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(21 Marzo 2012) Enzo Apicella

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Restauro:ecco come veniamo sfruttati nei cantieri noi restauratori-dipendenti.

Le soprintendenze ed il ministro Rutelli continuano ad essere latitanti

(23 Luglio 2006)

I RESTAURATORI E LE RESTAURATRICI SONO SFRUTTATI, SENZA DIRITTI. SI CONTINUA A NON APPLICARE IL CONTRATTO DEL SETTORE DELL'EDILIZIA
UNA DRAMMATICA TESTIMONIANZA DI UNA RESTAURATRICE NAPOLETANA SULLE CONDIZIONI DI LAVORO E SULLA VIOLAZIONE DEI DIRITTI NEL SETTORE DEL RESTAURO ARTISTICO

Sono anni che "SOPRINTENDENZE AI BENI CULTURALI" di Napoli capeggiate da soprintendenti e dai vari funzionari(ai quali spetterebbe il compito di controllare i cantieri e soprattutto la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici addetti ai lavori di restauro) fanno finta di non sapere e di non vedere quei lavoratori e lavoratrici che vengono sfruttati nei cantieri di restauro artistico dalle varie imprese "fiduciarie". In quei cantieri si lavora nove ore al giorno fianco a fianco con gli operai edili. Le imprese "fiduciarie" per i restauratori e le restauratrici applicano "contratti di progetto"...tanto nessuno li controlla, funzionari e soprintendenti legittimano di fatto una vera e propria "consorteria di imprese di fiducia del settore del restauro".
Nei cantieri di restauro artistico molto spesso non ci sono i bagni, non ci sono spogliatoi, non si fanno visite mediche(solo sulla carta) e si consuma il pranzo seduti per terra e magari dove tutto il giorno si è lavorato con sostanze tossiche e nocive.

Ti dicono che hai avuto fortuna a trovare quel lavoro, che fuori dal cantiere ci sono centinaia di ragazzi/e che ti invidiano e che lavorerebbero gratis addirittura, quindi alla fine devi anche ringraziarli per l'opportunità che ti è stata data. La paga si aggira intorno ai settecento euro mensili per chi lavora da tanti anni nel settore, trecento euro per chi ha iniziato da poco(per questa cifra hanno lavorato al restauro della "guglia di S.Domenico Maggiore" a Napoli.

Ti dicono che non sei restauratrici/ore perchè non hai i requisiti e che non sei nemmeno collaboratore perchè non hai un l'attestato di un corso regionale o di una scuola autorizzata e riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali, e, quindi non puoi pretendere nulla, deve sottostare a quello che ti offrono, che non esiste un contratto per i restauratori/trici, ma i "funzionari" della Soprintendenza sanno benissimo che sono i collaboratori ad iniziare e finire tutte le fasi dei lavori di restauro.
Ma loro continuano a fare finta di nulla.

Le imprese di restauro artistico si accreditano gli appalti dando laute ricompense ai funzionari della soprintendenza e mettendosi d'accordo tra di loro per la spartizione dei lavori facendo in modo da tenere le i neoimprenditori fuori dal giro. Infatti con il controllo dell'ufficio contratti e appalti delle soprintendenze si scopre che i lavori vengono affidati sempre alle stesse imprese.

I lavoratori e le lavoratrici vengono tutti i giorni umiliati/e e psicologicamente demoralizzati, molti sono depressi e cambiano lavoro(se gli riesce di trovarne uno) specialmente chi opera nel settore da tanti anni.

Non hanno trovato sostegno nemmeno nelle organizzazioni sindacali le quali dicono "sono pochi non fanno numero".

E poi c'è qualche sigla sindacale che a tavolino insieme alle lobby del restauro(Istituto Centrale del Restauro, Opificio delle Pietre Dure e scuole di "alta specializzazione" o scuole private) organizza il "massacro" di questa minoranza, chissà per quale occulta ragione.
Ma la verità forse è sempre la stessa.

AI RESTAURATORI E ALLE RESTAURATRICI SI NEGANO I DIRITTI PIU' ELEMENTARI(COME LA MALATTIA, LA MATERNITA', LE FERIE) SUSSISTE UNO STATO DI SFRUTTAMENTO UOMO SU UOMO, UMILIAZIONI CONTINUE CHE VIOLANO(SPECIE PER LE DONNE) LA SFERA PERSONALE E PSICOLOGICA.

UNA RESTAURATRICE NAPOLETANA

Nino Stella

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