Capitale e lavoro :: Call center e lotta di classe

Fine della tutela dei diritti dei lavoratori Vodafone?

(30 Giugno 2006)

Il 30 giugno è stato indetto dai lavoratori della Vodafone uno sciopero per l’intera giornata contro la logica dell’azienda di modernizzare le relazioni industriali ossia disconoscendo ai sindacati il ruolo di portavoce degli interessi e dei diritti dei lavoratori.
E’ l’ennesimo colpo fatto dall’azienda in chiave di ristrutturazione organizzativa e di politiche aziendali.
La logica di tagliare sempre più i diritti ai lavoratori è un percorso in atto da anni: passaggio da un contratto forte come quello dei metalmeccanici ad uno più debole come quello delle telecomunicazioni, centralizzazione di alcuni reparti come la rete con evidenti problemi di spostamento dei lavoratori e delle proprie famiglie, esternalizzazioni e premi vari al posto di aumenti salariali.
A tutto questo va aggiunto l’incapacità dei sindacati confederali di frenare l’azienda in questa mercificazione dei lavoratori, anzi proprio Cgil Cisl e Uil si sono limitati nella spasmodica ricerca di politiche concertative riducendosi sempre più a semplici destinatari delle scelte aziendali.

Il Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene lo sciopero delle/i lavoratrici/ori dei Call Center Vodafone rivendicando:

- contrattazione collettiva e non individuale;
- riconoscimento di tutti i diritti dei lavoratori
- riconoscimento dei sindacati come organi di tutela dei diritti dei lavoratori.

Bologna, 29 giugno 2006

Movimento per il
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Bologna