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Al via il tavolo per riscrivere l'accordo concertativo del luglio 1993.

(15 Settembre 2006)

Tutti ci ricordiamo come ci eravamo lasciati prima delle ferie.

-Montezemolo che, cercando di incassare i cedimenti contrattuali di questi ultimi anni (cercando cioè di stabilizzarli per sempre recependoli ed estendendoli ulteriormente nella riscrittura di nuove regole contrattuali) chiedeve l'urgente avvio di un tavolo per rimettere mano agli accordi del luglio 1993

-Cisl e la Uil che non vedevano l'ora di sedersi al tavolo per riscrivere il nuovo Patto concertativo col chiaro obiettivo di aumentare il peso della contrattazione decentrata (aziendale e territoriale) a scapito di quella categoriale nazionale

-Cgil che, pur non tirandosi indietro dalla partita poneva alcune questioni di metodo (nessun confronto senza prima una proposta unitaria discussa e condivisa dai lavoratori) ed alcune questioni di merito (mantenimento senza troppi stravolgimenti dei due livelli contrattuali ... senza dire però come). Una posizione questa su cui la Cgil si era giocata l'unità congressuale attorno alla parola d'ordine basta vincoli ed aumento delle retribuzioni e delle pensioni oltre alla semplice inflazione programmata..

Sappiamo anche che Cgil, Cisl e Uil avevano avviato un tavolo di discussione per provare a mettere giù una posizione unitaria sulla materia, ma di cui non si è saputo più nulla, ed in effetti nessun lavoratore sa, ad oggi, quale sia (se c'è) una posizione di merito da parte dei sindacati in materia di politica contrattuale.

Si sa però che oggi, 14 settembre, si è tenuto un primo tavolo ufficiale con Governo e sindacati per parlare di nuova politica dei redditi, nel quale il Ministro Padoa Schioppa ha detto alcune cose: Che bisogna rimettere mano alla politica dei redditi del 1993, che serve cioè un nuovo patto tra le parti sociali per sostenere lo sviluppo, capace non solo di regolare i redditi (a partire dalla riduzione del cuneo fiscale per le imprese e dare certezza contrattuale alle aziende) ma anche di sostenere la produttività di impresa (ossia orario, flessibilità della prestazione e dell'occupazione, ecc. ecc.).

Praticamente Padoa Schioppa ha detto ciò che ci si attendeva, e cioè che bisogna continuare con la predeterminazione salariale (la stessa che ha imbrigliato la contrattazione in questi anni favorendo, con il vincolo dell'inflazione programmata, la riduzione delle retribuzioni), che bisogna liberare risorse per sostenere lo sviluppo della produttività di impresa (riduzione del cuneo fiscale per le imprese e quindi riduzione di risorse da destinare alla spesa sociale), che bisogna adeguare la contrattazione all'andamento reale dei mercati (e cioè una maggiore decentrazione-aziendalizzazione della stessa).

Che Padoa Schioppa abbia messo queste cose sul tavolo e che Confindustria non sia stata capace di trattenere la propria gioia è cosa normale e prevedibile.

Lascia invece perplessi la risposta sindacale al piano di confronto proposto da Paola Schioppa. Veniamo infatti a sapere dal Tg3 delle 14 che Cgil Cisl e Uil si sono dichiarati disponibili al confronto (che già verrà ripreso nei prossimi giorni) a patto però che in questa finanziaria vengano previste risorse per i rinnovi dei contratti pubblici e che una quota della riduzione del cuneo fiscale vada in tasca anche ai lavoratori.

Guglielmo Epifani (Cgil), al termine dell'incontro, ha dichiarato la sua disponibilità ad aprire il confronto perché il patto di luglio ''va rivisitato e aggiornato'' aprendo anche ''un ragionamento anche sul modello contrattuale''. ''La nostra posizione non cambia - ha detto il segretario della Cgil - noi siamo dell'idea che il contratto nazionale debba proteggere i salari a livello nazionale e che il secondo livello debba essere piu' esteso di quello di oggi''.
Per il segretario della Uil, Luigi Angeletti, "Dopo tre anni che diciamo che bisogna riscrivere l'accordo ascoltare le parole del ministro su questo argomento è musica per le nostre orecchie, anche se concertare per far crescere il Paese è un percorso complicato che necessita lucidità e determinazione per evitare un insuccesso". "Il buongiorno - ha precisato Angeletti - si vedrà da come sarà affrontato il rinnovo del contratto del Pubblico Impiego".
Per il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. "Ricostruire una politica dei redditi e' molto importante ma su basi nuove". "


Al di là del generale entusiasmo per aver riconquistato un tavolo concertativo su materie così importanti manca ancora una posizione di merito vera da parte sindacale. Da quel poco che si capisce si può affermare solo che nessuno intende mettere in discussione un sistema di vincoli e predeterminazione della contrattazione (magari passando dall'inflazione programmata all'inflazione attesa .... mitica scoperta del recente rinnovo contrattuale dei chimici ... che in realtà non cambia nulla agli effetti pratici) e che la Cgil, per la prima volta in modo esplicito, apre alle posizioni di Cisl e Uil nel riconoscere che alla contrattazione decentrata (territoriale ed aziendale) andrà dato un peso maggiore (a scapito ... aggiungiamo noi ... del livello nazionale).

Tutti e tre i sindacati pensano inoltre, riguardo alla nuova politica dei redditi, di sostenere i salari con risparmi fiscali il che apre subito qualche dubbio sul fatto che una eventuale e parziale spalmatura degli effetti della riduzione del cuneo fiscale anche sulle retribuzioni si trasformi poi in un risparmio contrattuale da parte delle imprese.

Comunque tutto fa pensare alla pochezza della proposta sindacale su una materia così complicata.

Non solo Cgil Cisl e Uil vanno al confronto sul nuovo modello contrattuale senza una proposta chiara e precisa discussa e condivisa dai lavoratori (quindi senza averne il mandato) ma risulta chiaro (sopratutto per la Cgil) come anche i più deboli tentativi di sottoporre a verifica critica la recente esperienza concertativa siano ormai risucchiati e riassorbiti dalle nuove speranze ed illusioni concertative.

Come per il Governo, anche per i sindacati il centro di ogni operazione, alla fine, diventa la riduzione del cuneo fiscale. Una posizione questa a nostro parere suicida poichè dirotta risorse necessarie a sostenere la previdenza pubblica, le spese assistenziali e sociali intaccando quindi ancora di più il nostro salario indiretto, differito e sociale, già oggi pesantemente intaccato dai tagli in finanziaria.

Se le cose sono come sono (stando alle notizie di agenzia visto che di assemblee nei luoghi di lavoro nessuno parla) ci si deve aspettare un nuovo pasticcio (per salvare il metodo concertativo e per sostanziarne la deriva neocorporativa) che si tradurrà in nuove e più pesanti subordinazioni della contrattazione sindacale, sia sul salario che sugli orari e sulla prestazione.

Già entro ottobre il Governo si aspetta di chiudere con un accordo tutta la discussione sulla politica dei redditi e sul nuovo modello contrattuale.

Ai lavoratori ed alle Rsu spetta quindi il compito, da subito di chiedere il rispetto delle minime regole democratiche.

E poi chi ha detto che i lavoratori e le Rsu siano d'accordo con le aperture e le posizioni delle segreterie nazionali ??

Nessuno ha il mandato per trattare in nome dei lavoratori se prima questi non avranno discusso ed approvato una piattaforma ed indicato gli obiettivi su cui vogliono che si vada a trattare.

14-09-2006 - Il Coordinamento Rsu

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