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FARC-EP: la Colombia intera chiede soluzioni politiche!

(14 Ottobre 2006)

1. Le unità fariane incaricate di verificare la smilitarizzazione dei municipi di Florida e Pradera sono in posizione. Aspettano solo il decreto presidenziale ed il ritiro della forza pubblica per dare inizio alla loro missione.

2. Anche i Comandanti Fabián Ramírez, Carlos Antonio Lozada e Felipe Rincón, rappresentanti plenipotenziari delle FARC per lo scambio di prigionieri, sono pronti.

3. E’ importante che il governo unifichi le opinioni dei suoi portavoce al fine di dare credibilità al processo in gestazione.

4. Il governo deve definire se la sua interlocuzione è con un’organizzazione sollevatasi in armi contro lo Stato o con terroristi; in questo modo, l’opinione nazionale e la comunità internazionale avranno la sufficiente delucidazione per determinare la loro presenza.

5. Essendo le FARC un’organizzazione sollevatasi in armi, e non esistendo accordo di pace alcuno con lo Stato, i nostri rappresentanti presenziaranno armati e con i propri dispositivi di sicurezza.

6. Se si darà lo scambio, sarà principalmente una conseguenza della gran mobilitazione di massa nelle campagne e città e non per volontà del governo, dato che la forza pubblica ha fallito nella sua ossessione di riscattarli, cosa che ha portato alla richiesta di dimissioni di alti ufficiali.

7. I prigionieri di guerra sono in potere tanto del governo come delle FARC. Perciò noi consegneremo quelli che abbiamo e riceveremo i guerriglieri attualmente detenuti.

8. Come segnalato il 1 ottobre, una volta culminato questo processo ci saranno possibilità di addentrarci a cercare congiuntamente cammini di riconciliazione. Lo sforzo condotto nel Caguán ha disgustato, nella loro meschinità, molti nemici della soluzione politica, non per il suo deplorevole fallimento ma per la concezione e le proposte difese dalle FARC.

9. Tutte le esperienze realizzate costituiscono oggi referenti ineludibili, quali parte della nostra storia patria.

10. Ad alcuni portavoce dell’attuale governo disgusta il fatto che durante il processo Pastrana-FARC, nel Caguán, si siano asfaltate, di comune accordo con le autorità locali, strade di San Vicente, siano stati costruiti 40 ponti e 500 chilometri di strada (La Sombra Macarena-Llanos del Yarí, Cristalina, la Ye, San Juan del Losada-Rubí-La Julia, la Ye-Llano Aguanto, La Sombra-La Batalla e la Tunía), siano stati migliorati centinaia di cammini e diversi campi sportivi, che siano sostanzialmente diminuiti il crimine ed i furti e che sia cresciuto vigorosamente il commercio a San Vicente. A Questi personaggi vogliamo ricordare che, con o senza smilitarizzazioni, in questi 42 anni siamo cresciuti incessantemente. Sarà tutto questo ciò che non vogliono si ripeta? Sarà per questo che non vogliono altri Caguán? Sono passati oltre 4 anni di guerra di questo governo, ed in quei territori non hanno costruito neanche un chilometro di strada, e men che meno l’hanno riparata. Sottomettono la popolazione civile a razioni da fame, miseria e morte, e innumerevoli villaggi e vaste regioni sono totalmente abbandonati sotto l’impero del terrore delle Brigate Mobili e dei Battaglioni ufficiali.
La Colombia intera chiede soluzioni politiche. Il governo ha la parola.

Montagne della Colombia, 5 ottobre 2006

Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP

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