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Corridoio 5: basta con le confusioni!

L’assessore Sonego si scorda delle bocciature alla valutazione ambientale del corridoio 5.

(12 Giugno 2006)

In un comunicato l’Assessore Sonego propone – in assenza di Piani Energetici Regionali e Nazionali – un nuovo elettrodotto “ad altissima tensione e di enorme capacità” sul Carso triestino, da Divaccia a Redipuglia, da far passare nella terza galleria prevista da un vecchio progetto preliminare di Italferr sul Corridoio 5. Progetto che, come ben noto a tutti, è stato bocciato già nel 2005 sia dalla Commissione speciale di Valutazione d’Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente sia dal Ministero per i Beni culturali (anch’esso centrato sui rischi di danni irreversibili al regime idrico sotterraneo ed al patrimonio speleologico del Carso).

Persino la Giunta regionale, nella seduta del 29/12/2005, finalmente riconosceva come “sia di gran lunga preferibile addivenire alla integrazione e modificazione del progetto preliminare della linea AV/AC Ronchi-Sud Trieste, già presentato da RFI, attraverso una completa ripubblicazione del progetto preliminare”.

E’ da ricordare che quel progetto - ormai del tutto superato - riguardava solo la Ronchi Sud-Trieste: per la tratta Trieste-Divaccia ci risulta essere stato avviato un progetto Interreg dal titolo “Strategia di sviluppo del Corridoio 5, con particolare attenzione alla tratta tra l’Italia e la Slovenia e studio di fattibilità della nuova linea ferroviaria Trieste-Divaca”, dal costo di 2,2 milioni di Euro: siamo quindi ancora in una fase di studio e sappiamo che la Slovenia ha altre priorità.

Da tutto ciò si può facilmente capire come il sogno dell’Assessore Sonego di far attraversare il Carso triestino e sloveno dall’ennesima super-infrastruttura energetica (utilizzando i tunnel ferroviari) sia solo una boutade del tutto priva di consistenza.

A nostro giudizio queste improbabili esternazioni non sono solo una delle tante uscite fuori luogo di un Assessore della Giunta Illy, ma rientrano in una strategia comunicativa per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sul Corridoio 5 e creare un denso fumo attorno all’inutile grande opera, tanto cara al passato Governo Berlusconi.

Per favorire la confusione si fa un grande uso di termini ambigui.
Ad esempio, dopo che si è appurato che il traffico ferroviario passeggeri di lunga distanza è insignificante, si è iniziato a parlare di Alta Capacità, ora in aggiunta ora in alternativa all’Alta Velocità, senza spiegare esattamente in cosa si differenzia un’infrastruttura AC da una AV o come possano eventualmente convivere entrambe sugli stessi binari.
Dopo che il nostro Comitato per 4 anni ha informato la popolazione sui costi ambientali, sociali ed economici del Corridoio 5, vissuto come una minaccia da molti Sindaci e molte comunità dei territori coinvolti, ora si preferisce parlare di “Progetto prioritario n. 6”.

Da ultimo c’è chi fa distinzioni tra Corridoio 5 (buono) ed Alta Velocità (cattiva), come se in questi anni i due termini non abbiano significato esattamente la stessa cosa. E’ vero che l’Alta Velocità è solo uno dei contenuti del Corridoio, struttura multi-modale che prevede anche colate di asfalto in nuove autostrade o allargamento di quelle esistenti o, come abbiamo appreso ieri, elettrodotti ad altissima tensione in aree di grande interesse naturalistico come l’altopiano carsico. A parte questo ci è veramente difficile capire le motivazioni di chi si dichiara favorevole al Corridoio 5 ma contrario all’Alta Velocità. Ci pare evidente che non si possono scorporare i diversi problemi: se ci si oppone a qualsiasi intervento sulla rete ferroviaria allora si dà il via libera a chi vuole la costruzione di autostrade per spostare tutte le merci sui TIR.

Perciò approviamo l’”Opzione zero” sull’Alta Velocità, ma solo se ciò significa anche intervenire con decisione sulle ferrovie esistenti, con interventi di potenziamento rivolti a migliorare l’efficienza del servizio in particolare per il trasporto passeggeri di breve percorrenza ed il trasporto merci, anche per valorizzare al meglio le realtà già esistenti sul nostro territorio (Porto di Trieste, Porto Rosega e Porto Nogaro, Interporto di Cervignano, Stazione di Tarvisio Bosco Verde e – soprattutto – l’Aeroporto di Ronchi dei Legionari), che non necessitano di assi rigidi di attraversamento Est-Ovest come il C5 ma di una rete omogeneamente diffusa sul territorio regionale e interregionale.

Comitato Contro il Corridoio Cinque
Odbor Proti Petemu Koridoju
Comitât Cuintra al Coridôr Sinc
www.ccc5.altervista.org

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