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(8 Giugno 2010) Enzo Apicella
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    (Imperialismo e guerra)

    Islam e rivoluzione

    possiam sceglier la rivoluzione?

    (12 Ottobre 2006)

    "Colui che attende una rivoluzione sociale "pura" non la vedrà mai. Egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione.."
    Lenin.


    La nostra epoca è, ovviamente, assai differente dalle precedenti, ma ciò non cambia quello che è il modo dei comunisti di interpretare la realtà e le forze sociali attualmente protagoniste. Il socialismo scientifico valuta le forze in campo e i loro reciproci rapporti di forza non sulla base di come queste si rappresentano o semplicemente in base alle ideologie che guidano la loro azione. Il metodo realistico e dialettico si basa sul ruolo oggettivo che si ha nella lotta di classe. In questo momento che ci piaccia o no due forze islamiche sono le principali forze di resistenza di massa all'imperialismo in Libano e Palestina. I comunisti non possono storcere il naso perchè la resistenza popolare da quelle parti è egemonizzata da movimenti religiosi e non socialisti, ma devono lavorare fianco a fianco (come fanno i compagni libanesi) e nello sviluppo della lotta far valere con forza la prospettiva rivoluzionaria, convicerne le masse della neccessità, appellarsi al proletariato per chiamarlo al comando e alla guida della lotta. Bisogna combattere il pregiudizio antioislamico e eurocentrico. In un recente articolo il compagno Alan Woods, che appartiene a una tendenza internazionale (in Italia falcemartello) che non manda certo scatole di cioccolatini a Hezbollah, parlando dell'attuale scoppio rivoluzionario in Messico (questo Paese che ci sta facendo sognare!), ricorda come nella rivoluzione del 1905 in Russia i protagonisti eran soprattutto credenti, ma questo non impedì loro di sposare qualche anno più tardi le più audaci idee rivoluzionarie! Con questo non si vuol dire che le credenze religiose siano il viatico migiore per una presa di coscienza rivoluzionaria o chissà che altro, ma semplicente che nella lotta concreta, pratica, che porta milioni di persone ha voler cambiare le cose, a prender per mano la vita, ad afferrare il potere oggi così oscuro e lontano, in una lotta del genere di cui vediam i primi semi ora, in questi mesi e nei prossimi anni, in questo tipo di lotta le opinioni religiose non guidano l'azione ma ne son guidate, la religione è un frutto storico, è come tale va considerato, la sua preponderanza nella cultura araba e non solo è spiegata dalla storia di questi Paesi. Pensare di far a meno di Hezbollah e Hamas è irrealista, la loro lotta ha dimostrato quale forza e determinzione possiedano, le loro dichiarazioni indicano una grande apertura mentale e una grande smania di allearsi a chiunque lotti contro l'imperialismo, pur sempre difendendo la loro natura religiosa. Certamente è condivisibile la preoccupazione di non lasciare la direzione a movimenti che non sono e non possono essere l'espressione generale di tutte le lotte che si intrecciano, poichè solo i lavoratori hanno quel carattere universale di poter racchiudere nella propria lotta, ogni lotta che si muova contro il capitale e portarla all'estreme conseguenze. Dimenticare però le caratteristiche del Libano e della Palestina, e del mondo arabo in genere, è impensabile, non possiam scegliere la rivoluzione, possiamo solo prenderne parte e far capire agli oppressi, ovunque siano, di qualsiasi credenza religiosa, che solo prendendo il potere possono cambiare la storia e metter fine per sempre allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e iniziare a edificare l'autogestione della società.

    Gabriele Ara

    Fonte

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    Commenti (2)

    La rivoluzione velata?

    I problemi sono almeno due: 1) Hamas ed Hezbollah non lottano contro il capitalismo, nè "contro l'imperialismo", ma contro Israele e gli imperialismi occidentali; 2) con movimenti che impongono il velo, cioè la schiavitù, alle donne, i rivoluzionari non possono avere nulla a che fare, pena la disfatta ab origine di qualunque tentativo rivoluzionario.

    (14 Novembre 2006)

    s.b.

    sbehare@tiscali.it

    il/la rivoluzionario/a velato/a?

    Caro o cara s.b., è evidente che il nesso delle parole del mio intervento non ti è apparso chiaro, forse sei fra quelli che al solo leggere Hamas o Hezballah gli si incrociano gli occhi e non capisce più nulla..o più probabilmente l'hai solo letto frettolosamente. Perciò ribadisco il mio pensiero. Dire che Hezbollah ha fatto appello alle forze anti imperialiste non significa darle il rango di partito anticapitalista, socialista ma significa constatare da che parte stanno cercando alleati, non sono un partito rivoluzionario nè forse potranno diventarlo ma il loro ruolo oggettivamente antiimperialista a dato un forte segnale alle masse arabe, ha dimostrato che si può resistere e ha dato loro grande popolarità, diventando un importante riferimento. In secondo luogo la questione del velo è abbastanza delicata, da un lato è un simbolo tradizionale, religioso e dall'altro è una reazione alla estrema mercificazione delle donne che avviene nei paesi occidentali, e anzi quets'ultimo fattore rafforza il primo. La questione del velo comunque viene ingigantita troppo, dove nel mondo, velo o non velo, le donne sono trattate esattamente come gli uomini e hanno le stesse possibilità? La libertà delle donne è un fine tanto ampio, importante e grandioso che ridurre tutto al velo mi sembra riduttivo. Soprattutto pensando alla dilagante violenza sulle donne presente in Italia! che a mio modo di vedere è un fenomeno ben più tragico. Alla fine comunque la questione delle questioni è questa, i comunisti si possono permettere di denunciare alle masse libanesi e palestinesi i partiti islamici proprio perchè hanno una forte impronta islamica, alla luce della loro dimostrazione di indipendenza dall'imperialismo? la teologia dela liberazione non ci è più simpatica dal momento che ha in mano il corano invece dei vangeli? solo con la lotta al comune nemico si può guadagnare il privilegio di muovere critiche, e noi ora non abbiamo tale privilegio. Un tale atteggiamento, di negazione del ruolo di Hamas e Hezbollah, tra l'altro rafforzerebbe l'ideologia idiota e razzista dello scontro di civiltà e separerebbe le masse di quei paesi che ora, per il momento, si esprimono, e appoggiano, attraverso quei partiti. spero di aver chiarito meglio la mia opinione, cordiali saluti

    (16 Dicembre 2006)

    G. A.

    toore@tiscali.it

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