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(3 Ottobre 2006)

L’ultima ipotesi d’accordo sottoscritto dalle OOSS e Poste Italiane il 15 settembre del 2006, risulta essere un’ intesa estremamente articolata e contraddittoria, su cui mi è impossibile dare un giudizio positivo, pur in presenza di alcuni elementi positivi o perlomeno sufficienti, ovviamente dato il quadro della capacità della contrattazione della categoria e delle sue organizzazioni sindacali.

L’ipotesi d’accordo, presenta sul settore del recapito, il dato maggiormente e complessivamente negativo.

E’ l’ennesima richiesta di tagli di zone di recapito: 2250 zone abolite, assolutamente ingiustificate, visti i risultati aziendali che certificano un aumento della corrispondenza nell’anno 2005 dell’ 1,3 rispetto al 2004 e un miglioramento qualitativo dei tempi di consegna. Il risultato della sommatoria dei due dati è un aumento consistente dei carichi di lavoro.

E’ un aumento della richiesta di flessibilità lavorativa: con un nuovo
modello d’ organizzazione territoriale del recapito, ma soprattutto la riesumazione dell’istituto del lavoro supplementare, una prestazione lavorativa obbligata, anche se limitata, che concorre al monte ore straordinari e come tale definita, ma retribuita meno dello straordinario.

Questo accordo, se modifica il lavoro del recapito rendendo la prestazione dei portalettere più “flessibile” e gravosa a livello generale, definisce per il recapito metropolitano, un frazionamento e destrutturazione dell’attività lavorativa, passando da una a tre figure di recapito.

L’ipotesi d’accordo dovrà essere sottoposto alla valutazione dell’insieme della categoria nel prossimo mese di ottobre e qui mi preme fare alcune brevi considerazioni: questo non è solo un altro cattivo accordo sottoscritto da sei organizzazioni sindacali, tra cui la SLC CGIL, in questa intesa vi sono alcuni elementi ancora ibridi, ma assolutamente pericolosi, che giocheranno un ruolo essenziale negli incontri, tra OOSS e azienda che inizieranno nel 2007, per definire la prossima piattaforma contrattuale.
Il frazionamento del recapito metropolitano, innanzi tutto è funzionale alla liberalizzazione del settore, che inizierà nel 2009 a livello europeo, in quanto è uno dei settori a più alta redditività ed insieme al Banco Posta, in grado di suscitare appetiti ad aziende private italiane e straniere; se la messa in vendita dipenderà ovviamente dalle condizioni politiche nei prossimi anni, nel frattempo l’azienda Poste Italiane, crea i presupposti a livello organizzativo, per eventuali cessioni del core business aziendale.
In questa intesa, la richiesta da parte aziendale del personale a tempo determinato è marginale, anzi nella premessa all’accordo viene accettata da Poste l’obbiettivo di maggiore stabilità occupazionale, perché l’obbiettivo di questa dirigenza, non diversamente da quella di tutte le grandi aziende italiane, è portare nella contrattazione la maggiore flessibilità possibile per il personale a tempo indeterminato, il vero obbiettivo rimane la ridefinizione, ripartizione e remunerazione dell’orario di lavoro. In tal senso la “novità”, in questo accordo e non presente nell’attuale contratto di lavoro, quell’ibrido supplementare-straordinario, non ispira fiducia, per la stesura del futuro contratto di settore, senza nulla togliere anche agli altri elementi di maggiore flessibilità ottenuti nell’accordo, e che di sicuro verranno non soltanto applicati ai lavoratori, ma valorizzati come base di partenza per ulteriori intese sindacali.
Realisticamente penso che questa ipotesi d’accordo verrà sottoscritta dalla categoria, probabilmente nella confusione più totale dei termini essenziale dell’intesa, però già oggi settori non minoritari di lavoratori postali, chiedono alle OOSS, di giustificare firme su accordi così lesivi degli interessi dei lavoratori. In particolar modo gli iscritti e simpatizzanti della CGIL, sono i più restii a trovare giustificazioni a tali intese, vero che si respira un clima di rinuncia e passività nelle occasioni decisionali, come riunioni ed assemblee, ma questo è anche dovuto al piccolo, ma essenziale elemento che non è visibile una rete di lavoratori sindacalizzati, che relazioni in modo onesto e veritiero i termini degli accordi, che dichiari la propria non disponibilità a sostenerli e sottoscriverli. Costruire questa rete è possibile ma ancor di più indispensabile, perché nei prossimi tre anni, avremo una serie di appuntamenti ineluttabili: dal contratto, alla liberalizzazione. Visto che li subiremo comunque come postali, meglio crearsi uno spazio d’intervento sindacale cristallino, democratico, e coerente agli interessi dei lavoratori, c’è la necessità, c’è la possibilità, iniziamo a lavorarci.

Torino 28/ 09/ 06

Delia Fratucelli
RSU POSTE – SLC CGIL
delia_fratucelli@yahoo.it

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