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(2 Giugno 2011) Enzo Apicella
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La RAI non metta da parte Pagliara, ma che lo paghi il governo israeliano

(7 Agosto 2006)

No, non si faccia come ha fatto Berlusconi, però c'è un limite a tutto.
I servizi da Israele di Claudio Pagliara sono sempre più scandalosi e sempre più orientati ad "orientare" chi lo ascolta.
In ogni servizio ci almeno due o tre riferimenti a sostegno delle iniziative militari e diplomatiche del governo israeliano.
Il tutto condito da una coreografia tesa a drammatizzare gli eventi: dal giubbetto antiproiettile (forse sbaglio, ma credo sia l'unico inviato a presentarsi così conciato) all'eccitazione nel descrivere i danni provocati dai razzi lanciati dagli Hezzbollah, che per inciso possono sì e no costituire l'1% dei danni causati giornalmente da Israele a danno di palestinesi e libanesi.
Nella totale assenza, quindi, di un pur minimo riscontro con la realtà del dramma vissuto da libanesi e palestinesi, Claudio Pagliara ci parla di attacchi missilistici che si susseguono dall'alba al tramonto: "10, 20 razzi alla volta nello spazio di pochi minuti". Ma considerato che si tratta, nelle giornate più dure, di non più di 150-200 razzi al giorno (numeri forniti dallo stesso Pagliara), per lo più in zone disabitate, va da sé che le cose in Israele vanno certamente molto meglio che in Libano o nella striscia di Gaza. Ma Claudio Pagliara, questo, si guarda bene dal commentarlo, preoccupandosi invece di trovare le parole giuste per motivare l'escalation militare da parte del governo israeliano.

Claudio Pagliara vive in un mondo tutto suo, dove se arrivano 100-200 razzi in Israele non è perché in queste ultime settimane la rappresaglia militare scatenata dal governo israeliano in risposta al rapimento di due soldati ha già provocato oltre mille morti tra la popolazione libanese, di cui gran parte bambini ed un milione di sfollati; la distruzione di interi quartieri e delle maggiori infrastrutture, comprese tutte le vie di comunicazione con conseguente impossibilità di far arrivare gli aiuti umanitari alla popolazione libanese.
No, per il nostro inviato-politologo i razzi su Israele di queste ultime ore vanno letti come la risposta degli Hezzbollah agli sforzi di pace della diplomazia internazionale.
I bombardamenti su tutto il Libano da parte di Israele, invece, vanno letti come la chiave di volta per consentire alla comunità internazionale di trovare il terreno giusto per dispiegare l'iniziativa di pace.
Parafrasando un grande libro di Primo Levi che dovrebbe essere inserito nei programmi scolastici, pensando a Claudio Pagliara viene purtroppo da commentare: "Se questo è un giornalista".

Franco Ragusa

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