Capitale e lavoro :: Di lavoro si muore

Sicurezza, l’Ilva di Taranto boicotta l’assembla sindacale

Dopo gli ultimi gravi incidenti e gli scioperi proclamati

(30 Agosto 2006)

Si complica ulteriormente la già travagliata vicenda della sicurezza sul lavoro nel più grande impianto siderurgico europeo, l’Ilva di Taranto. Ieri, infatti, è saltata l’assemblea convocata dai sindacati per discutere del problema infortuni, dopo la lunga catena di incidenti e morti delle ultime settimane che hanno portato alla proclamazione di una settimana di scioperi.

Tra i temi da affrontare, anche l’udienza di venerdì prossimo sul licenziamento dei lavoratori che hanno avuto la grave colpa di infortunarsi durante il lavoro. «Ciò non è avvenuto - denunciano i segretari di Fim, Fiom e Uilm di Taranto - in quanto l’azienda si è resa responsabile di non aver organizzato il trasporto dei lavoratori dai reparti al luogo dell’assemblea». Secondo i sindacati metalmeccanici siamo di fronte all’«ennesimo atteggiamento di arroganza e prevaricazione da parte dell’azienda nei confronti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali».

E tuttavia le riunioni che non sono cominciate ieri si svolgeranno sicuramente nei prossimi giorni, avvertono operai e sindacalisti, in barba all’«atteggiamento di disprezzo verso l’applicazione di regole contrattuali e di leggi» dimostrato finora dall’Ilva.

Nel frattempo di lavoro si continua a morire. Tre infortuni, infatti, sono accaduti nella giornata di ieri. Uno a Novara, dove un meccanico è morto schiacciato da una cabina di un camion, gli altri a Cerignola, dove due operai sono stati travolti da un auto mentre rimuovevano i coni della segnaletica sull’autostrada A 14. Uno è morto, l’altro grave. Ancora una volta la Puglia si manifesta come una regione dove lavorare, più che un diritto, è un rischio.

Sa. pi - Liberazione 30 Agosto 2006