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Il caso dei palestinesi di Sanabel

Profughi in Palestina e profughi in Italia

(24 Agosto 2006)

Il 23 giugno un gruppo di 9 compagni e compagne palestinesi e’ arrivato in l'Italia, invitati da varie associazioni di solidarieta' per un tour di cultura, tradizione e comunicazione sulla situazione in Palestina.

SANABEL e' il nome del gruppo, (spighe); a Gaza partecipano insieme a molti altri ad una associazione politico-culturale presente in tutto il territorio: "Palestinian Progressive Youth Union" (PPYU). L'associazione ha lo scopo di intervenire e organizzare attivita' socio culturali tra la popolazione giovanile e studentesca, costretta a vivere nella dura prigione della Striscia di Gaza.

Il 24 luglio avrebbero dovuto fare ritorno a Gaza, ma la compagnia egiziana "Egipt air" si e' rifiutata di imbarcarli da Fiumicino per riportarli a casa. La frontiera di Rafah, unico passaggio di entrata a Gaza per i palestinesi, e' chiusa dal 24 giugno, giorno della grande invasione di Israele, con l'operazione "Summer rain".

L'esercito israeliano, nonostante ufficialmente "non abbia piu' nessun controllo" su quella frontiera da dopo il ritiro dei coloni dalla striscia, di fatto la apre e chiude a proprio piacimento.

Neppure la Forza europea EUBAM (European Union Border Aid Monitor, sotto comando italiano dal novembre 2005 tra l’altro) predisposta per l'aiuto e il controllo della frontiera insieme all'autorita' palestinese e all'autorita' egiziana, secondo gli accordi tra tutte le autorita' compresa quella israeliana, ha saputo/voluto imporsi per l' apertura della frontiera per il passaggio dei tantissimi palestinesi rimasti bloccati prima dell'invasione nella striscia di terra fra Egitto e Gaza. Ad oggi sono ammassati in quel lembo di terra circa 10.000 palestinesi; 11 di essi sono morti per il caldo, per la stanchezza e la mancanza di cure; il governo egiziano nega l’ingresso nel paese ad altri palestinesi che andrebbero ad ingrossare questa massa, determinando cosi’ in molti paesi europei la presenza di gruppi di “doppiamente profughi” come i ragazzi di Sanabel.

I governi europei, che avrebbero la responsabilita’ di garantire il passaggio dei palestinesi attraverso il valico, sono immobili. Il governo italiano, impegnato in questo ultimo periodo a costruirsi il ruolo di “facilitatore” all’interno del conflitto che oppone i popoli arabi a Israele, sembra molto piu’ interessato a determinare l’entita’ della missione militare da spedire in Libano (alla faccia del mandato “pacifista” ricevuto dall’elettorato) piuttosto che “facilitare” realmente la vita dei popoli della regione, rendendo ad esempio praticabile il sacrosanto diritto al rientro nelle proprie case di questi palestinesi.

Nonostante l’ultima aggressione assassina verso il Libano, che ha causato piu’ di mille morti tra la popolazione e la distruzione completa del paese, Israele non viene condannato ma al contrario USA e Unione Europea avallano le sue operazioni genocide con il pretesto del “diritto all’autodifesa”. Un diritto che evidentemente per l’Occidente imperialista non vale per iracheni, palestinesi e libanesi, additati come “terroristi” se praticano il diritto all’autodifesa e alla resistenza contro gli occupanti della propria terra.

Il caso di Sanabel e’ solo un piccolo esempio della guerra che da 60 anni i palestinesi e tutti gli arabi subiscono dalle politiche sioniste dello stato di Israele. Bloccati a Fiumicino, i compagni sono stati ospitati per diversi giorni nell’emergenza piu’ totale da singoli, associazioni, strutture di immigrati e solo dopo l’esercizio di un’azione di protesta il Comune di Roma si e’ visto costretto a dare una soluzione piu’ dignitosa almeno alla questione alloggiativa, mettendo a disposizione una struttura predisposta per l’accoglienza dei profughi.

Da allora la quotidiana resistenza di Sanabel fa affidamento sulla solidarieta’ di compagni e realta’ che inviano sottoscrizioni per poter almeno avere di che fare la spesa: per questo, rilanciamo l’appello a raccogliere fondi da inviare ai compagni, attraverso un versamento sulla carta Poste Pay numero 4023 6004 3099 5144 intestata a Shokri Al Jawazneh.

Facciamo anche appello a lavorare in maniera coordinata per organizzare momenti di mobilitazione che costringano il governo italiano a muoversi per porre fine a questa vera e propria deportazione.

Esprimiamo infine la nostra incondizionata solidarieta’ alla resistenza dei popoli arabi che anche in Libano ha mostrato la strada per ottenere il rispetto dei propri diritti: quella della lotta!

Per manifestare sostegno ai ragazzi di Sanabel e raccogliere sottoscrizioni, vi invitiamo ad una Cena popolare GIOVEDI 31 AGOSTO alle 19.30 presso la Panetteria Occupata, via Conterosso 20 Milano

Coordinamento di lotta per la Palestina - Milano

Fonte

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