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(12 Aprile 2012) Enzo Apicella

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Una lettera a Di Pietro dalla Val di Susa

(11 Ottobre 2006)

Buongiorno.

Stamattina (martedì 10 ottobre) il Ministro Di Pietro a "Radio anch'io" parlando del progetto TAV/TAC Torino-Lione ha affermato:

- che la linea storica non può essere utilizzata perché si dovrebbe superare un dislivello di 1800 metri (tralasciamo che Bussoleno sia a 440m slm e Bardonecchia a 1312);

- che il Presidente della Comunità Montana Bassa Valle Susa Antonio Ferrentino si oppone al TAV per i suoi interessi;

- che quest'opera si farà perché è di importanza strategica.

Sono affermazioni molto diverse da quanto lo stesso Ministro Di Pietro scriveva nel suo blog prima delle elezioni. Credo che dovreste (e dovrete) rendere conto agli elettori di questo ingiustificato cambiamento d'opinione. E credo che un'istituzione come il Ministro non dovrebbe calunniare un'altra istituzione come il Presidente della Comunità Montana, che dovrà incontrare giovedì 12 a Roma in Conferenza dei Servizi: in quella sede rettificherà le proprie affermazioni radiofoniche?

50 On. Deputati hanno appena depositato una proposta di legge per l'istituzione di una commissione di inchiesta sull'alta velocità, perché rispetto alle previsioni del 1991 i costi sono lievitati del 623%, ad opere non ancora ultimate. Secondo l'ex magistrato ed ex parlamentare (e membro della commissione antimafia) Ferdinando Imposimato (vedere il suo libro: Corruzione ad Alta Velocità, ed. koiné), il 90% dei fondi destinati alle grandi opere finiva in mano alla camorra. Non sarebbe il caso di chiarire questi aspetti prima di pensare di procedere con nuove, contestatissime, opere? Italia dei Valori non si pregia forse di battersi per la legalità?

Pochi mesi fa il Ministro denunciava una mancanza di fondi per le grandi opere pari a 115 miliardi di euro: cos'è cambiato in pochi mesi? Da dove verranno presi questi soldi? Forse dalle nostre pensioni, dal momento che si pensa di togliere una parte del TFR alle imprese e darla in gestione all'INPS con la specifica destinazione di utilizzarla per finanziare le grandi opere?!

Ecco cosa scriveva il Ministro il 13 Febbraio 2006:

La TAV in Val di Susa

La TAV in Val di Susa è diventato l’argomento di discussione principale all’interno dell’Unione. I cittadini della Val di Susa si sono già espressi chiaramente per il no e questa loro posizione non può essere ignorata.

Il TAV in Val di Susa dovrebbe essere più correttamente chiamato TAC, Treno ad Alta Capacità, in quanto riguarda il trasporto di merci e non di persone.

Io non sono pregiudizialmente contro il TAC, ma prima di realizzarlo vanno sciolti alcuni nodi:

- la sicurezza delle persone legata alla presenza di amianto e uranio nelle montagne della Valle,

- la compatibilità economica con altre priorità del Paese, il tunnel secondo alcune stime potrebbe costare fino a 13 miliardi di euro, quasi tutti a carico dei contribuenti, circa quattro volte il costo del Ponte sullo Stretto,

- la valutazione di alternative meno costose, come il potenziamento dell’attuale linea ferroviaria in Val di Susa, utilizzata ben al di sotto della sua capacità. Alternative da attuare in un tempo più breve rispetto ai 15 anni circa previsti per la costruzione di un traforo di 53 km.

Se non saranno confermati i presupposti economici dell’opera, il rispetto della salute dei cittadini e dell’ambiente, il TAC non si potrà fare. Non credo che sia necessario un dibattito politico per prendere questa decisione, né credo che assumere delle posizioni aprioristiche a favore o contro il TAC sia utile a nessuno.


Cosa ha fatto cambiare idea al Ministro, dal momento che nessuno degli studi che Egli stesso riteneva necessari è stato fatto? Non sarebbe opportuno vagliare tutte le alternative, come chiedono gli Enti Locali, a cominciare dall'utilizzo (eventualmente potenziamento) della ferrovia già esistente?

Sarei molto lieto di ricevere dei chiarimenti in proposito.

Saluto con rispetto, ma -mio malgrado e con molta amarezza, con minore fiducia e stima

Enrico Vair
San Didero (TO)

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