">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Mubarak

Mubarak

(29 Gennaio 2011) Enzo Apicella
Gli ultimi giorni del regime di Mubarak

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Call center e lotta di classe)

I precari di Atesia ricevuti «a palazzo»

Dal viceministro Rosa Rinaldi incontra una delegazione. Quasi pronta una circolare per il settore

(11 Giugno 2006)

Bussate e, forse, vi sarà aperto. L'annunciato presidio del Collettivo precari Atesia davanti al ministero del lavoro è è svolto senza troppi problemi, nonostante un piccolo momento di strattonamenti reciproci quando i lavoratori hanno di fatto bloccato la circolazione delle auto su via Veneto. L'unico a farne le spese è stato uno dei giovani lavoratori, sofferente di cuore, che è stato portato per precauzione all'ospedale da alcuni suoi colleghi.

L'appuntamento era stato fissato in previsione di una riunione del ministro cone sindacati e aziende del settore dei call center. Ma l'incontro si era già svolto ieri, limitatamente a una sete «tecnica», senza presenza di ministri o sottosegretari, per acquisire «elementi» riguardo ai contratti a progetto. un prossimo incontro è previsto nel corso della prossima settimana.

I lavorato si sono sentiti scavalcati (non è la prima volta: anche l'accordo dell'11 aprile scorso era stato sottoscritto contro il loro parere e senza alcuna procedura di approvazione) ed hanno continuato a chiedere di vedere il ministro. L'urgenza sta nel fatto che ben 400 di loro non si sono visti rinnovare i contratti a termine alla scadenza del 31 maggio, come conseguenza di quell'«accordo» che continuano a rifiutare. Altri 5 erano stati di fatto licenziati nei mesi precedenti, come ritorsione per la riuscita delle mobilitazioni all'interno di Atesia.

In tarda mattinata, comunque, la sottosegretaria Rosa Rinaldi convocava una delegazione di precari , cui ribadiva che il ministero ha già invitato Atesia a rinnovare tutti i contratti scaduti a maggio. Nel frattempo, come si era saputo nei giorni scorsi, il ministero del lavoro sta mettendo a punto una circolare per riordinare tutto il settore dei call center. Destinata ai servizi ispettivi locali, questa circolare punta a discriminare nettamente ciò che può essere inteso per «lavoro a progetto» e ciò che va invece definito lavoro «subordinato», con relativa distinzione contrattuale. Com'è noto, infatti, il «contratto a progetto» è molto usato nei call center proprio per evitare di iniziare un percorso che possa portare all'obbligatorietà di assunzione per i lavoratori.

I quali sono a tutti gli effetti dei «dipendenti» e mai dei semplici «collaboratori». La circolare in via di definizione mira insomma a distinguere le tipologie di attività, non le tipologie di azienda.

Par di capire, insomma, che invece di impantanarsi in una vertenza «individuale», con Atesia unico imputato, il ministero abbia scelto di mettere ordine nel settore: 400.000 addetti, quasi tutti precari, con tipologie contrattuali peggiori della stessa legge 30. La ricaduta sulla vertenza in corso è evidente: tutte le diverse regole contrattuali dovranno uniformarsi alla direttiva ministeriale, Atesia compresa. L'azienda, tetragona a ogni trattativa, sembra invece orientata a cercare di mettere in piedi - nel suo piccolo - uan riedizione della «marcia dei 40.000» della Fiat, che segnò la fine dei 25 giorni di occupazione di Mirafiori, nel 1980. Un piccolo gruppo di «assistenti» (i capisala, o quadri interni con un contratto a tempo indeterminato in tasca) starebbero infatti ceracndo di raccogliere firme a favore dell'accordo. Ossia dell'azienda.

Quella di ieri è stata dunque una giornata importante, perché viene riconosciuto ufficialmente il ruolo negoziale e sindacale dell'«autorganizzazione» dei lavoratori del più grande call center italiano. Ma che dimostra anche una diversa sensibilità della nova compagnie ministeriale, attenta a non lasciar trasformare un problema sindacale certamente spinoso in un problema di «ordine pubblico».
Come già i nostri lettori sanno, su questa vertenza la stessa Cgil si è divisa nettamente. da un lato una parte del Slc (sotto l'accordo contestato c'è la firma di Rosario Strazzullo e Nicoletta Rocchi), dall'altra il Nidil e le strutture locali, che avevano insistito per tenere un referendum confermativo.

Importante anche la solidarietà dichiarata, l'altro ieri, da nuemrose strutture aderenti al Forum sociale, tra cui spica la firma della Fiom-Cgil, oltre che dell'Arci, di Attac e dei Cobas. Ha invece smentito l'adesione la Fp Cgil, con una nota del segretario generale, Carlo Podda.

Francesco Piccioni - IL Manifesto 10 Giugno 2006

6223