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La tragedia di Vibo

Calabria: abbandonata ancora una volta a se stessa

(7 Luglio 2006)

Giorno 3 luglio 2006, sulla città di Vibo Valentia e sulla sua provincia, si è abbattuta la forza della natura che ha devastato un territorio debole, povero, ma dalle tante potenzialità mai sfruttate se non in campagna elettorale.
Una tragedia annunciata? La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha aperto una inchiesta per disastro colposo contro ignoti. È ignoto chi favorisce l'abusivismo edilizio? È ignoto chi favorisce la edificazione di fabbricati adibiti ad uso residenziale e non solo in zone ad alto rischio idrogeologico? È ignoto chi da anni promette di potenziare, rendere funzionante, il servizio dello scarico delle acque montane, e della rete fognaria? È ignoto chi è responsabile della distruzione di alcuni quartieri di Vibo, e della morte di 4 persone tra cui un bambino di soli 16 mesi?

È facile scaricare tutta la responsabilità, come dice Bertolaso, su un evento non prevedibile che non si verificava da 2 secoli. È altresì facile dimostrare la presenza effettiva del governo, con un volo fatto in elicottero dal presidente Prodi e da una conferenza di soli 20 minuti per andare poi a festeggiare in Germania la vittoria della nazionale. Promettendo uno stanziamento iniziale di 5 milioni di euro, di cui molti denunciano la debolezza della somma messa a disposizione tanto che si stanno facendo le collette per pagare la benzina delle barche che devono soccorrere per le strade allagate a tre giorni dal nubifragio i cittadini che non vogliono e non possono lasciare le loro case. Per il dopo si vedrà... Intanto Le aziende sono andate distrutte, villaggi turistici devastati, abitazioni demolite o da demolire, strade da rifare in toto, rete fognaria da ricostruire, tanto che in questi giorni le fogne sono a cielo aperto, la corrente elettrica non si può utilizzare e ovviamente manca l'acqua. L’economia Vibonese, che si poggia soprattutto sul turismo è andata in fumo, o meglio a mare. Ma se tutto questo non bastasse la protezione Civile che si vanta davanti ai tg nazionali di risolvere tutto in 48 ore, poi in 72 ore (e c’è già chi paventa l'ipotesi di una evacuazione per motivi sanitari dopo le 72 ore) dove è? Molti cittadini Vibonesi hanno evidenziato, anche davanti alle telecamere che si deve parlare di protezione incivile. Tale malcontento è emerso anche tra le stesse forze dell'ordine che in questo caso insieme ad un’intimorita e spaventata popolazione meritano un plauso per quello che stanno facendo su tale territorio devastato. Tutto ciò non è più tollerabile nel 2006. Di Calabria si parla solo per la ‘ndrangheta, per il ponte delle illusioni, ma mai per le tante cose positive che questa terra offre. I Calabresi si sentono soli, non sono rappresentati da nessuno. È giunto il momento di dare una svolta a questo sistema politico fallimentare, sempre più lontano dalle esigenze e dai problemi quotidiani dei cittadini; la politica burocratica del nostro Paese è giunta al collasso, facendo pagare le conseguenze della sua inefficienza alla povera gente. Quante tragedie devono ancora verificarsi, quanti morti ancora? Quanta desolazione? Occorre una svolta.

Intanto a Vibo Valentia trascorrerà un alta notte nel fango, nella melma senza acqua e luce... il Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori manifesta tutta la sua solidarietà ai vibonesi che ancora una volta sono stati abbandonati a se stessi.

Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori - Vibo Valentia

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