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(6 Giugno 2010) Enzo Apicella
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    Lettera aperta sulla manifestazione del 18 novembre a Roma (e su quella di Milano)

    (28 Ottobre 2006)

    Care compagne e cari compagni,

    la manifestazione nazionale del 18 novembre a Roma si avvicina. Come sapete, il percorso politico che abbiamo scelto è, come sempre, improntato alla trasparenza ed alla partecipazione. Per questo motivo, l’appello definitivo per la manifestazione uscirà dalla discussione all’assemblea nazionale che si terrà domenica 5 novembre a Firenze (Dopolavoro Ferroviario, via Alemanni 5, vicino alla stazione centrale, alle ore 10.00).

    I punti qualificanti della mobilitazione sono quelli indicati dall’assemblea nazionale dello scorso settembre, e vanno dalla piattaforma “storica” delle manifestazioni a fianco del popolo palestinese alla denuncia chiara e netta della complicità italiana con l’occupazione sionista, in particolare rispetto all’accordo di cooperazione militare Italia-Israele di cui chiediamo l’abrogazione. La situazione che si è determinata nell’area mediorientale, inoltre, rende necessaria l’accentuazione del nostro sostegno al diritto di resistenza dei popoli palestinese e libanese contro la perdurante aggressione israeliana, disvelando la reale natura ed i rischi connessi alla risoluzione 1701 ed all’invio di contingenti militari occidentali non sul confine fra Libano e Israele, ma in profondità all’interno del territorio libanese, con l’obiettivo di ostacolare e neutralizzare le forze della resistenza libanese.

    E’ necessario che l’assemblea di Firenze e la manifestazione di Roma siano – come è stato in tutti questi anni – momenti di espressione del movimento di solidarietà con il popolo palestinese, con il preciso obiettivo di impedire che il dramma di quel popolo venga cancellato dall’agenda politica italiana. La giornata del 18 novembre non è stata scelta a caso: si colloca, infatti, nell’ambito delle manifestazioni indette in Palestina ed in tutto il mondo dalla Campagna Palestinese contro il Muro dell’Apartheid, di cui la nostra iniziativa è da sempre pienamente partecipe e di cui, coerentemente, assumiamo le indicazioni politiche, a cominciare dall’invito al boicottaggio dell’economia di guerra israeliana ed a quello per il disinvestimento dalle aziende che collaborano con essa. Quella che chiamiamo La campagna “O le sanzioni, o il boicottaggio” è dunque il contributo degli amici italiani del popolo palestinese all’iniziativa internazionale più volte promossa in diverse sedi, compresi i Forum Sociali Mondiali ma che in Italia è stata sempre ostacolata e ostracizzata in mille modi.

    Invitiamo ad inviare le adesioni per il 18 novembre a palestinalibera2006@libero.it e ad attivarsi per la promozione della manifestazione in tutte le città, particolarmente laddove gli Enti Locali abbiano posto in essere accordi di cooperazione con entità israeliane. Parimenti, è importante organizzare da subito la partecipazione alla manifestazione, con i pullman o prendendo accordi con Trenitalia nei diversi comparti ferroviari. Il 18 novembre, per venire a Roma, non troverete treni o pullman già pagati dai partiti, dagli enti locali o dai sindacati su cui limitarsi a salire. In questi anni abbiamo potuto e voluto contare sulle nostre forze per assicurare il massimo di indipendenza politica ai contenuti e alle gestione delle iniziative.

    Immaginiamo già sappiate, che il cartello di forze politiche e associazioni che fa riferimento al “governo amico” (“Forza ONU” per intenderci) ha indetto una manifestazione nazionale “per la pace e la giustizia in Medio Oriente” lo stesso 18 novembre, ma a Milano. Oltre a confermare la loro profonda scorrettezza metodologica, i promotori di quella manifestazione ribadiscono la loro incrollabile equidistanza fra gli aggrediti e gli aggressori, fra gli occupanti e gli occupati: è sufficiente leggere il loro appello di convocazione per rendersene conto, e comunque questo non rappresenta per noi una novità. E’ significativo su questo, quanto ha scritto recentemente Jean Bricmont: “…Né con Bush né con Saddam, Né con Olmert né con Hamas e così via… Questo ragionamento presenta diverse false simmetrie. Prima di tutto in ognuna di queste guerre c’è un aggressore e un aggredito. Mettere i due sullo stesso piano significa abbandonare qualunque nozione di sovranità nazionale. Inoltre il potere e la capacità di nuocere delle due parti non sono paragonabili” (Le Monde Diplomatique, settembre 2006, pag.2)

    Le due piattaforme di Roma e di Milano sono alternative, lo sono state in questi anni e probabilmente continueranno ad esserlo sui nodi di fondo (dal diritto al ritorno dei profughi palestinesi al diritto alla resistenza contro l’occupazione, dalla definizione dei confini dello Stato Palestinese Indipendente al giudizio sul sistema politico-sociale di Israele)..
    Indulgere a tentazioni compromissorie, ci pare un esercizio inutile per il movimento e per lo stesso popolo palestinese che vede i suoi documenti, i suoi appelli, le sue elaborazioni da anni continuamente e sistematicamente stravolti e adeguati in nome delle esigenze e dei recinti consentiti dalla “politica” italiana.:

    Gli amici della lotta di liberazione della Palestina e i sostenitori della pace - ma con giustizia - in Medio Oriente scendono in piazza il 18 novembre a Roma. Ci vediamo a Firenze il 5 novembre per discuterne.

    Buon lavoro a tutte e tutti.

    p. il Forum Palestina
    Sergio Cararo e Germano Monti

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