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(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

Ruolo, problematiche e proposte degli Rls.

(2 Giugno 2006)

Sono passati dodici anni da quando il governo italiano, recependo direttive della Cee, ha emanato un decreto legge sulla sicurezza e igiene del lavoro, meglio conosciuto come Dlgs 626/94.
Il decreto individua obblighi e doveri delle varie figure preposte alla sua attuazione. Non per ultima la nuova figura del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza(Rls).
Il rappresentante dei lavoratori, che viene normalmente individuato dalle rappresentanze sindacali, dopo un corso di formazione di 32 ore (poche) si trova a dover affrontare il problema della sicurezza e salute nei vari luoghi di lavoro solo e soltanto con le proprie forze. Spesso si trova a confrontarsi con un datore di lavoro che percepisce sicurezza e salute dei lavoratori, non come un investimento sul futuro dei propri dipendenti, ma solo come un mero costo aggiuntivo che la legge impone.

Ma anche gli stessi lavoratori vedono l'Rls come un rompiscatole che impone l'uso dei vari dispositivi di protezione individuale.
Purtroppo in molti lavoratori, e anche in alcuni datori di lavoro, manca ancora una vera e propria cultura della sicurezza e igiene sul lavoro. Dopo dodici anni è ancora difficile far comprendere che il nostro ruolo è quello di rappresentanti e non di responsabili: non abbiamo poteri decisionali, che infatti sono nelle mani dei datori di lavoro. D’altra parte è ancora difficile affermare il concetto che la sicurezza non può essere barattata con più soldi in busta paga, perché il rovescio della medaglia (purtroppo) non è altro che l'infortunio.

La cultura della sicurezza sul lavoro, così come la cultura della sicurezza in generale, andrebbe insegnata fin dalle scuole elementari come si fa in Francia: è inconcepibile che negli istituti tecnici e professionali, da cui escono geometri, tecnici e periti industriali ciò non avvenga.
Nel Dlgs 626/94 si parla tanto di informazione e formazione dei lavoratori (articoli 21 e 22), purtroppo la formazione che dovrebbe essere fatta quando una lavoratore viene assunto o quando gli viene attribuita una determinata mansione, o non si fa o si fa male (di solito la si affida al collega più anziano ed esperto, solo del lavoro e non del lavoro sicuro)

Ancora peggio per quando riguarda l'informazione: di solito si riassume in una dispensa consegnata al lavoratore (diteci se questo è informare e formare un lavoratore?!!). Noi crediamo che se esiste un corso di formazione obbligatorio per gli Rls per ottemperare alle disposizioni degli articolo 22, comma 4, debba esistere anche un corso per tutti i lavoratori sui loro diritti/doveri previsti dalla 626.

Anche dal punto di vista puramente sindacale, le organizzazioni devono tornare a parlare di sicurezza sul lavoro, a fare formazione integrativa ai propri Rls, a includerla nei rinnovi dei contratti (per esempio, chiedendo l’aumento delle ore a disposizione degli Rls rispetto all'accordo interconfederale). Servono più assemblee, dove gli Rls possano esprimersi e non (come succede sempre) dove non hanno spazio per parlare, perché ci sono già gli interventi programmati dagli organizzatori.

Un altro problema che riscontriamo è lo scarso interesse da parte dei media per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro: se ne ricordano solo di fronte a un infortunio grave o mortale (è l'amara verità). Ecco perché abbiamo cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica scrivendo al programma “Ballarò”, elemosinando una puntata per la sicurezza sul lavoro. Ma non abbiamo avuto successo. Abbiamo provato anche a scrivere ai quotidiani, chiedendo la creazione di una striscia quotidiana per la sicurezza sul lavoro, dove i lavoratori o gli Rls o i rappresentanti sindacali potessero dire la loro. Anche in questo caso non abbiamo ottenuto niente.

Il primo passo
Nello stesso tempo, però, abbiamo chiesto, domandato e proposto nei convegni, ai dibattiti, nelle assemblee, la creazione di un coordinamento unitario, che coinvolga gli Rls e tutte le parti sociali, dedicato ad affrontare problemi relativi alla sicurezza sul lavoro, ma anche quelli ambientali, perché ci servono risposte ben precise e fatti concreti. Non vogliamo più solo parole che rimangono fumo che si disperde nell'aria.

