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Ordine del giorno sullo sciopero del 18 ottobre 2002

Presentato, ma non approvato, dal comitato politico federale del PRC di Padova

(5 Ottobre 2002)

Il C.P.F. di Padova condivide e sostiene la scelta della CGIL di indire uno sciopero generale di otto ore per il 18 ottobre, contro il patto per l’Italia, la finanziaria del 2003, la legge Bossi Fini e le scelte di guerra in Iraq. La scelta dei sindacati di base di condividere la stessa data per il loro sciopero, allargando la forza e l’estensione dello sciopero, è un importante segnale di ricomposizione e unità delle lotte
.
Il governo Berlusconi, con la inqualificabile complicità dei gruppi dirigenti di CISL e UIL, dichiara un'autentica guerra alle condizioni dei lavoratori, dei giovani, della maggioranza della società: attacco all'articolo 18, distruzione programmata della previdenza pubblica, nuova flessibilità selvaggia, reintroduzione generale dei tickets sanitari, ulteriori colpi all'istruzione pubblica, nuova legislazione anti-immigrati, assieme a una valanga di nuovi regali fiscali a profitti, patrimoni, rendite finanziarie. La riuscita dello sciopero generale è un passo importante per fermare queste politiche, mettere in crisi le tentazioni corporative di Cisl e Uil, attaccare a fondo le politiche concertative degli anni ’90.

Per queste ragioni il Prc di Padova si impegna per la massima riuscita di questo appuntamento di lotta, organizzando volantinaggi e sostenendo i picchetti nella giornata del 18.

Ma di fronte a tutto questo non bastano scioperi simbolici, per quanto grandi, né solo manifestazioni dimostrative, per quanto imponenti. E' necessaria una prova di forza straordinaria che pieghi il governo e la Confindustria. E' necessario batterli. E' necessario vincere, e non si può vincere con scioperi simbolici ogni tre mesi. Si può vincere se si imbocca una strada nuova e straordinaria a fronte di un attacco straordinario: quella di una lotta ad oltranza che blocchi l'italia sino al ritiro di tutte le deleghe e disegni governativi. Si può. E' quello che hanno fatto i lavoratori francesi nel '95 piegando il governo Juppè. Si può ma occorre battersi perché questa svolta si compia.

Ma oltre che nelle forme di lotta, è ancora più importante che le mobilitazioni dei lavoratori trovino una piattaforma all’altezza dello scontro in corso, che non si limiti alla pur necessaria difesa dei diritti dei lavoratori, ma rompa le politiche di contenimento salariale, di precarizzazione e flessibilizzazione della forza lavoro. Il passo che la Fiom ha compiuto nelle scorse settimane è importante, definendo una piattaforma per il CCNL che mette in discussione gli accordi del 23 luglio e rompendo con CISL/UIL sulla questione della democrazia. Ma questo passo va allargato a tutte le categorie e a tutti i livelli (territoriale ed aziendale), rivedendo le recenti scelte della stessa Cgil su importanti contratti (chimici, calzaturieri, ecc) ed estendendo il ciclo di lotte avviato contro il patto per l’Italia.

Quali strumenti si può dare il Partito per favorire questi due processi politici, l’allargamento della rottura con le politiche concertative e l’intensificarsi degli scioperi? Il Comitato Politico Federale del Prc padovano invita tutti i lavoratori ed i delegati RSU a costituire comitati e coordinamenti sul piano aziendale e territoriale, che raccogliendosi sulla base di chiare piattaforme anticoncertative, indipendentemente dalle diverse appartenenze sindacali (Cgil, sindacati di base, dissidenti o minoranze dei sindacati autonomi o di Cisl e Uil), rilancino dopo lo sciopero del 18 ottobre la lotta dei lavoratori dentro le categorie ed a livello generale.

Padova, 4 ottobre 2002

voti a favore: 6
voti contrari: 7
astenuti: 1

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