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(14 Aprile 2010) Enzo Apicella
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(Imperialismo e guerra)

No alla missione militare in Libano senza se, senza ma e senza onu

No alle prove tecniche di esercito europeo (con la foglia di fico dell’onu)

(6 Settembre 2006)

Per settimane è stato permesso ad Israele di radere al suolo il Libano e la Striscia di Gaza, di colpire indiscriminatamente la popolazione civile - facendo più di mille vittime in un mese di guerra - con armi di tutti i tipi, dalle bombe “convenzionali”, alle micidiali bombe “a grappolo” - Cluster bomb - fino alla sperimentazione sul campo di nuove armi battereologiche e ad energia diretta, scientemente finalizzata a colpire la società libanese e il suo popolo, uccidendo i civili e distruggendo ogni infrastruttura.

A fronte di questa pesantissima aggressione, Hezbollah - forza politica legittima e riconosciuta, membro del governo eletto, con una sua forza militare, l'unica organizzazione che ha saputo difendere la sovranità e la dignità del popolo libanese e quindi è pura mistificazione definirla terrorista - ha dimostrato come la resistenza di popolo, qualunque forma assuma al di là delle nostre preferenze ideologico-politiche, possa fermare qualsiasi esercito di occupazione per quanto iper-addestrato ed iper-armato (dotato anche di armi nucleari che in mano ad Israele sono ritenute legittime!).
Adesso trionfa l’ipocrisia internazionale che indica la missione UNIFIL in Libano come una missione di peace keeping per dividere due contendenti con una interposizione pacifica - e dunque a tale scopo si inviano portaerei, carri armati, uomini armati fino ai denti… - mentre è chiaro il sostegno alla politica aggressiva, colonialista e terrorista di Israele che, con la scusa dei due soldati prigionieri degli Hezbollah, ha scatenato l’inferno in tutto il Libano meridionale. Intanto comunque sono ancora migliaia i prigionieri arabi e palestinesi detenuti nelle carceri israeliane (tra cui esponenti del parlamento e del governo palestinese eletti nelle ultime elezioni), continuano i raid aerei su Gaza, il bl occo navale del Libano e l’occupazione di territorio libanese e siriano.

La comunità internazionale, invece di denunciare il comportamento terroristico e i crimini di guerra di Israele nonché le responsabilità del governo Olmert, ha rilevato semplicemente un “eccesso” di reazione. Ma la “sproporzionata reazione” di Israele ha provocato morte e distruzione tra i civili palestinesi e libanesi: per colpire Hamas ed Hezbollah l’esercito israeliano non si è peritato a massacrare famiglie, assassinare bambini, donne e uomini inermi. Sono state utilizzate perfino armi chimiche come il micidiale fosforo bianco utilizzato dagli americani nei bombardamenti su Falluja, mentre continua l’occupazione della Cisgiordania - con l’approvazione proprio in questi giorni da parte del governo Olmert della costruzione di alt re centinaia di insediamenti per coloni - ignorando le decine di risoluzioni dell’ONU che indicano a Israele il ritiro nei confini del 1967, nonché la costruzione del vergognoso Muro per la segregazione della popolazione palestinese.
Di fronte a tutto ciò, la comunità internazionale si è piegata per l’ennesima volta ai diktat israelo-statunitensi, alle occupazioni militari e alla impunità di Israele con un atteggiamento di complice acquiescenza.
È in questa situazione che emerge il protagonismo italiano, che si è inserito nella tessitura diplomatica franco-statunitense per la formulazione della risoluzione 1701 dell’ONU trascinando una recalcitrante Francia in una missione dai contorni sfumati ma dagli obiettivi politici evidenti: il riconoscimento di Israele come potenza colonialista egemone e punta avanzata degli interessi imperialistici occidentali nell’area mediorientale (è questo peraltro l’essenza del sionismo: un progetto originariamente e fondamentalmente colonialista e imperialista; si rileggano la storia tutti coloro che in queste settimane hanno straparlato di antisionismo equivalente ad antisemitismo!); la neutralizzazione di Hezbollah con l’assorbimento della sua organizzazione militare nell’esercito libanese (visto che il suo annientamento militare da parte israeliana è fallito!); la presenza militare occidentale nell’area con l’obiettivo statunitense di incalzare la Siria e l’Iran e preparare nuovi scenari di guerra per il controllo strategico delle vie di comunicazione e dei gasdotti, come si può leggere sulla stampa internazionale, ma non in Italia.