Con nostro immenso piacere in Toscana è nata la “Rete degli Rls”, grazie allo sforzo della Regione, dei Dipartimenti di prevenzione e delle organizzazioni sindacali.
Il 15 marzo 2006 c'è stata la prima riunione d'insediamento, con la partecipazione dell'assessore alla sanità, del settore Prevenzione e sicurezza della Regione Toscana, dei Dipartimenti di prevenzione delle Usl Toscane, dei sindacati e dei 40 Rls convocati.

Il primo passo è stato fatto, ma servono ancora una maggiore organizzazione, trasparenza e coordinamento tra i vari enti e associazioni, in modo da non avere lungaggini burocratiche nella risoluzione delle problematiche inerenti.
Va anche ricordato che i vari elementi inerenti a tutelare la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro(Inps, Inail, Ispesl, Ispettorati del lavoro, Vigili del fuoco, Comuni, Provincie, Regioni, organizzazioni sindacali) mettano in campo tutte le risorse di cui dispongono. Per esempio le Usl devono investire tutte le risorse disponibili destinate al settore tutela e salute nei luoghi di lavoro(in Toscana siamo all'1%, stando ai valori del 2004) e non destinarlo ad altro.

Gli Organi di vigilanza devono controllare di più i luoghi di lavoro, soprattutto le aziende che comportano maggiori rischi (cantieri edili, cave, ecc). Certo, sappiamo che le forze sono quelle che sono e che gli ispettori della Direzione provinciale del lavoro sono pochi. E così i tecnici delle Asl. Ma si devono trovare le risorse economiche necessarie, non solo per un maggior monitoraggio del territorio, ma per andare a incidere, debellando e sanzionando, sulle abitudini imprenditoriali che portano a evadere le normative.

La sicurezza su carta
La “Rete degli Rls” della Toscana potrebbe creare un organo di informazione, un vero prodotto su carta dedicato alla sicurezza, dove gli Rls possano far pervenire le proprie esperienze e nello stesso tempo rimandarle ai lavoratori. Uno sforzo a cui si potrebbero affiancare riunioni e assemblee, grazie alle quali trasmettere e promuovere la cultura della sicurezza.

Servirebbe anche un rapporto più omogeneo, chiaro, semplice e non demagogico con gli Rls, attraverso tutti gli organi di informazione e consulenza, per arrivare a uno scambio di idee e di opinioni che portino a una realtà più costruttiva. Perché la sicurezza sui luoghi di lavoro non si fa ogni tanto, ma tutti i giorni dell'anno, e quindi abbiamo la necessità che tutte le forze in campo si diano da fare per realizzarla.

RLS-Marco Bazzoni-Andrea Coppini-Mauro Marchi

Fonte

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Commenti (11)

SALVE ATUTTI

VORREI SAPERE SE LA RETE DEGLI RLS E' IN "RETE" CON UN SITO O ALTRO.
PENSO CHE L'INIZIATIVA SIA LODEVOLE, IO VORREI SAPERNE DI PIU' X POI ADERIRE.
UN SALUTO SINCERO
CECCONI DAVID RLS E RSU METRO CASH AND CARRY
OSPEDALETTO (PISA)

(3 Luglio 2006)

CECCONI DAVID

DAVID250@INTERFREE.IT

sicurezza sul lavoro

è vergognoso che accadano molte morti sul lavoro,
è evidente che non esiste sicurezza, ma possibile che che non si possano salvare le vite umane?
Incominciamo a vedere nella nostra Italia, i nostri giovani, insomma tutte le persone che non lavorano
in sicurezza ma,non per colpa loro, qualcuno, al governo ci può aiutare? Vogliamo riflettere su questo
problema sicurezza! Stiamo parlando dei nostri figli,
di genitori giovani..insomma di tutti.....Help! sicurezza per tutti.... CON UN PO' DI BUONA VOLONTA' dalle persone che guidano il Paese.

(3 Luglio 2006)

Silvana Brandino

silvana.brandino@aliceposta.it

il lavoro uccide, lavoro e sicurezza anche per gli stranieri

il vostro documento lo ritengo importante e la 626 purtroppo è ancora più sulla carta che praticata ma non basta un'educazione alla sicurezza occorre che gli appaltatori offrano sicurezza, che vi siano più controlli e multe salate.
Inoltre c'è il problema degli stranieri che non solo vengono reclutati clandestinamente molto spesso ma a loro la sicurezza viene negata e sono costretti a tacere e a lavorare in nero perchè disperati. Non sanno neanche parlare spesso la nostra lingua figuratevi a conoscere la legge sulla sicurezza.
i morti comunque sono tanti italiani e non qualcosa bisogna fare.

