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Emergenza ceneri...

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(17 Aprile 2010) Enzo Apicella
La nuvola di ceneri del vulcano Eyjafjallajokull arriva sull'Italia. A Roma manifestazione in solidarietà a Emergency

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Via le truppe italiane da tutti i fronti di guerra

manifestazione nazionale il 30 settembre a Roma per il ritiro immediato di tutte le truppe dai luoghi di guerra

(9 Settembre 2006)

Gli attacchi di oggi ai militari italiani e all'ambasciata USA confermano la gravità dell'irresponsabile e avventuristica decisione del governo Prodi di rinnovare la partecipazione di truppe italiane all'odiosa guerra in Afghanistan. Le rassicurazioni, fornite al momento del voto parlamentare sulla missione da parte di D'Alema e Parisi, sulla "delimitazione" del ruolo del contingente italiano a Kabul, quasi che la capitale afgana costituisse un'oasi di pace, risultano oggi in modo lampante assurde e ridicole: la resistenza militare afgana raggiunge oramai anche l'ambasciata USA, e i militari italiani sono in prima fila a combattere una guerra d'occupazione. Ribadiamo dunque quanto affermammo con le mobilitazioni di luglio, in sintonia con il volere della maggioranza dei cittadini/e italiani/e: via le truppe italiane da tutti i teatri di guerra subito, basta con le menzogne su presunte missioni di pace. E basta anche con l'insulsa retorica su "martiri" ed "eroi" che combatterebbero un presunto "terrorismo": i militari italiani non sono né martiri né eroi, ma professionisti lautamente pagati per combattere guerre ingiuste, mentre gli afgani, come gli iracheni o i libanesi, hanno il diritto, riconosciuto da tutta la legislazione internazionale, di resistere, usando le armi che hanno, per impedire l'occupazione del proprio paese e l'espropriazione da parte delle grandi potenze occidentali delle loro ricchezze.

In questi momenti drammatici rinnoviamo l'invito a tutto il movimento pacifista affinché raccolga la nostra proposta per una manifestazione nazionale il 30 settembre a Roma, centrata sulla richiesta di ritiro immediato di tutte le truppe dai luoghi di guerra, ivi comprese quelle appena inviate in Libano sotto le fallaci insegne dell'ONU non già a garantire la pace bensì a proseguire l'opera non riuscita al criminale esercito israeliano di disgregazione del Libano e di disarmo della resistenza libanese.

Confederazione Cobas

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