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Pro mutuo mori

Pro mutuo mori

(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

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(Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...)

Il coinvolgimento dell'Italia in questa sporca guerra deve cessare immediatamente!

Fuori l'Italia dall'Iraq e dall'Afganistan, subito!

(8 Giugno 2006)

BOMBE SU UN RITIRO TARDIVO

Mentre Prodi annuncia che sono stati rinvenuti altri ordigni sulla strada in cui transitava il convoglio che ha subito l'attentato in cui ha perso la vita Alessandro Pibiri, è facile supporre che ne troverà altri, metaforici, anche sulla strada del Governo. Stretto tra l'ala pacifista della sua maggioranza che chiede di ritirare immediatamente i soldati, quella parte del centro-sinistra che invece con voce da cowboy (o da Donald Rumsfeld) afferma, al sicuro e lontana dai luoghi del conflitto, che "non decideranno i terroristi quando ce ne andremo", Prodi si limita a dire che "il piano di ritiro non cambierà", nonostante il centro-destra continua nei disperati tentativi di fargli dire contro ogni evidenza che "l'Italia in Iraq non ha fatto la guerra" o, peggio, che "l'Italia non ha truppe d'occupazione".

Il Governo tuttavia non ha un piano chiaro, ma continua a declinare quel piano ambiguo in cui da una parte si afferma di voler trasformare in "missione di pace" quella che a tutti gli effetti è un'azione di guerra a protezione degli interessi dell'ENI in Iraq, e dall'altra si dice però che gli operatori di pace dovranno essere protetti e dunque un contingente militare dovrà restare.

Sempre di più cresce il sospetto (convinzione?) che quel piano in realtà non sia che un cambiamento di facciata che non convince nessuno, un patetico tentativo di mascherare la realtà, spazzato via dall'ennesimo attentato contro i nostri connazionali in veste di militari occupanti. Oltretutto, la necessità di andare via dall'Iraq subito dovrebbe essere evidente anche senza morti: chiunque dovrebbe rifiutarsi di fare il servo degli interessi di un altro paese in cambio di poche briciole. Tuttavia, poiché questo tipo di sensibilità risulta pesantemente assopita, ecco che ogni tanto arriva qualche colpo di sveglia a ravvivarla. Non nutriamo alcuna speranza nella conversione sulla via di Baghdad dei guerrafondai del centro-destra (ma neppure del centro-sinistra), alla disperata ricerca di indecenti foglie di fico con cui nascondere le proprie sanguinarie responsabilità: attendiamo invece alla prova dei fatti e della coerenza quelle forze all'interno dell'Unione che hanno finalmente l'occasione di dimostrare come il loro pacifismo e il rispetto dell'autodeterminazione dei popoli non sono chiacchiere da salotto (o da polemica politica da controparata), ma elementi fondanti e distintivi di linea politica.

La prova dei fatti è ovviamente il decisivo e definitivo ritiro immediato "senza se e senza ma", senza condizioni e negoziazioni con l'alleato-padrone statunitense, dall'Iraq e dall'Afghanistan, e il voto contrario al rifinanziamento di tutte le missioni militari all'estero.

Con l'occasione dimostrerebbero anche di saper rappresentare nel modo più autentico quanto proviene dal movimento contro la guerra, di cui ciascuno vorrebbe farsi interprete con responsabilità, intercettandone gli umori diffusi.

IL COINVOLGIMENTO DELL'ITALIA IN QUESTA SPORCA GUERRA DEVE CESSARE IMMEDIATAMENTE!

FUORI L'ITALIA DALL'IRAQ, SUBITO!

Associazione Comunista IL PIANETA FUTURO

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