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Contro il finto pacifismo di Prodi e Bertinotti

(1 Agosto 2006)

In questi giorni, alla camera dei deputati ed al senato, si è concluso l'iter della procedura di approvazione delle missioni italiane all'estero ed in particolare della missione in Afghanistan.

Si tratta di un passaggio molto atteso da tutti quei giovani, donne, intellettuali, lavoratori e reali democratici che in Italia, ma non solo, hanno guardato con fiducia e hanno sostenuto una prospettiva pacifista che il governo Prodi avrebbe dovuto garantire.

Intere aree della società civile, della cooperazione e del terzo settore, del sindacalismo confederale e partiti politici come Rifondazione Comunista hanno chiesto e ottenuto voti a sostegno del governo Prodi sotto la parola d'ordine del pacifismo, dell'importanza fondamentale del dialogo, della ricchezza della diversità di vedute e soprattutto della rottura netta con il passato di guerra rappresentato dal governo Berlusconi e dagli strettissimi rapporti d’alleanza con la politica degli Stati Uniti.

La crescente pressione politica operata nelle settimane precedenti nei confronti di qualsiasi posizione realmente pacifista contraria alla presenza, ormai decennale, di forze armate italiane all'estero, e soprattutto del rafforzamento del nostro ruolo nell'infinita guerra in corso in Afghanistan, ha portato inevitabilmente ad un esito vergognoso.

La Camera dei deputati ha infatti approvato il Ddl di rifinanziamento delle missioni italiane all'estero con ben 549 voti a favore e solo 4 contrari.

Anche questa minoritaria parvenza di opposizione si è poi dissolta rapidamente al senato quando si è andati all’approvazione definitiva sotto l’ulteriore pressione del voto di fiducia sul provvedimento.

Il vile ricatto nei confronti di qualsiasi posizione coerente e onesta di rispetto del proprio mandato parlamentare e la demenziale teorizzazione che afferma che se non si è con Prodi allora si è con Berlusconi hanno dato il loro primo frutto.

Come se non bastasse, alla faccia dell’importanza del dialogo e del dibattito, il governo non digerisce neppure un’infima minoranza di contrari e impone immediatamente il ricorso al voto di fiducia mentre il ministro D'Alema esprime bene il suo concetto di democrazia: “È vero che il meccanismo del voto sul rifinanziamento è anomalo, perché ogni sei mesi ci precipita in una sorta di psicodramma collettivo”.

Ma non si tratta di una semplice adesione ad una richiesta internazionale di impegno nell'area afghana ma di un vero e proprio passaggio mirato a ribadire e rafforzare la piena continuità con una politica estera di offensiva militare che ben incarnava lo stesso governo Berlusconi.

Forze come Rifondazione Comunista si prestano oggi al vergognoso compito di far passare come pacifista e non violenta la stessa politica che ieri rinfacciavano al governo di destra quando si trattava di chiedere i voti alle masse popolari italiane.

In Italia stiamo ancora aspettando un effettivo ritiro dall'Iraq di forze armate e mercenari vari che operano sotto svariate forme e sigle più fantasiose, un ritiro che altre nazioni come la Spagna di Zapatero, tanto osannata dal PRC, hanno operato in poche settimane e che si sta trasformando nell'ennesima buffonata di facciata.

Da tutto il mondo arrivano denunce sull'operato reazionario del nuovo governo afghano, vero e proprio fantoccio inventato dai paesi occupanti, che nulla ha a che fare con i valori di pace e democrazia tanto sbandierati a casa nostra e che vacilla ogni giorno sotto la rabbia dei suoi stessi sudditi.

Ma invece di rallegrarsi della caduta di questo regime i nostri cosiddetti democratici si prodigano per la sua difesa.

Di fronte all'orribile clima di sfacciata propaganda che ogni giorno si sta allargando a macchia d'olio per preparare un nuovo massacro, questa volta contro il popolo iraniano, ecco che Rifondazione Comunista sostiene l'invio di ulteriori forze armate in Afghanistan meridionale dove è evidente la funzione di pressione militare sul confinante Iran.

Mentre da tre settimane il Libano ed i territori occupati palestinesi sono oggetto di una incredibile aggressione ad opera dell'unica vera superpotenza nucleare dell'area, lo stato di Israele, il governo Prodi, il ministro D'Alema ed il presidente della camera Bertinotti si guardano bene dal denunciare chi sono i veri nemici della pace mostrando così come Iraq, Libano, Territori Palestinesi, Iran e Afghanistan siano oggi tasselli della nuova guerra contro i popoli del mondo alla quale ben si presta anche il nostro paese.

Rifondazione Comunista dovrebbe infine spiegare ai suoi elettori e simpatizzanti italiani ed esteri quale incredibile ruolo di salvaguardia dei valori di democrazia e civiltà dovrebbero garantire le nostre forze armate dispiegate all’estero quando è oramai evidente a qualsiasi semplice cittadino che il controllo sociale e collettivo su queste entità è pressoché nullo come hanno dimostrato anche le ultime vicende relative a mercenari in Iraq e relativa “polizia parallela”, voli CIA e rapimento di Abu Omar nel nostro paese.

Collettivo Comunista Antonio Gramsci

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