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Fermare Israele: No al genocidio del popolo palestinese

(30 Giugno 2006)

E’ in atto in Palestina un vero e proprio genocidio del popolo palestinese ad opera dell’esercito israeliano.

Bisogna fermarlo!

Difendersi dal terrorismo dei kamikaze, affermare il diritto di Israele di esistere come stato sovrano, isolare il governo di Hamas che tale diritto vuole negare è legittimo.

Ma ciò non giustifica le uccisioni mirate, le incursioni ed i bombardamenti che uccidono civili innocenti, donne incinte e bambini; non giustifica vessazioni nei confronti dei lavoratori e contadini palestinesi né un embargo che fa morire per fame e per malattie non curate centinaia di persone. Ciò non giustifica comportamenti militari che fanno dei servizi e dell’esercito israeliani troppo simili alla gestapo o SS di infausta memoria.

Il governo di Hamas è purtroppo il risultato della politica israeliana, della violazione di tutte le risoluzioni dell’ONU, di tutti gli ostacoli frapposti al riconoscimento di fatto del diritto di esistere di uno stato palestinese territorialmente unitario, sicuro entro i propri confini, libero e sovrano, gestore delle proprie risorse.

E’ anche il risultato della inetta politica occidentale nei confronti dei paesi arabi, politica che ha dato priorità agli interessi economici a dispetto delle dittature, delle povertà da queste prodotte, della crescita del fondamentalismo religioso, dell’antisemitismo cioè di tutta quella miscela che ha acceso i fuochi del terrorismo.

In questa vicenda palestinese non c’è da aspettarsi che la soluzione provenga da Washington sotto le cui direttive si muove il governo israeliano. Gli Usa sono esclusivamente interessati a mantenere, attraverso Israele, il controllo di questa area medio-orientale. La creazione di uno stato palestinese democratico, laico, indipendente e sovrano non è congeniale alla politica imperialista nord-americana.

C’è da aspettarsi e rammaricarsi per i tanti passi indietro compiuti una diversa ed autonoma politica europea e dell’Italia.

Non è mai troppo tardi.
Serve però un maggiore impegno, una ripresa della mobilitazione delle forze di pace molte delle quali sono da tempo diventate “reticenti” ,“immobili”, assurdamente “bipartisan”, affinché il nuovo governo italiano di centro-sinistra non “taccia” sul genocidio in corso e agisca autonomamente e in sede europea non appoggiando embarghi ma accelerando un processo di liberazione dei territori occupati , la costituzione e il riconoscimento dello stato palestinese indipendente e sovrano.

Lucio Costa

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