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Sul corridoio 5 la regione Friuli Venezia Giulia persevera

Anche nella bassa friulana la stessa farsa gia’ vista nell’isontino

(31 Maggio 2006)

Il 26 maggio il Presidente della Regione FVG Riccardo Illy ha proposto ai Sindaci dei Comuni della Bassa Friulana che saranno interessati dal devastante impatto della tratta Portogruaro-Ronchi del Corridoio 5 gli stessi metodi già applicati per la tratta Ronchi Sud-Trieste, cioè “una profonda interazione con le Amministrazioni comunali e le associazioni ambientaliste più collaborative” (non si capisce perché usi il plurale, se l’unica associazione “collaborante” era la Legambiente, del tutto isolata).

E bene ricordare come si svolse l’iter per la Ronchi Sud-Trieste. Rete Ferroviaria Italiana presentò alla Regione il progetto preliminare e lo studio d’impatto ambientale (in un’unica copia cartacea!) nel maggio 2003.

Il progetto in sé rasentava l’assurdo, con i suoi 28 Km di doppie (e in Carso addirittura triple) gallerie e 7,7 milioni di metri cubi roccia da scavare, tanto che la Commissione speciale di Valutazione d’Impatto Ambientale dirà che tale progetto “non fornisce garanzie, sia sulla fattibilità effettiva dell’operazione, sia sui rischi anche in fase d’esercizio, che sulla indeterminazione dell’onere economico che ne deriva”.

Lo Studio d’Impatto Ambientale non prevedeva le alternative e non conteneva l’analisi costi-benefici, requisiti richiesti espressamente dalla normativa.

Tutti i Consigli Comunali interessati esprimevano pareri fortemente negativi (tranne Trieste, Sgonico e Duino-Aurisina).

Il 5 dicembre 2003 la Giunta regionale – dopo aver elencato in premessa la sfilza dei pareri negativi dei nove Comuni isontini – esprimeva “parere complessivamente favorevole” sulla localizzazione del folle progetto. Oggi il Presidente Illy parla di “Profonda interazione con i Comuni interessati”: potremmo dire profondissima, praticamente un fossato! Un nuovo giro di consultazioni dei Comuni si svolse nel febbraio del 2004: di nuovo radicalmente contrari tutti e nove i Comuni isontini, favorevoli con prescrizioni quelli di Duino-Aurisina e Trieste. Che i due Comuni guidati dal centro-destra approvino l’operato della Giunta Illy e i nove a guida centro-sinistra si trovino in radicale contrasto è un segnale interessante.

Per tirarsi fuori da questa situazione imbarazzante la Regione si inventa una nuova procedura, non prevista da alcuna normativa: ai soli Sindaci dell’Isontino offre di incaricare due tecnici - uno scelto dalla Regione ed uno dai 9 Comuni – con il compito di migliorare il progetto.

La proposta elaborata dai due tecnici è assolutamente mediocre e basata sulla Sindrome di Nimby (“non nel mio giardino”): mira a spostare gli impatti della grande opera da alcuni centri abitati in cui la protesta era particolarmente vivace, per far ricadere conseguenze forse ancora peggiori in altri Comuni (in particolare Ronchi e Monfalcone, che escono penalizzati dai presunti miglioramenti).

Tuttavia il 9 settembre 2004 i Sindaci dei 9 Comuni isontini – in contrasto con quanto deliberato per ben due volte dai rispettivi Consigli comunali – sottoscrivono un accordo con l’Assessore regionale Sonego: sì incondizionato al Corridoio 5 ed al Polo Intermodale di Ronchi, purché siano recepite quelle minuscole correzioni del tracciato e sia liberalizzata l’Autostrada A4 entro l’autunno.

Il giorno successivo la Giunta regionale esprime il parere favorevole anche sulla Valutazione d’Impatto Ambientale e inserisce nelle prescrizioni finali alcuni contenuti dell’accordo con i Sindaci isontini. Quale valore possa avere l’accordo Regione/Sindaci e quale peso le richieste della Regione è ancora materia di discussione, ma sulla base della “Legge Obiettivo” del Governo Berlusconi ed il successivo D.Lvo 190/2002 possiamo dire che queste proposte non contano nulla (e la stessa “Legge Obiettivo” – fiore all’occhiello del Governo di centro-destra - è stata difesa nei giorni scorsi dall’Assessore Sonego, mentre la Presidente della Regione Piemonte Bresso ha invitato il nuovo Governo ad abolirla con urgenza!).

Bisogna anche ricordare il lieto fine della vicenda. Il progetto – approvato due volte dalla Regione FVG e sostenuto con grande energia dal Presidente Illy e da tutto l’establishment regionale - viene fatto a pezzi nel parere della Commissione speciale V.I.A. del Ministero dell’Ambiente, reso noto nel giugno 2005, in particolare per gli impatti delle gallerie sotto l’Altipiano carsico (relativi cioè alla Provincia di Trieste non interessata dagli Accordi Comuni-Regione, che quindi non hanno contato per nulla nella valutazione data a Roma).

Nel luglio 2005 il WWF Italia rivelava l’esistenza del parere firmato dall’allora Ministro dei Beni culturali Urbani, altrettanto negativo.

In conclusione si può dire che è finita bene solo grazie alle valutazioni obiettive, tecnicamente rigorose e di buonsenso dei due Ministeri, mentre l’Amministrazione regionale fino all’ultimo si agitava in sostegno di un progetto impresentabile, dagli impatti terrificanti per l’ambiente carsico, dai costi inimmaginabili e dalle conseguenze pesantissime su molti paesi dell’Isontino, del Carso e su alcuni rioni della città di Trieste.

Vogliamo davvero ripetere un’altra volta questa penosa farsa, come propone il Presidente Illy?

Comitato Contro il Corridoio Cinque
Comitât Cuintra al Coridôr Sinc
Odbor Proti Petemu Koridoju

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