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(20 Settembre 2009) Enzo Apicella

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Ogni popolo indomito ha la sua Valmy

La battaglia nel sud del Libano è la Valmy del popolo libanese

(16 Agosto 2006)

Il 20 settembre del 1792, l’armata rivoluzionaria dei sanculotti, al canto di ça ira, respinse l’avanzata dell’esercito assolutista prussiano, ritenuto la più potente ed efficiente macchina bellica europea del tempo. I prussiani ripassarono la frontiera senza subire alcun attacco, tranne quelli provocati dalle scariche della dissenteria.

Per quindici ore l’armata rivoluzionaria, per due terzi composta da giovani al di sotto dei venticinque anni, contadini e tessitori disoccupati, impegnò in combattimento un esercito di centomila soldati professionisti.

La battaglia nel sud del Libano, dove le truppe sioniste dovevano attestarsi fino al fiume Litani, sotto la copertura dell’aviazione, è la Valmy del popolo libanese e di tutte le masse arabe.

L’obiettivo che si era preposto lo stato maggiore sionista – il disarmo di Hezbollah, lo smantellamento di tutte le sue strutture logistiche, la decapitazione della sua direzione – non è stato raggiunto. L’attacco al Libano che doveva essere il preludio di quello alla Siria e all’Iran si è risolto in una ritirata. Hanno ragione le masse arabe ad esultare. Quello che non sono riusciti a fare gli eserciti regolari arabi in tre guerre, è riuscito ad un’armata guerrigliera.

Hezbollah doveva resistere ed riuscito nel suo intento, dimostrando di avere grandi capacità militari in campo aperto. I potenti carri armati Merkava spediti in un terreno inadatto sono stati un facile bersaglio dei razzi anticarro in uno scontro ravvicinato. Grande sapienza tattica è quella di saper trasformare gli errori del nemico in strumento di offesa.

I vertici militari sionisti sono provati, ad iniziare dal capo di stato maggiore, Dan Halutz, che è stato ricoverato tre volte per ulcera da stress. Il comandante delle operazioni in Libano, Udi Adam, è stato affiancato dal generale Kaplinsky, un vero e proprio “commissariamento”. Un comando militare con doppia responsabilità significa l’ammissione di un fallimento. Sul piano politico e del consenso la società dello stato sionista ha visto crollare una certezza, fino ad oggi assoluta, l’invincibilità del proprio esercito.

La missione militare della maschera ipocrita dell’imperialismo, l’ONU, si prospetta molto difficile perché dovrebbe riuscire dove non è riuscito l’esercito sionista.

Il governo di Romano Prodi e il presidente Chirac sono avvertiti.

Ozieri 15 agosto

PCL-sezione di Ozieri

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