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Fiatscismo

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(24 Novembre 2011) Enzo Apicella

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(Capitale e lavoro)

La Fiat a chi vi lavora!

Contro licenziamenti e peggioramento delle condizioni di lavoro.
Contro la politica antioperaia di tutti i governi del padronato.

(29 Settembre 2006)

Il capitale finanziario sta cercando una via d’uscita alla crisi di competitività che investe il capitalismo italiano, sperando che l’Unione gli tolga le castagne dal fuoco rinnovando nuovamente il patto concertativo accantonato nella stagione Berlusconi-D’Amato. E la ciurma prodiana non si tira indietro, anzi è nata apposta per adempiere al gravoso compito. Il programma di questo governo di Centro-Sinistra, come ammesso dai suoi stessi ministri, punta a ridefinire ancora al ribasso i livelli di vita e quel che rimane dello stato sociale comprimendo i già miserevoli salari e rinviando all’infinito la possibilità di accedere al pensionamento.

E tra qualche mese sarà approvata una finanziaria che preannuncia ulteriori tagli allo stato sociale (scuole, università, ospedali, indennizzi di disoccupazione e maternità, manutenzione dei servizi di pubblica utilità), mentre si spendono ogni anno miliardi di euro per finanziare le missioni di guerra, non ultima quella in Libano.

La ricetta per rendere le imprese italiane più competitive sui mercati internazionali è dare alle aziende libera facoltà di licenziare, sfruttare, sottopagare e al momento opportuno chiudere i battenti per andare senza grossi oneri in paesi con una manodopera a più basso prezzo.Così a Pomigliano la Fiat sotto la minaccia di cassintegrazione e chiusura ottiene aumento dei ritmi di lavoro all’Avio, mentre alla Fiat Auto annuncia il licenziamento di 280 lavoratori interinali e di 300 lavoratori con la mobilità nonché l’aumento dei sabati lavorativi e l’istituzione del turno di lavoro notturno, proprio come a Melfi.
Altro che 'borghesia buona', come oggi vorrebbe Fausto Bertinotti!Riteniamo necessario opporsi a questa generale ristrutturazione dell’organizzazione di lavoro in fabbrica. In tutte le aziende del gruppo Fiat è opportuno che i sindacati conflittuali si facciano promotori di più momenti di lotta unitari, a partire da uno sciopero prolungato che rispedisca ai padroni le loro richieste e metta all’ordine del giorno:

-istituzione di un coordinamento nazionale delle fabbriche in vertenza in lotta

-sciopero generale prolungato fino al ritiro dei licenziamenti,dei trasferimenti,dei sabati lavorativi e del terzo turno

- riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore a parità di salario, senza annualizzazioni e flessibità

- trasformazione di tutti i contratti atipici in contratti a tempo indeterminato e pieno e abolizione della legge 30 e delle altre norme di flessibilità, nessun ritorno al pacchetto Treu, ritorno alla chiamata numerica e agli uffici pubblici di collocamento

-aumento salariale uguale per tutti di 300 euro con salario minimo intercategoriale di 1200 euro

-nazionalizzazione senza alcun indennizzo e sotto controllo operaio delle industrie che licenziano

-indennità di disoccupazione per tutti i disponibili all’avviamento al lavoro a partire dai diciotto anni di 800 euro o dell’80% dell’ultimo salario se superiore

La Fiat va nazionalizzata sotto il controllo dei lavoratori, senza alcun indennizzo!

www.pclnapoli.tk
www.fabbricazioni.blogspot.com

Movimento per il partito Comunista dei Lavoratori
Sezione provinciale di Napoli

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