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Giorgio Napolitano

(27 Settembre 2006)

Da quando è stato eletto, il Presidente Napolitano fa di tutto, ma proprio di tutto per compiacere alla destra.

L’elenco delle sue esternazioni e dei suoi giudizi che vanno in questa direzione è già assai lungo. Napolitano sembra avere orecchie soltanto per i “palazzi” e le consorterie dei partiti: ma neanche di tutti perché al dire il vero per il Presidente della Repubblica la cosiddetta “sinistra radicale” sembra non esistere.

Ancora oggi, di fronte alla morte dell’ennesimo soldato italiano in Afganistan , ha dichiarato come essa costituisca il prezzo inevitabile della “ missione di pace” colà svolta dalle truppe italiane. Dimentica, il presidente Napolitano, che la maggioranza del popolo italiano, stando a sondaggi a lui certamente noti, non considera tale missione per niente “di pace” ed anzi chiede il ritiro dei nostri soldati da quel fronte di guerra.

Ancora oggi, il Presidente Napolitano si è recato in Ungheria dove ha reso omaggio ai caduti del ’56 allorchè quel paese fu invaso dall’Armata rossa.

Egli, che a suo tempo approvò l’invasione sovietica, oggi definisce “rivoluzionario” il tentativo del popolo ungherese e dei governanti di allora di sottrarsi dalla sudditanza russa.

A me, che non ho ambizione alcuna di diventare né presidente della repubblica, né ministro, né di essere ricevuto come “amico” dai governanti di Washinghton, nédi prostrami ai piedi del papa, a me che pentito non sono perché ho sempre condannato quanto è successo a Budapest, a Praga ed in Afganistan ad opera delle truppe sovietiche, a me piacerebbe però che si ragionasse un po’ di più – non per me ma per le nuove generazioni - su quel poco convincente termine “rivoluzionario” appiccicato da Napolitano a quell’evento e contestualizzare meglio quegli avvenimenti perché è fin troppo facile e fin troppo opportunistico dichiararsi con Nenni anziché con Togliatti senza una accurata analisi della situazione di allora dentro e fuori l’Unione sovietica.

Tuttavia, posto che il pentimento di Napolitano sia sincero e motivato, mi chiedo perché mai il Presidente eviti di usare toni e parole altrettanto forti per condannare- e le occasioni non gli sono mancate- le invasioni ed i crimini che gli americani da soli o con alleati, direttamente od indirettamente hanno compiuto nel corso degli ultimi decenni in più parti del mondo: dal Vietnam all’Iraq, all’america latina, ovunque per sostenere regimi militari corrotti ed autoritari che hanno procurato vittime imparagonabilmente superiori di quanto non sia successo a Budapest.

No, questo Napolitano non mi può rappresentare proprio!

Lucio Costa
Padova

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