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Un altro soldato italiano ucciso in Afganistan

Via subito le truppe dai teatri di guerra

(26 Settembre 2006)

Sabato 30 settembre manifestazione nazionale a Roma

Un altro soldato italiano è stato ucciso in Afganistan e ed altri cinque sono rimasti feriti. I militari italiani morti sul fronte afgano salgono così a sei in due anni (di cui tre in “incidenti stradali”) nel quadro della missione NATO che vede coinvolto anche il nostro paese.

Da sempre il movimento contro la guerra – così come per l’Iraq - chiede il ritiro immediato del contingente militare dall’Afganistan esprimendo l’orientamento ampiamente maggioritario dell’opinione pubblica italiana.

Per questo motivi condanniamo con forza la decisione del governo Prodi di mantenere i militari italiani in Afganistan, reiterato a luglio di quest’anno con un tormentato voto del Parlamento.

"La missione in Afganistan è una operazione di guerra e di occupazione della quale l’Italia non deve più rendersi complice" sostiene Walter Lorenzi del Comitato per il ritiro dei militari "Nessun vincolo di fedeltà alla NATO può più essere accettabile".

Da mesi gli Stati Uniti, impantanati in Iraq, hanno affidato alla missione Isaf/NATO compiti di prima linea che sta producendo massacri documentati tra la popolazione civile afgana (mascherati spesso da azioni contro i talebani) e decine di morti tra i militari dei contingenti NATO.

Il governo si ostina a mantenere operativa questa missione che ha un sempre maggiore costo umano ed economico. Si tagliano sanità, pensioni, salari e si spendono centinaia di milioni di euro per le missioni militari all’estero.

Il movimento contro la guerra scenderà in piazza sabato 30 settembre per chiedere il ritiro immediato delle truppe italiane da tutti i teatri di guerra (Iraq, Afganistan, Libano) e rilancia la mobilitazione in previsione del rinnovo del mandato per la missione NATO in Afganistan a fine anno.

Chi ha votato a favore della missione militare in Afganistan deve oggi sentirsi la piena responsabilità della morte dei soldati italiani e dei civili afgani.

Comitato per il ritiro dei militari italiani
www.disarmiamoli.org

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