona, giudichiamo fortemente negativo proprio sotto questo aspetto.
Savona, li 23 Febbraio 2006
Franco Astengo - A sinistra per Savona
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