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Giri di parole

in risposta all'appello 'Ripartire da Genova...'

(8 Luglio 2006)

Ho letto con attenzione il documento 'Ripartire da Genova...' sottoscritto da Agnoletto, Molinari, Pizzo, Sullo e diversi altri. Trovo strabiliante il trasformismo contingente di tutti costoro che non vogliono prendere atto che questo governo ha la stessa natura di tutti i governi borghesi che si sono susseguiti in questi decenni e che non cambiano le scelte di fondo (e spesso anche quelle di superficie) delle loro politiche, né internazionali né economiche (vedasi il recentissimo DPEF di Prodi-Padoa Schioppa).

Trasformismo, perché tutti i suddetti firmatari nel lontano (temporalmente e politicamente) luglio 2001 usavano ben altro linguaggio e ben altra perentorietà nel valutare le politiche di guerra e quelle economiche nazionali ed internazionali. Carlo Giuliani è stato ucciso da uno governo di centro-destra che eseguiva con puntualità e durezza quanto il centro-sinistra aveva organizzato. E d'altra parte proprio il centro-sinistra col suo ministro Bianco nel febbraio dello stesso anno aveva massacrato il movimento che a Napoli stava manifestando sulle stesse tematiche del luglio.

Contingente, perché pare che a seconda dei momenti i principi possano cambiare, per cui dall'asserire l'opposizione a tutte le guerre 'senza se e senza ma', slogan di lontano conio ma di recente dismissione, che Agnoletto, uno dei portavoce del movimento nel luglio 2001, soleva ripetere ad ogni piè sospinto, oggi si è passati a parlare di 'ottenere dal Parlamento entro il 2006' non il ritiro dall'Afghanistan delle nostre truppe (che comunque sarebbe sempre troppo tardi) bensì 'l'approvazione di una strategia di uscita dalla guerra'.

Giri di parole. Ecco cosa sono. Forme verbali che nascondono accondiscendenza verso Prodi e i suoi lacché, di cui i firmatari rischiano di entrare a far parte, grazie a questi bizantinismi verbali che nascondono assenza di volontà politica e di coerenza nel contrastare la guerra semplicemente perché è guerra di grandi potenze (capitalistiche, aggiungo io) contro i poveri del mondo (proletari della divisione internazionale del lavoro e delle risorse, aggiungo sempre io) e che per questo vanno contrastate, sempre, chiunque sia che le avvii, le combatta, le sostenga, le finanzi, si chiami esso Berlusconi o Prodi.

Se poi penso al prezzo personale che ho pagato insieme a tanti altri manifestanti (fortunatamente non estremo come quello di Carlo, ma vi garantisco che i caschi della polizia in faccia tramortiscono, spezzano il naso e lasciano segni indelebili, ripeto indelebili, nell'animo) allora certi giri di parole diventano offensivi dell'impegno politico e ideale, oltre che dell'intelligenza, di milioni di persone che se sono in difficoltà nel ridare gambe al movimento, lo sono solo perché sono del tutto disorientate da partiti politici sedicenti progressisti che si sono fatti votare usando parole ben diverse da quelle usate oggi (pensate a Bertinotti che da presidente della camera è riuscito a dire che la missione afghana è costituzionalmente di pace [leggete il comunicato di Nella Ginatempo e riascoltatevi le dichiarazioni dell'ex grande timoniere del PRC al TG2 del 28 giugno scorso]) e da associazioni che mostrano, come state facendo voi, di non possedere alcuna autonomia politica da quei partiti.

Con grande rammarico, ma con altrettanta determinazione, la stessa che avevo nel febbraio 2001, nel luglio 2001, ma anche nel novembre 2004 quando pochi con me denunciavano con forza il massacro di Falluja, la repressione in Palestina, i bombardamenti in Afghanistan, vi lascio al vostro politicismo e vado ad organizzare, con o senza di voi, la solidarietà a tutti i popoli sotto occupazione a partire da quello palestinese.

Brunello Fogagnoli
del Collettivo Comunista 'B. Brecht' del Veneto Orientale

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