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il 18 scioperiamo tutti

il volantino del PRC

(11 Ottobre 2002)

Il 18 ottobre si terrà lo sciopero generale proclamato dalla CGIL e dalle organizzazioni sindacali di base. Invitiamo tutti a scioperare per fermare l’offensiva contro i lavoratori che governo e Confindustria stanno conducendo.

Dopo anni in cui la politica della concertazione ha già notevolmente ridotto i salari e allargato le maglie della precarietà, questo governo guerrafondaio e la Confindustria hanno deciso un salto di qualità con l’attacco all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Questa offensiva, che si accompagna al disegno della Confindustria di abolire i contratti nazionali di lavoro, ha avuto una prima concretizzazione nello sciagurato Patto per l’Italia firmato da CISL e UIL, ed è poi proseguita con la finanziaria, che prevede:
- un drastico taglio della sanità e della scuola pubblica
- una riduzione dei soldi per gli enti locali che determinerà un pesante aumento delle tariffe, un taglio dei servizi e dei dipendenti
- un ulteriore taglio dei salari reali, a partire dal pubblico impiego, con la fissazione da parte del governo di un tasso di inflazione programmata all’1,4%, meno della metà dell’inflazione reale.

BERLUSCONI , da buon piazzista, cerca di coprire questo verg o g n o s o attacco ai lavoratori e allo stato sociale con la favola della riduzione delle tasse, piccolissima per i lavoratori ed enorme per i ricchi, accompagnata dall’ennesimo condono a favore dei grandi evasori. Come se non bastasse, il governo ci ha già informato che dopo la finanziaria metterà mano nuovamente alle pensioni.

Decisiva è la riuscita dello s c i o p e ro generale. Poi si tratterà di proseguire la lotta a partire dai rinnovi contrattuali che - come ha già deciso la Fiom - dovranno avere al centro forti aumenti salariali e lotta alla precarietà. Adesso che abbiamo i prezzi in Euro vogliamo avere anche salari europei, con l’adeguamento automatico all’inflazione ed il blocco delle tariffe.

Si tratta di costruire un percorso di mobilitazione che arrivi fino alla primavera in cui si voterà sui referendum, a partire da quello per estendere le tutele dell’art. 18 a tutti i lavoratori e che potrà essere lo strumento concreto per far saltare lo sciagurato patto per l’Italia. I diritti si difendono solo garantendoli a tutti, immigrati compresi. Di fronte all’attacco di governo e Confindustria non si può stare a guardare. Servono le lotte per imporre una diversa politica economica basata sulla difesa del potere d’acquisto dei salari, sulla lotta alla precarietà e sui diritti dei lavoratori. Perché la ricchezza di questo Paese non la producono i padroni ma i lavoratori.

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

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