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La vera novita' politica

(28 Settembre 2006)

Il parere favorevole fornito dal Ministro degli Esteri all'ordine del giorno presentato dal centrodestra sulle missioni internazionali, ed il conseguente voto – pressoché unanime – della Camera dei Deputati sul decreto riguardante l'intervento in Libano, rappresentano una vera novità politica, che arriva in anticipo sui tempi previsti, dall'esito delle elezioni, al riguardo del definitivo mutamento d'asse da parte del governo di centrosinistra.

Non solo è stato toccato il fondo sul terreno, delicatissimo e fondamentale, della politica estera: laddove, fino a qualche giorno fa, si segnalava, da parte degli iper – ottimisti, il vero e proprio punto di “salto di qualità” da parte del nuovo governo.

La manovra parlamentare, di cui riferivamo all'inizio, si è verificata – per di più – proprio nel giorno in cui un soldato italiano veniva ucciso in Afghanistan, consentendo così a tutti i moderati (compreso il sottosegretario diessino alla difesa) di confermare l'indispensabilità della nostra presenza su quello scacchiere di guerra, in uno Stato ormai suddiviso, come scrive Giuliana Sgrena sulle colonne del “Manifesto”, in Afghanistan ed Jihadistan.

L'ordine del giorno del centrodestra cui il governo ha dato via libera alla Camera rappresenta, comunque, molto di più , almeno sul piano politico: rappresenta, cioè, la nascita ufficiale di una allargata “grossekoalition” all'italiana.

Questo perché già l'alleanza di centrosinistra costituiva una “grossekoalition” dal larghissimo perimetro: adesso appare evidente che la realizzata condivisione nel far partire le truppe verso il Libano, costituisce il segnale di un intreccio che si svilupperà ben oltre il soccorso dell'UDC.

Vedremo, in breve tempo, cosa accadrà sui temi di politica economica e sociale. In particolare come si svilupperà il dibattito sulla legge finanziaria.

Ed assisteremo anche al prosieguo del dibattito sulla formazione del Partito Democratico e della Sinistra Europea.

Il dato più evidente, però, rimane quello che non ci stanchiamo di segnalare da quando si è formata l'Unione: l'assenza di un contraddittorio politico a sinistra.

Anzi della crescita, a sinistra, della voglia “matta” di star dentro alla fortezza della governabilità: una fortezza ormai a nove punte, come quella di Palmanova.

Lo dimostra l'editoriale scritto dal capogruppo del PRC al Senato e pubblicato da “Liberazione” l'altro ieri, mentre si fanno sempre più flebili e contraddittorie le voci del “dissenso” presenti in Parlamento.

Questi i fatti più recenti, che aprono ancor di più – se mai ce ne fosse stato bisogno – un interrogativo: quale soggettività, quale presenza politica, per una sinistra che intenda opporsi a questo evidente indirizzo della vicenda politica italiana?

Un indirizzo che appare, ormai, a livello parlamentare quasi unanime?

Un pezzo di sinistra , quella più coraggiosa, coerente, riflessiva, appare più o meno al di tutto fuori dallo scenario politico (non certo dalla “politica” come pretendeva qualcuno tempo fa): si può cominciare a pensarci?

Savona, li 27 Settembre 2006

Franco Astengo

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