(4 Luglio 2006)

MARIA DI BENEDETTO

mariadibenedetto@hotmail.it

richiesta info su segnalazioni interne.

Lavoro in una azienda di plastica per uso alimentare, e ci sono delle gravi omissioni della azienda soprattutto sulle stesse norme che impone di rispettare ai dipendenti, per scagionarsi dalle proprie responsabilità. Ad esempio; pur avendo elevete temperture con macchinari, che già scaldano di loro, si è preteso di far indossare i camici a maniche lunghe a chi vi lavora appresso, senza poi dare i secondi per i cambi. Oppure non avere l'acqua potabile, come i boccioni nei reparti, che secondo la 303 del 1956, il datore di lavoro dovrebbe mettere a disposizione ( acqua potabile), abbiamo la distributrice di bottiglie che il dipendente si paga e deve bersi in tempi brevi per non trovarsela calda la seconda volta sia per i tempi, ma soprattutto per le temperature elevate dello stabilimento in particolare d'estate.
Non riconoscono neppure che faccia caldo, così non devono riconoscere tutta una serie di carenze, pause doveri e diritti, che al contrario fanno ricadere sul personale come i cambi, brevi per le necessità fisiologiche.
E' vero che se si fà una denuncia di omissione della 303 del datore di lavoro, all'ispettorato del lavoro provinciale, il datore di lavoro se vuole richiederlo, vedere chi ha richiesto un'ispezione o chi ha fatto la denuncia? così si è difeso la Rls aziendale per evitare ritorsioni che al contrario ha agevolazioni sull'orario di lavoro, lui ad esempio non fa ne i turni ne la giornata.
Grazie per la cortese attenzone e scusandomi per il mio protrarmi, resto in attesa di un Vs. gradito riscontro, cordialmente.

(4 Luglio 2006)

ottbreazzurro@yahoo.it

ottobreazzurro@yahoo.it

Troviamoci in rete

Veramente una iniziativa lodevole, sarebbe interessante avere uno spazio sul web dove poter scambiare esperienze ed opinioni, poter chiedere consigli a chi ha già sperimentato certe situazioni, insomma un posto dove confrontarsi e crescere insieme. Un'auto formazione costante che possa aiutarci ad affrontare il mare di situazioni problematiche che ci si presentano.

(4 Luglio 2006)

Andrea Missio
RLS regione autonoma FVG settore foreste

andrea.missio@regione.fvg.it

Commento a quanto apparso sul blog di Beppe Grillo.

L'Italia è la nazione più condannata dalla UE per aver mal recepito le direttive CE emanate in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, a casa, a scuola e.....ovunque.
Gli alunni e gli studenti di oggi sono i lavoratori e datori di lavoro del domani.
Le scuole, che sono quelle istituzioni istituzionalmente preposte a creare la cultura ed anche quella della sicurezza, non posseggono la cultura della sicurezza e neanche si sforzano di acquisirla. Gli studenti studiano in edifici scolastici fatiscenti e pericolosi e senza organizzazione del lavoro.
Per avere un quadro generale della pessima situazione sulla sicurezza a scuola (e quindi anche sul lavoro), non potendo inviarvi allegati,
vi invito tutti a leggere il mio articolo dal titolo: "La sicurezza a scuola, reale o immaginaria?" pubblicato sulla rivista ufficiale della SNOP (Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione) alla pagina 46 nella rubrica FOCUS al seguente link:
http://www.snop.it/webeditor/16/1/archiviorivista/Pub/Snop66/SNOP66.pdf

Per evitare gli infortuni sul lavoro (il rischio se lo conosci lo eviti) quale migliore fucina se non la scuola dell'obbligo ed oltre la quale è frequentata sia dai futuri lavoratori che datori di lavoro? ma sembra che da questo orecchio non ci sentono. Cosa ne pensate? e tu Beppe?

