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(12 Giugno 2006)
Domenica 9 luglio si terrà a Schio l’annuale sfilata in ricordo dei fascisti giustiziati dai partigiani nel 1945.
Ma in realtà la commemorazione è solo una scusa per riproporre idee e simboli fascisti – peraltro vietati dalla Costituzione – contro i quali partigiani e cittadini di Schio, del Veneto e del resto d’Italia combatterono prima e durante la Resistenza.
È passato molto tempo dall’epoca del ventennio fascista, dalla guerra, dalla Resistenza.
La memoria di quegli anni e di quegli eventi si è molto affievolita e spesso i giovani neppure conoscono cosa sia stato il fascismo: una dittatura che privava ogni oppositore del diritto di parlare e di lavorare, che incarcerava e uccideva gli antifascisti, che in nome dell’”impero” torturava e massacrava decine di migliaia di persone in Africa, Jugoslavia, Albania, che si alleava con i nazisti permettendo loro di rastrellare ebrei, antifascisti, rom, omosessuali… per internarli nei campi di concentramento, schiavizzarli a favore delle fabbriche di guerra tedesche, ridurli alla morte per fame o nei forni crematori.
I fascisti di Schio furono giustiziati non solo perché complici di questi orrori, ma anche perché subito dopo la guerra una ingiusta pacificazione lasciava impuntiti i responsabili – diretti e indiretti - degli eccidi mentre già cominciava la discriminazione verso gli antifascisti che, con la loro lotta, avevano mostrato quel poco di orgoglio che gran parte del popolo italiano non aveva mostrato durante la dittatura.
Come è facile oggi parlare di pacificazione e di perdono. Ma chi si domanda quale fosse lo stato d’animo degli antifascisti e dei cittadini di Schio mentre i fascisti venivano liberati e lasciati tranquillamente liberi dopo ciò che avevano fatto in anni di repressione, umiliazioni, sparizioni, violenze di ogni tipo ?
Dal 25 aprile del 1945 in poi la Resistenza è stata celebrata simbolicamente. Tutti hanno fatto a gara nel vestire i panni dell’antifascismo, anche chi del fascismo era stato complice, anche chi si era voltato dall’altra parte; e nello stesso tempo le idee di barbarie di cui il fascismo era stato portatore, le idee di elitarismo, di ingiustizia sociale, di razzismo… tornavano a farsi largo nella società italiana.
I fascisti tornavano ad occupare posti di potere nella politica, nelle forze armate, negli affari. Gli antifascisti e i lavoratori tornavano nelle fabbriche che avevano difeso dalla distruzione, nella speranza di una società nuova, per salari da fame, a morire di amianto, infortuni, nocività.
Gradualmente una grande parte del popolo italiano ha dimenticato cosa sia stato il fascismo e così i fascisti sono tornati. Ne sanno qualcosa tanti giovani antifascisti che in molte parti d’Italia vengono aggrediti, picchiati, accoltellati come è successo a Verona qualche mese fa.
Certo, oggi i fascisti in “camicia nera” sono ancora marginali, numericamente e politicamente, come lo erano nel 1919. Ma così come il primo fascismo era stato foraggiato dai grandi capitalisti e agrari, il prossimo fascismo verrà foraggiato dal grande capitale industriale e finanziario “in giacca e cravatta” per colpire con la violenza le lotte dei lavoratori, degli immigrati, dei giovani…, per tentare di far arretrare la società italiana ad un clima di nuovo terrore e di rassegnazione.
Ma noi, antifascisti di Schio, dell’Alto Vicentino, del Veneto, d’Italia non ci rassegneremo come non si rassegnarono gli antifascisti e i partigiani che lottarono contro la dittatura prima e contro l’invasione nazista poi.
Saremo in piazza il 9 luglio per dire, con Piero Calamandrei, “contro ogni ritorno”.
Porteremo le nostre idee di giustizia, di libertà, di uguaglianza, di solidarietà. Porteremo le lotte dei lavoratori, le lotte degli immigrati, le lotte contro le guerre imperialiste, le lotte per i diritti civili e sociali, le lotte al fianco dei popoli aggrediti e sfruttati. Dimostreremo che Schio non è indifferente, che ripudia il fascismo vecchio e nuovo, che non accetta la ferita di riproporre ciò che con coraggio e determinazione era stato combattuto affinché mai più si riproponesse.Gli antifascisti, i giovani, i lavoratori di Schio il 9 luglio diranno no al fascismo e al razzismo. Diranno no all’imperialismo che uccide e tortura in Medio Oriente, in America Latina e in altre parti del mondo. I cittadini di Schio non stiano rinchiusi nelle loro tranquille case, ignavi, a “non immischiarsi”. Siano in piazza per affermare concretamente che nella lotta contro il fascismo e il razzismo non possiamo – non dobbiamo - fare alcun passo indietro.
9 giugno 2006, Alto Vicentino
Centro culturale e di documentazione “BERTOLT BRECHT”
Piazzetta San Gaetano Schio (Vi)
8009