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No all'ennesimo taglio delle pensioni. No all'aumento dell'eta' pensionabile

Per una assemblea nazionale delle delegate e dei delegati RSU

(17 Ottobre 2006)

Cgil-Cisl-Uil e governo hanno sottoscritto un memorandum per la riforma del sistema previdenziale in cui si definiscono gli obbiettivi relativi all'aumento dell'età pensionabile e la riduzione del coefficiente di calcolo in relazione all'età.

Con la firma del "Memorandum" si anticipa di fatto la conclusione di un confronto che ha come obiettivo condiviso un nuovo e pesante taglio delle pensioni, per altro già anticipato da questa finanziaria con l'aumento dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori, e con lo scippo del Tfr (in parte da destinare alle pensioni integrative ed in parte destinato a finanziare le spese dello Stato).

Con la firma di questo "Memorandum", e con le disponibilità in esso contenute, Cgil-Cisl-Uil hanno agito senza nessun mandato, né di organizzazione, né tanto meno delle lavoratrici e dei lavoratori che mai sono stati consultati su questa materia.

Riteniamo grave quanto è avvenuto:

Come troppo spesso succede ancora una volta è stata mortificata la volontà dei lavoratori per una partecipazione alle scelte che li riguardano direttamente

Ancora una volta si apre a politiche che mortificano il sistema previdenziale pubblico, abbassando i rendimenti e allungando l'età pensionale, e proponendo come unica soluzione lo sviluppo delle pensioni integrative i cui limiti sono ormai palesi e che rappresentano un'ulteriore salasso sulle retribuzioni dei lavoratori.

Chi ha detto che bisogna tagliare le pensioni ?

Basta guardare i bilanci dell'Inps per sapere che il Fondo dei lavoratori dipendenti presenta un attivo annuo di oltre 2 miliardi. Sui conti dell’Inps pesano invece i fondi in deficit (trasporti, elettrici, telefonici, dirigenti d’azienda, artigiani, commercianti, agricoltori), le spese assistenziali che dovrebbero essere sostenute dalla fiscalità generale, ma vengono invece anticipate dall’Inps (Gestione degli interveti assistenziali) o quelle che derivano da un uso improprio della spesa previdenziale: prepensionamenti per favorire le ristrutturazioni aziendali, espulsione precoce dei lavoratori “maturi” per favorire lo “svecchiamento” della manodopera ecc.

Non dimentichiamoci poi dell'enorme evasione previdenziale per decine di miliardi, una enorme massa di crediti (38,49 miliardi nel 2006) che costituiscono un prestito erogato alle aziende debitrici, la sottocontribuzione di numerose categorie (autonomi, agricoli, parasubordinati, ecc.).

Ben altre dovrebbero quindi essere le risposte da dare all'obiettivo di garantire un maggiore equilibrio dei conti Inps:

Separazione completa fra previdenza e assistenza, omogeneizzazione di contribuzioni e prestazioni, separazione dei fondi speciali in forte passivo, lotta all’evasione ed elusione, recupero dei crediti e, da non sottovalutare, una più decisa lotta contro la precarietà del lavoro che inevitabilmente comporta anche una forte e crescente precarietà nella copertura previdenziale.

Su queste cose si può e si deve urgentemente aprire una vera discussione nel mondo del lavoro per una piattaforma in difesa della previdenza pubblica e per un suo rilancio.

Anche in questo senso il "Memorandum" firmato da Cgil Cisl e Uil non ci convince. Con le disponibilità in esso contenute (che già prefigurano l'accordo che i sindacati si sono impegnati a raggiungere entro marzo 2007) si accetta di fatto una politica che interviene sulle pensioni solo per fare cassa, che non interviene sui veri problemi aperti, che finisce per ridurre l'unica risposta sindacale allo sviluppo delle pensioni integrative.

Come delegati Rsu e come lavoratori

chiediamo quindi che le organizzazioni sindacali ritirino la firma, sospendano l'avvio di qualsiasi confronto in materia previdenziale, aprano al più presto una vera discussione nei luoghi di lavoro fino alla definizione di una piattaforma condivisa ed al successivo mandato vincolante da parte dei lavoratori.

Proponiamo quindi a tutti quanti si riconoscono in queste osservazioni di lavorare assieme per la costruzione di un'assemblea nazionale di delegate/delegati Rsu e quadri per chiedere che nessuna trattativa sia avviata senza che sia stata prima definita una piattaforma discussa e condivisa da tutti i lavoratori.

Per queste ragioni proponiamo come primo appuntamento per preparare i prossimi appuntamenti fino all'assemblea nazionale, un incontro nazionale a Bologna per il prossimo 23 ottobre (seguiranno indicazioni operative).

Per adesioni info@coordinamentorsu.it

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