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Addio compagne

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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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Uniamo le nostre forze per costruire insieme il Partito Comunista dei Lavoratori

Appello ai militanti e sostenitori di Sinistra Critica

(6 Ottobre 2006)

Cari compagni/e, lo scenario politico italiano registra un'ulteriore precipitazione della crisi del vostro partito. che ci pare ponga anche a voi una questione centrale di prospettiva che non potete più eludere o rinviare.

1 - Il PRC, come era prevedibile, si compromette sempre più, giorno dopo giorno nella gestione di governo di quelle stesse politiche e sociali - dettate dal grande capitale - che per anni aveva contrastato dall'opposizione: incluso il rifinanziamento di una missione di guerra in Afghanistan; una nuova spedizione militare in Libano in accordo con gli USA e al servizio di Olmert; l'ennesima finanziaria di sacrifici su sanità, enti locali, pubblico impiego, scuola, a vantaggio del capitale finanziario. E' il caso di dire che se simili misure le avesse varate o anche solo annunciate un governo Berlusconi saremmo alla preparazione dello sciopero generale. Invece oggi le vota un PRC di governo. E questo già oggi moltiplica contraddizioni e fratture tra il PRC e il suo insediamento sociale e politico di riferimento.
La prima domanda allora è la seguente: come si può continuare a coprire di fatto con una permanenza "critica" interna la compromissione del PRC con la borghesia italiana contro i lavoratori e i movimenti?

2 - La collocazione di "Sinistra critica" dentro il PRC di governo (e dentro la maggioranza di governo dell'Unione) trascina di fatto anche voi sul terreno della compromissione politica. Avevamo sostenuto la differenziazione iniziale dei vostri parlamentari sul caso Afghanistan, augurandoci una loro coerenza. E invece la duplice disciplina di partito e di governo - con tanto di dichiarazione di "lealtà" alla sua maggioranza - li ha trascinati addirittura a votare la fiducia al governo su una missione di guerra e a votare parallelamente negli stessi giorni la risoluzione di approvazione del DPEF. Successivamente, di fronte ad una spedizione militare in Libano sospinta da Bush e mirata ad affermare la pace israeliana nella regione, i vostri parlamentari hanno rinunciato ad un'elementare voto contrario optando per una pilatesca non partecipazione al voto. E non a caso Sinistra critica ha rifiutato di aderire alla manifestazione del 30 settembre a Roma "contro tutte le missioni militari". Questi fatti ci paiono francamente gravi, privi di qualsiasi giustificazione politica e di principio. E ci sollecitano una seconda domanda: come si può pensare di recuperare una difesa coerente delle ragioni dei lavoratori e dei movimenti, se si continua a rivendicare l'appartenenza, pur "critica", alla maggioranza di governo dell'Unione?

3 - Lo spazio di manovra delle minoranze "critiche" nel PRC - come ben sapete - si riduce giorno dopo giorno. La maggioranza bertinottiana, che si è impegnata a garantire alla borghesia "buona" e al Centro dell'Unione un disciplinato partito di governo "senza se e senza ma", non è disposta ad accontentarsi del voto di fiducia sulle missioni di guerra o sul DPEF. Chiede, con toni insultanti la rinuncia a qualsiasi futura differenziazione di voto in sede politico-parlamentare persino all'interno della maggioranza di governo. Altro che concedervi "il congresso"! E intanto diversi militanti ed iscritti, sostenitori delle posizioni congressuali di sinistra critica, abbandonano un partito in cui giustamente non si identificano più (spesso aderendo al mcPCL), mentre parallelamente sbarcano ovunque nel PRC settori di ceto politico dirigente della sinistra DS attratti dal nuovo "partito di governo" e dalla prospettiva di una nuova socialdemocrazia italiana (sezione italiana della sinistra europea). La terza domanda allora è: dov'è stato e dov'è il realismo di prospettiva di una permanenza "critica" nel PRC, se non quello della difesa residuale di uno spazio di sopravvivenza testimoniale?

In conclusione. Tutta l'evoluzione dello scenario politico italiano, inclusa la crisi profonda del PRC, ci pare vi ponga di fonte ad una alternativa di fondo: o rassegnarvi a subire la crisi del partito, le sua deriva, le sue compromissioni, subordinandovi "criticamente" alla disciplina del centro sinistra e di Bertinotti-Giordano, in un quadro interno di ricattabilità permanente e persino di umiliazione quotidiana; oppure assumersi finalmente la responsabilità dell'unica scelta che ci pare coerente con le ragioni dei lavoratori e dei movimenti: rompere il cordone ombelicale con il PRC e ricostruire con noi un autonomo partito comunista e rivoluzionario nel paese.

Il movimento costitutivo del Partito Comunista dei Lavoratori - in continua espansione in tutta Italia - vi rivolge un appello pubblico: unite le vostre forze alle nostre! Non vi chiediamo l'adesione a un partito precostituito. Vi chiediamo di costituirlo insieme, partecipando voi al nostro fianco al movimento costitutivo, già avviato e operante, del nuovo partito. Non è il momento di difendere nicchie: è il momento di unire tutte le forze realmente disponibili nella rifondazione, su principi chiari, di una autentica sinistra anticapitalistica. La condizione politica di questa possibile unità è per definizione molto netta: la vostra rottura col PRC e la scelta di costruire un partito comunista indipendente. Perchè i lavoratori e i movimenti non è hanno bisogno di minoranze "critiche" dentro partiti di governo. Né hanno bisogno di un eventuale Associazione - fosse pure un domani autonoma - confinata in un lavoro di laboratorio culturale e di movimento. Hanno bisogno di un proprio partito politico indipendente, basato su un progetto generale. Di un partito di opposizione a tutti i governi della borghesia, che si batta, in ogni lotta, per l'autonomia dei movimenti e per un polo autonomo di classe anticapitalistico; che si batta su ogni terreno, sociale e politico, per una direzione alternativa, autenticamente rivoluzionaria, del movimento operaio, sia sul piano nazionale che sul piano internazionale; che lotti per un'egemonia di classe anticapitalistica su tutte le domande di liberazione (di genere, sessuali, nazionali) delle masse oppresse; che riconduca ogni rivendicazione immediata e parziale alla prospettiva rivoluzionaria di un'alternativa di potere dei lavoratori e delle lavoratrici, di un'alternativa socialista. Sono questi i principi generali su cui stiamo costruendo il movimento per il Partito Comunista dei lavoratori. I riflessi in Italia della crisi profonda del riformismo e dello stalinismo, assieme alla liquidazione del PRC come partito di classe, indicano non solo la necessità ma anche la possibilità e lo spazio per intraprendere la costruzione di questo partito. Costruiamolo insieme. Aderite al movimento costitutivo del Partito Comunista dei lavoratori.

Movimento costitutivo del
Partito Comunista dei Lavoratori

Fonte

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