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No alla guerra Nato

No alla guerra Nato

(9 Aprile 2011) Enzo Apicella
Pressioni USA sull'Italia per un intervento attivo nella guerra in Libia

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    (Imperialismo e guerra)

    La forza militare internazionale in Libano farà il lavoro sporco per Israele e gli USA.

    L’Italia e l’Europa non siano complici di questa operazione

    (8 Agosto 2006)

    Lettera aperta al movimento contro la guerra e alla sinistra

    Sull’escalation in corso in Libano e in Medio Oriente, si va configurando sempre più nitidamente il rischio che anche l’Italia e l’Unione Europea si rendano complici di un intervento internazionale destinato a fare il “lavoro sporco” per conto di Israele e degli Stati Uniti.
    La forza militare internazionale (NATO/ONU) che dovrebbe sostituire e legittimare le forze armate israeliane che occupano nuovamente il Libano del Sud, entrerebbe in conflitto con la sovranità politica e nazionale del Libano (che ha detto per questo no alla Risoluzione dell’ONU) e con l’attività di resistenza degli Hezbollah e delle altre forze patriottiche libanesi. Non solo. Appare vergognoso e paradossale che l’unica Risoluzione ONU sul Medio Oriente sulla quale viene costituita una forza militare internazionale coercitiva sia la nr.1559 sul Libano e non le decine di risoluzioni dell’ONU disattese da decenni da Israele sulla Palestina, il Libano, il Golan siriano.
    In questo modo l’ONU rivela “nei fatti” la sua natura di complice dell’espansionismo israeliano e nelle dichiarazioni formali il suo ruolo di istituzione superpartes.
    Di fronte a questi dati di fatto nascondersi dietro l’ONU per inviare i soldati italiani in Libano (magari spedendoci quelli che dovranno essere ritirati dall’Iraq) è molto peggio che nascondersi dietro una foglia di fico come avviene per la missione militare in Afganistan, la quale con il voto favorevole di tutti i partiti della sinistra, ha aperto la porta a nuovi interventi militari all’estero

    Si impone una svolta politica, diplomatica e strategica sul Medio Oriente. I parametri per le decisioni non possono continuare ad essere gli interessi di Israele. E’ ormai evidente come questi siano gli interessi di uno Stato isolato, estraneo ed ostile al resto della regione. Israele ormai esiste di fatto ma non più di diritto. Il diritto si può datare al 1948 ma da allora in poi l’espansionismo militare e coloniale israeliano ha radicalmente cambiato i suoi confini, le norme e la sua legittimità internazionale. Occorre partire da questa realtà – confermata dagli avvenimenti e dalle conseguenze dell’aggressione al Libano – per mettere fine ad una equidistanza tra le ragioni di Israele, quelle dei palestinesi e dei paesi confinanti che si è rivelata una forma di complicità con l’espansionismo militare e coloniale israeliano.

    Il massacro dei palestinesi a Gaza, il mattatoio scatenato in Libano, le minacce alla Siria, il possibile ricorso alle armi nucleari israeliane e statunitensi contro l’Iran, l’intimidazione contro i governi e le forze politiche democratiche nel resto del mondo vanno dunque fermati adesso prima che inneschino una escalation che relegherà al passato la presunta “gestibilità” delle guerre asimmetriche come è avvenuto fino ad oggi. Dopo anni di mattanze unilaterali, Israele sta verificando sulla pelle della propria popolazione come tale scenario non sia ripetibile all’infinito. Il cessate il fuoco è importante ma non è più sufficiente se a questo non sarà accompagnato un cambiamento radicale degli assetti mediorientali che diano priorità al risarcimento israeliano ed internazionale verso i palestinesi e i paesi arabi confinanti.

    Senza giustizia non ci sarà pace in Medio Oriente

    Il Forum Palestina, dopo la significativa e inaspettata riuscita della manifestazione del 27 luglio, ha confermato l’appuntamento per una grande assemblea nazionale da tenersi nella seconda metà di settembre per organizzare una nuova manifestazione nazionale in solidarietà con la resistenza dei popoli del Libano, della Palestina, dell’Iraq e di tutto il Medio Oriente, per l’abrogazione dell’accordo di cooperazione militare fra Italia e Israele, per l’adozione di sanzioni politiche ed economiche nei confronti del governo di Tel Aviv fino al completo ritiro delle sue truppe da tutti i territori occupati nel 1967.
    Su questo chiamiamo sin da ora al confronto, all’iniziativa e alla formulazione di proposte tutte le forze che hanno compreso come oggi in Medio Oriente nulla sia più come prima e come l’Italia non può continuare a rendersi complice di un mattatoio alimentato dagli interessi israeliani e statunitensi.

    Forum Palestina

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