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Consigli sul fine settimana

Il consiglio di Enzo Apicella

(25 Giugno 2006) Enzo Apicella
Il 25 e il 26 giugno vota NO al referendum costituzionale sulla "devolution"

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No nel referendum del 25 giugno

(3 Giugno 2006)

La nostra opinione è molto netta: il 25 Giugno si deve votare per cancellare le gravissime modifiche della Costituzione, approvate dal Parlamento a colpi di maggioranza, nella parte finale della legislatura appena conclusa.

Si tratta di salvare la Costituzione Antifascista, nata dalla Resistenza: mantenerne l'equilibrio tra la prima e la seconda parte; tra l'espressione piena nella qualità dei diritti civili, sociali, politici e la forma democratica ed unitaria della nostra Repubblica, all'interno del concerto europeo.

Deve essere smascherata la falsità di una “devolution” che assegna determinate potestà agli Enti Locali e, contemporaneamente, ripropone una assurda ed antistorica centralizzazione, senza superare il bicameralismo paritario reso, anzi, ancora più farraginoso ed oscuro nei suo meccanismi di rapporto tra i due rami del Parlamento.

Occorre respingere l'introduzione surrettizia di una “premierato” posto in condizione di ricattare l'intero Parlamento.

Deve essere salvaguardato il ruolo di garanzia democratica della Corte Costituzionale.

Occorre prestare grande attenzione alla modalità concrete attraverso le quali si svolgerà la competizione elettorale del 25 Giugno: trattandosi di referendum confermativo, infatti, non è previsto alcun “quorum” nella percentuale dei votanti.

Ciò significa, concretamente, che potrebbero bastare pochi voti per privarci dei valori di convivenza civile scritti nella Costituzione e per dare a chi intende dividere il paese e diminuire la qualità della nostra democrazia l'occasione per introdurre gravi elementi di turbamento nell'equilibrio della vita politica, economica, sociale del Paese.

Soprattutto è necessario combattere la crisi delle culture fondative della Costituzione.

Una crisi che ha provocato un vuoto nel quale ha potuto dilagare l'antipolitica e la concezione della democrazia rappresentativa si è ribaltata in “democrazia” mass – mediatica.

Il nostro monito deve, però, riguardare anche il futuro.

Ci auguriamo, e lavoreremo intensamente, per il successo del “NO”, ma bisogna anche dire basta al procedimento congiunturale di revisione, adottato anche dal centrosinistra sia in occasione del fallimento della Bicamerale (1997) sia della modifica del titolo V della Parte II (2001).

La Costituzione non è una legge ordinaria, è una legge superiore e come tale va trattata.

Non vorremmo vedere all'orizzonte un'altra bicamerale, oppure una Assemblea Costituente composta dello stesso ceto politico.

A noi importa ritrovare e valorizzare il dinamismo della nostra Costituzione, contrapponendoci alla distruzione del testo originario, attraverso improvvisate riforme di parte.

Confidiamo nel sostegno a questo appello, alla sua larga diffusione, alla partecipazione di tutti in questa ora di difficile scontro politico.

Savona, li 1 Giugno 2006

Il coordinamento di “A sinistra per Savona”

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