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FARC-EP: ai familiari dei prigionieri di guerra

(1 Ottobre 2006)

Ai familiari dei prigionieri di guerra detenuti dalle FARC-EP ed al paese rendiamo noto che non esiste alcun tipo di contatto né canale o meccanismo di comunicazione, diretto o indiretto, tra il governo e noi.
Ancora una volta, le affermazioni o risposte vaghe ed insinuanti esternate in tal senso dal presidente e dai suoi alti collaboratori, negli ultimi giorni, si scontrano con la verità.

La verità è che siamo ad un punto morto come quattro anni fa. Uribe insiste nel riscatto militare con le conseguenze che ciò comporta, ed impedisce la consegna dei resti funebri del maggiore Guevara alla sua famiglia e l’invio di prove di sopravvivenza della totalità dei detenuti.

Per conversare e concretizzare lo scambio di prigionieri c’è bisogno della smilitarizzazione dei municipi di Florida e Pradera per 45 giorni, a causa non solo della crescente militarizzazione della periferia dell’area tanto nel proprio dipartimento del Valle quanto nelle zone limitrofe del Cauca e del Tolima, ma anche degli intensi operativi condotti nella regione sin dai primi giorni d’agosto.

Sarebbe riprovevole che il governo cercasse soltanto di guadagnare tempo per circondare ulteriormente, con nuovi battaglioni, brigate e paramilitari, i due municipi, giacché si genererebbero maggiori difficoltà.

Per via di profonde convinzioni rivoluzionarie, manteniamo la decisione e la volontà politica di concretizzare lo scambio affinché tutti i prigionieri di guerra raggiungano la libertà, Simón Trinidad e Sonia compresi.

Un passo di questa natura aprirebbe indubbiamente un nuovo ed incoraggiante orizzonte per il futuro del paese. Tuttavia, spetta al governo decidere.

Montagne della Colombia, 24 settembre 2006

Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP

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