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Emergenza casa a Verona: le risposte sono inadeguate

(23 Settembre 2006)

Emergenza casa: le risposte dell’amministrazione comunale sono inadeguate.
Gli strumenti finora utilizzati per fronteggiare la situazione non reggono alle nuove esigenze e le occupazioni di questi giorni lo stanno a dimostrare.

Prima di tutto è inaccettabile che anche gli enti preposti a fronteggiare l’emergenza casa mantengano appartamenti non utilizzati e vuoti.
Il loro primo compito è quello di immettere sul mercato tutte le disponibilità possedute in modo di offrire soluzioni ad un numero sempre più grande di famiglie in difficoltà.
Anche i progetti di vendita di immobili in questo quadro si dimostrano sbagliati perché permettono di fare poca e scarsa cassa con l’aggravante di ridurre, nello stesso tempo, la stessa possibilità di offerta.

Ma la questione che emerge con chiarezza dai fatti di questi giorni è che nemmeno le regole finora adottate servono al bisogno.
La norma secondo cui chi subisce lo sfratto per morosità non può ottenere risposte dal pubblico va decisamente cambiata.
Oggi chi non paga l’affitto lo fa perché non ha le risorse per sostenerne il peso e se il pubblico non interviene in casi come questi, quando mai deve intervenire?

L’emergenza quindi impone il reperimento di nuovi alloggi da assegnare però con criteri diversi da quelli considerati fino ad ora.
Il criterio centrale su cui tarare l’intervento è il bisogno: quando ci sono genitori con figli piccoli, non credo ci si possa fermare in ossequio a norme e disposizioni che hanno fatto il loro tempo.
I segnali dell’emergenza sono evidenti ed occorre coglierli subito, ogni ritardo non può che complicare la situazione.
Gli interventi straordinari nel settore non possono attendere e mi aspetto che il Comune, ma anche Agec ed Ater si facciano decisamente sentire.

Verona, 18 settembre 2006

Fiorenzo Fasoli
Capogruppo di Rifondazione Comunista

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