La missione UNIFIL guidata dal tandem italo-francese, benedetta dalla risoluzione 1701 dell’ONU, apre una nuova stagione del multilateralismo e designa la sconfitta dell’unilateralismo statunitense: si riaffaccia sulla scena internazionale quell’Europa che stava perdendo un suo ruolo e che torna a riproporre, con il proprio peso politico, economico (e militare), il progetto di polo imperialistico europeo. All’asse franco-tedesco, potente dal punto di vista politico-economico, si è aggiunto un nuovo asse politico-militare, che vede l’Italia impegnata in prima persona: sono le prove tecniche per la costruzione dell’esercito europeo.
L’ONU rappresenta la foglia di fico della diplomazia internazionale, ma è diventato pure la giustificazione per legittimare la più grande missione militare dal dopoguerra da parte della cosiddetta sinistra radicale al governo (PRC, Verdi, PdCI): gran parte del movimento che si era schierato contro la guerra senza se e senza ma ha accettato questa missione come una “opportunità”, i “dissidenti” della maggioranza si sono tutti schierati a favore della missione, ed anche illustri intellettuali come Rossanda, Parlato, Matteuzzi, Di Francesco de il manifesto, tra i più lucidi osservatori e commentatori politici in questi anni, hanno ceduto al canto delle sirene di una missione che viene presentata come “equidistante”, ma è in realtà funzionale ai prog etti di dominio israeliano sull’area e agli interessi imperialistici statunitensi (ed ora anche europei) in Medio Oriente.
L’obiettivo di affrontare la questione palestinese partendo dalla presenza militare in Libano è ipocrita, non affronta le responsabilità della politica israeliana nel suo complesso, condivisa dai partiti sionisti di destra e di sinistra e non dice che la questione palestinese non si potrà risolvere fino a quando Israele non si ritirerà nei confini del 1967.
La Risoluzione 1701 è stata costruita per la salvaguardia di Israele e l’accerchiamento di Siria ed Iran; affermare quindi, come fanno i deputati e senatori fino a poche settimane fa “dissidenti”, che la missione in Libano avrà successo solo se capace di affrontare il dramma palestinese è solo una colossale presa di giro degna del peggiore opportunismo parlamentare.
Occorrono invece sanzioni internazionali ad Israele ed una condanna esplicita della sua arroganza verso la comunità internazionale e per il suo comportamento terroristico contro tutte le popolazioni (a partire dal popolo palestinese) che resistono e lottano in nome del proprio diritto ad esistere.

Per questi motivi come comunisti siamo contrari a questa missione, come ad ogni altra missione militare che abbia obiettivi neocolonialistici ed imperialistici, che oltretutto hanno costi altissimi e incidono pesantemente sulla spesa sociale e sulle pressione fiscale per i lavoratori.

Lanciamo un appello al movimento contro la guerra perché non si faccia irretire dalle ipocrisie diplomatiche del governo dell’Unione e si impegni nella costruzione di una grande manifestazione contro la guerra per la fine di settembre, come indicato dal Forum Europeo di Atene, che abbia al centro parole d’ordine precise:

- il ritiro immediato dei soldati da tutti gli scenari di guerra (Iraq, Afghanistan, Libano, Balcani);

- la rottura dell’accordo militare tra Italia ed Israele e la rinuncia da parte della comunità scientifica italiana a costruire progetti di ricerca con industrie di armi perché gli atenei e le scuole italiane non siano usate per progetti di ricerca a fini bellici;

- la negazione dell’utilizzo delle basi come Camp Darby per la partenza delle micidiali armi per i massacri dei civili in Medioriente e la chiusura delle basi militari USA e NATO in Italia ed in Europa;

- il taglio delle spese militari e nuovi investimenti a carattere sociale.

PER UN NUOVO INTERNAZIONALISMO
PER L’AUTODETERMINAZIONE DI POPOLI
PER LA RESISTENZA E LA LOTTA CONTRO L’IMPERIALISMO
PER UN MEDIO ORIENTE LAICO, DEMOCRATICO, SOCIALISTA

Associazione Comunista IL PIANETA FUTURO

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