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Italian Rodeo

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(13 Maggio 2012) Enzo Apicella

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    L'inutil-dannoso decreto Bersani

    come si creano e si rafforzano oligopoli nell'alta finanza di centrosinistra

    (5 Luglio 2006)

    Con il decreto Bersani passa ancora una volta la menzogna del: “liberalizziamo perchè aumentando la concorrenza i prezzi si abbassano”.
    Fuori dal dato storico che già da solo dice esattamente il contrario (lampante lo strozzinaggio bancario ed immobiliare come triste fenomeno italiano prima che mondiale e l’aumento del costo della vita nel decennio delle tanto decantate privatizzazioni), è evidente che con questa manovra politica:
    1- si trasferisce potere economico: ancora di più alle case farmaceutiche e alle grandi catene di distribuzione ( fenomeno “scatoletta di aspirina al supermercato”), in grado di incrementare i profitti.
    Quello che si manifesta è un travaso di profitto da un settore all’altro del grande Capitale (passaggi di ricchezza interni ai Mercanti);
    2- si crea nuovo potere economico: la liberalizzazione delle licenze, senza peraltro fissare nemmeno una quota massima di acquisizione (comunque raggirabile attraverso la consuetudine degli accordi non pubblicizzati tra partner di settore), permetterà ai soliti noti della grande finanza di ficcare il naso e le mani in un settore molto appetibile, quale quello del servizio di trasporti privato, che in città come Roma muove un giro di affari di svariate centinaia di milioni di euro annui.
    Da questo punto di vista la rivolta dei tassisti va inquadrata come la strenua difesa di interessi piccolo borghesi minacciati dal potere dell’alta finanza e quindi come rivendicazione dei loro margini di autonomia al cospetto del concreto rischio (per loro, non certo per il consumatore) di divenire lavoratori parasubordinati ;
    3-si consolida potere economico: la pressione delle lobby di avvocati più anziani nei confronti di quelli più giovani sarà tale da non permettere alcuna forma di gioco al ribasso del tariffario (ammesso e non concesso che i secondi abbiano tutto l’interesse ad effettuare una manovra per loro economicamente deleteria).
    Questi tre punti sono legati evidentemente dal rischio che ancora una volta, come già successo in passato, si creino o si consolidino “cartelli politico-affaristici”, simbolo di un’Italia provinciale e pappona.
    Fermo restando che siamo lontani anni luce dal modo di vedere la società del Ministro Bersani, ci permettiamo di suggerire al ministro riformista, alcune piccole cose, nemmeno tanto impegnative e da attivare magari anche per decreto:
    1- abolire la prassi dell’anatocismo, con cui le banche lucrano miliardi agli italiani frazionando il saldo da interesse annuale in “comode” rate trimestrali: una vera truffa di cui poco si parla;
    2- reintroddure l’equo canone,che lui stesso aveva contribuito a smantellare, permettendo al consumatore di respirare dallo strozzinaggio da affitto;
    3- nuova politica di trasporto pubblico, con calmieramento delle tariffe del servizio di trasporto privato su standard non da Terzo Mondo ma da Europa civile, dove l’utente non necessariamente deve essere il turista giapponese ingenuamente babbeo;
    4- se è possibile avere l’aspirina monodose, come si fa nel resto del Pianeta.
    Paradossalmente l'unico punto di concreta svolta (quello che impedisce alla classe notarile di lucrare sui passaggi di proprietà) è anche quello che da subito avrà un riverbero negativo sulle abitudini degli utenti, obbligati ad interminabili code negli Uffici comunali per presentare le pratiche da esaminare.

    www.mercantedivenezia.org

    francesco fumarola

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