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Trieste, processati perché scioperano contro la privatizzazione

Rinviati a giudizio sessanta autisti dell'azienda comunale di trasporto. A Torino, intanto, blindati contro i picchetti

(4 Ottobre 2002)

Non c'è solo la paventata "riforma" della legge sul diritto di sciopero che potrebbe mettere in mora un diritto costituzionalmente garantito. Nei luoghi di lavoro, e nelle aule di tribunale, sta venendo avanti un atteggiamento fortemente repressivo. E' di ieri la notizia del rinvio a giudizio per 57 autoferrotranvieri dell'azienda pubblica Trieste Trasporti, per le manifestazioni di protesta attuate il 2 e 3 gennaio 2001 davanti ai cancelli d'entrata della Spa.

La procura della Republica ha contestato agli indagati il reato di «interruzione di pubblico servizio», fissando la prima udienza per il prossimo 16 dicembre. I lavoratori - che rischiano da uno a cinque anni di reclusione - avevano manifestato contro la privatizzazione dell'azienda cancellando per due giorni consecutivi il trasporto pubblico in città. Su questa delicata situazione le Rdb - le Rappresentanze sindacali di base - sottolineano come lo sciopero del 2 e 3 gennaio 2001 era esploso spontaneo anche «per l'atteggiamento degli amministratori e dirigenti della Trieste Trasporti» che tra l'altro avevano «disdettato la contrattazione aziendale preesistente, violato la legge sullo sciopero ed aumentato le prestazioni lavorative». I lavoratori poi - sostengono i sindacati - manifestando avevano scaricato la loro rabbia nei confronti «dell'allora sindaco Illy e dei vertici dell'azienda». Ai lavoratori sotto inchiesta sono state comunque garantite da parte delle Rdb sia iniziative di solidarietà, sia un'adeguata assistenza legale.

Dal nord-est al nord-ovest. L'altra storia viene dal Piemonte. Contro i lavoratori della Hays Patrs Service che protestavano contro l'uso indiscriminato dei provvedimenti disciplinari è stata spedita in forze una nutrita schiera di poliziotti, carabinieri, con tanto di furgoni blindati, e vigili urbani. Una reazione spropositata contro un gruppo di lavoratori mobilitati dal Sin. Cobas e dalla Fiom. Presenti al fatto il consigliere regionale del Prc Rocco Papandrea e un gruppo di Giovani comunisti. Sulla vicenda c'è una interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno firmata dal senatore Gigi Malabarba.