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Salvate la Sanità

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(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

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    Il lavoro dell'operatore psichiatrico nelle cooperative sociali del Trentino

    (16 Giugno 2006)

    La professione dell'educatore nelle strutture per utenza psichiatrica, appaltate e accreditate al privato sociale, è complesso e contraddistinto da precise responsabilità che richiedono specifiche motivazioni, attitudini e professionalità; tutto ciò implica un carico lavorativo non indifferente.

    Proprio per questo è necessario che le cooperative sociali che gestiscono queste strutture, siano esse residenziali o centri diurni o laboratori protetti, guardino sempre ben al di là del rispettivo orizzonte dettato dagli interessi economici aziendali ed dall'accaparramento dell'utenza.

    Per assicurare una buona qualità del servizio per l'utenza, per i familiari della stessa, per l'ente pubblico e per la comunità, è pertanto necessario tutelare e salvaguardare la professionalità, il diritto alla salute ed alla sicurezza di operatori e educatori che lavorano in tale ambito.

    Da diversi anni a questa parte si assiste invece ad un continuo peggioramento della situazione salariale e delle condizioni di lavoro, questo mentre il diritto alla salute ed alla sicurezza dei lavoratori/delle lavoratrici viene sempre più messo in secondo piano.

    In questo quadro il lavoro diventa usurante e il compito del mantenimento di una decente qualità del servizio per l'utenza è fatto ricadere quasi completamente sul personale dipendente. La crescente richiesta in termini di flessibilità circa l'orario di lavoro, il ricorso sempre più frequente a rapporti di lavoro a tempo determinato, l'utilizzo spregiudicato di figure volontaristiche, l'introduzione della reperibilità, l'onere e la responsabilità relative alla somministrazione dei farmaci all'utenza, il lavoro notturno spesso sottopagato, ecc., non fa altro che svilire e umiliare i lavoratori/le lavoratrici nel loro operare.

    In questo quadro c'è da registrare come la contrattazione a livello aziendale, invece di rappresentare un'occasione per salvaguardare e tutelare maggiormente il lavoratore/la lavoratrice sul piano della valorizzazione, della professionalità e del diritto alla salute ed alla sicurezza, si stia trasformando in un ulteriore passaggio volto all'abbattimento dei diritti già riconosciuti e sanciti a livello normativo, diventi occasione di superflue e poco proficue disquisizioni tra sindacati confederali e padronato.

    Si assiste così anche in provincia di Trento a situazioni in cui le cooperative sociali (ad es. Coop. Gruppo 78 ) in combutta con i sindacati confederali arrivano ad imporre contratti aziendali che vanno a sovrapporsi a vigenti contratti nazionali e provinciali di settore.

    Emulando un recente accordo dei chimici che consente alla contrattazione aziendale di derogare in peggio rispetto ai contratti nazionali le cooperative sociali tendono a procedere verso la stipulazione di contratti aziendali che scaricano su lavoratori ulteriori oneri, rischi e responsabilità.

    Questi contratti aziendali in assenza di RSU, che si ignorano e/o che si osteggiano nonostante siano le uniche legittimate alla contrattazione aziendale, sono introdotti con metodi alquanto discutibili.

    Con riunioni ristrette e gestite con metodi discriminatori che si tengono al chiuso di qualche sede sindacale s'impongono di fatto esiti di surreali votazioni per far approvare ai lavoratori presenti accordi già stipulati tra cooperativa e funzionario sindacale di turno. Con tre o quattro voti favorevoli, magari a fronte di 30 o 40 lavoratori/lavoratrici effettivamente assunti ed impiegati, si fanno approvare contratti aziendali ai lavoratori.

    E' sempre più evidente che dalle cooperative sociali alla sanità, dalla scuola all'ente pubblico, dal commercio all'industria, ecc., i lavoratori/le lavoratrici sono oggi privi/e di una propria rappresentanza sindacale che corrisponda ad essi/e. In questo quadro solo i cobas costruiti dagli stessi lavoratori nell'ambito degli esistenti sindacati autorganizzati possono rappresentare una reale salvaguardia degli interessi dei lavoratori.

    Articolo pubblicato sul quotidiano locale Il Trentino del 14/06/06

    per la RSA Slai-Cobas Consorzio ConSolida
    Andrea Dalsasso

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