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(Di lavoro si muore)

Revocato il licenziamento del ferroviere che protestò per «l'uomo morto»

(18 Ottobre 2006)

Dante De Angelis è macchinista da 25 anni. E, dopo una battaglia durata quasi un anno e diversi scioperi, tornerà a fare il ferroviere nel deposito locomotive di Roma S.Lorenzo: Trenitalia ha infatti deciso di revocarne il licenziamento. «La decisione aziendale è maturata a seguito delle forti proteste e dei numerosi scioperi seguiti al provvedimento aziendale del 10 marzo scorso» spiega un comunicato dell'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri, che fin dal primo momento ha contrastato il licenziamento perché ritenuto «ingiusto, illegittimo e persecutorio».

«Oggi abbiamo finalmente ottenuto giustizia per noi e per l'intero mondo del lavoro, in quanto viene chiarito l'attacco ai più elementari diritti democratici e dei comportamenti di autotutela in tema di sicurezza».

Sicurezza infatti è la parola chiave di tutta questa vicenda. Impegnato nel sindacato Orsa, delegato per la sicurezza eletto dai lavoratori, Dante De Angelis è uno degli otto firmatari dell´esposto-denucia per il disastro ferroviario di Crevalcore (17 morti in seguito a lo scontro fra due treni) e tra i promotori degli scioperi per la sicurezza che ne sono conseguiti. Ma soprattutto da anni è in prima linea nella battaglia contro l´introduzione del famiggerato e contestato "uomo morto".

Proprio per questa battaglia era stato licenziato da Trenitalia a marzo: De Angelis si era infatti rifiutato di salire su un Eurostar sul quale era attivo il famigerato Vacma, acronimo che sta per «vigilanza automatica e controllo del mantenimento dell´attenzione». Il cosiddetto "uomo morto" dato che si tratta di un pedale che il macchinista di un treno deve tenere sempre premuto e rilasciare per un attimo ogni 55 secondi per dimostrare di essere «sempre vigile». Insomma di non essere morto.

Contro il Vacma, introdotto sui treni italiani da qualche anno, si battono da tempo i sindacati dei ferrovieri perché produce stress e soprattutto perché sarebbe controproducente: «Abbassa il livello di sicurezza della circolazione ferroviaria in quanto richiamando, ogni 55 secondi, l´attenzione del macchinista all´interno della cabina di guida, lo distoglie dalle segnalazioni, fondamentali per la sicurezza, che provengono dalla linea e comunque dall´esterno della cabina di guida» spiegano dall´Orsa.

Molte Asl italiane e alcune sentenze di tribunale già hanno vietano il dispositivo. Ma fino ad oggi il pedale della discordia è rimasto comunque su molti treni del Belpaese.

be.mo.- L'unità 18.10.06

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