Mimmo Didonna
e-mail: codacoba@tin.it
Lista di discussione: http://it.groups.yahoo.com/group/igiene_sicurezza-scuole/
Codacons, area tematica "scuola sicura": http://www.codacons.it/scuola/scuola.asp

(6 Luglio 2006)

Mimmo Didonna
e-mail: codacoba@tin.it
Lista di discussione: http://it.groups.yahoo.com/group/igiene_sicurezza-scuole/
Codacons, area tematica "scuola sicura": http://www.codacons.it/scuola/scuola.asp

codacoba@tin.it

ben venga

Ottimo, la sicurezza negli ambienti di lavoro significa più rispetto per la vita di chi lavora che, troppo spesso, i datori si scordano essere un essere umano.Andiamo avanti, le cose cambieranno!!!

(7 Luglio 2006)

sottomarinu@hotmail.it

ci vuole una coraggiosa collaborazione tra rsl e "controllori" pubblici

Credo che un passo fondamentale per il raggiungimento della sicurezza dovrebbe essere quello di una collaborazione, tra i vari rls e gli organi statali deputati al controllo:
Se esistesse una organizzazione rls che abbia una serio e competente rappresentante per ogni settore lavorativo (edile-trasporto-cantieri etc) questo potrebbe fornire le indicazioni "mirate" del suo settore per aiutare i "controllori" che non possono essere "tuttologi" ed esperti di ogni settore e conoscere i mille sotterfugi che possono essere messi in atto in sede di verifica.
Capisco che è una scelta coraggiosa perchè senz'altro sarebbe interpretata inizialmente come uno scontro con i datori di lavoro, però è altrettanto vero che senza quest'aiuto spesso (e parlo per esperienza personale) è facile nascondere i segreti a chi non li conosce!
Auguri sinceri a tutti di buon lavoro

(7 Luglio 2006)

Alberto

albertocasa@email.it

un buon inizio

L'idea di unire in rete tutte le persone coinvolte in questa materia mi pare ottima, senz'altro e un buon inizio per uscire dall'isolamento mediatico a cui siamo sottoposti. Il secondo passo spero sia quello di riuscire ad approfondire le tematiche specifche che noi rls nelle aziende ci troviamo ad affrontare.SUCCESSI,SCONFITTE, ESPERIENZE A CONFRONTO,IDEE. Occorrerà del tempo ma l'idea è giusta, quindi avanti così!!

(7 Luglio 2006)

Falcone Danilo

falconedanilo@hotmail.it

Tutti daccordo.

Con l'introduzione delle normative europee riguardo alla sicurezza sul lavoro, come è ben visibile, l'Italia si è trovata indietro a tutti o quasi, gli altri paesi dell'unione Europea.
Io credo più per un fattore di mentalità e di abitudine lavorativa "nell'arte di arrangiarsi". Il lavoratore Italiano, come è ben noto in tutto il mondo e per questo apprezzato, ha la fantasia e la manualità di risolvere qualsiasi problematica nel campo lavorativo che gli si ponga diffronte. Ora con l'introduzione dei D.LGS 494/96 e 626/94 D.P.R. 547-164-303 etc... etc... il modo di lavorare cambia radicalmente. Dall'introduzione di nuove figure responsabili in fatto di sicurezza, ricercate anche tra i lavoratori, fino al sistema produttivo. Questo vale sia per il grosso cantiere ( parlando di edilizia ) che per il piccolo lavoretto svolto dal piccolo artigiano che và dalla signora Maria ad installarle 2 tende e quattro mobiletti. Cosa vuole dire questo? Che con l'introduzione di queste normative è fondamentale educare le imprese a rispettarle ma è anche importante far capire " alla signora Maria " che questo è anche un costo in più che dovrà sopportare e solo quando sarà ben chiaro l'importanza di questo fattore all'ora le cose potranno migliorare come in altri paesi.
Cordiali Saluti

(9 Luglio 2006)

Manuel

manuel1212@libero.it

La solitudine degli R.L.S.

Credo che importi ben poco a tutti ma specialmente alle istituzioni ai politici ai padroni se ogni anno ci sono vittime sul lavoro, sono pessimista purtroppo ma è la realtà, sono un R.l.s. convinto e combattente ma, mi sento solo, si sono dette tante belle parole scritti tanti bei articoli e non è cambiato nulla,( si continua a morire),Son daccordo nel fare qualcosa facciamoci sentire non restiamo a guardare.

(7 Ottobre 2008)

Giancarlo Battistini

g.battistini@asmiu.it

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