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(20 Agosto 2010) Enzo Apicella
L'esercito usa si ritira dall'Iraq

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No all'"europacifismo", il nemico e' in casa nostra

(1 Ottobre 2006)

Il movimento italiano contro la guerra è ormai allo sbando. Una vera débâcle tanto sul piano dei contenuti che su quello della partecipazione di massa. "Pezzi pesanti" del pacifismo (ARCI, CGIL e CISL, Tavola della Pace, ecc.) hanno dato il loro pieno avallo all'intervento militare italiano in Libano, arrivando persino ad inscenare il 26 agosto ad Assisi una manifestazione a favore della missione militare, vergognosamente aperta da uno striscione che inneggiava: "forza ONU!"

Questo avallo fa il paio con il voto sostanzialmente monolitico col quale la "sinistra" della coalizione di Governo (PRC, PdCI, Verdi e sinistra DS) in piena sintonia col centro destra ha appoggiato prima il rinnovo della presenza militare in Afghanistan, e poi la missione libanese (sulla quale - per inciso - il Parlamento ha votato molti giorni dopo l'invio delle truppe, senza che nessun "democratico" si sia minimamente scandalizzato). Un SI unanime alle missioni, fatta eccezione per una manciata di voti contrari nel caso dell'Afghanistan, espressi col solo scopo di salvare la faccia, giacché costoro hanno sin nelle dichiarazioni iniziali escluso ogni ipotesi di ritirare il proprio appoggio al Governo.

Ora, è evidente che il declino del movimento no-war viene da lontano. Dal nostro punto di vista esso si è palesato già il 6 aprile del 2004, giorno dell'ormai nota "prima" battaglia sui ponti, quando i soldati italiani spararono sulla folla nel più completo silenzio del pacifismo nostrano. Il fatto è che nei cortei pacifisti, sin dall'inizio ha prevalso un contenuto di condanna della potenza americana e del suo unilateralismo, nell'auspicio di una ripresa di ruolo da parte di ONU e UE, nonché di un affrancamento dell'Italia dagli States. Ci si è spinti a dire che l'Italia partecipava all'occupazione coloniale dell'Iraq non per propri interessi (vedi ENI), ma per mera subalternità agli USA. Ora, è chiaro che chi non riconosce come imperialista la propria borghesia, prima o poi finisce per appoggiarne la politica estera, interventi militari inclusi. Basta che il governo di turno si presenti come “portatore di pace” e non risulti totalmente appiattito sulla linea della Casa Bianca.

La missione in corso in Libano sembra avere tutte le caratteristiche auspicate dalle più importanti organizzazioni pacifiste. E' una missione dell'ONU ed alla sua guida ci sono 2 potenze europee: Italia e Francia, rispettivamente primo esportatore e primo creditore nei confronti del Libano. Peraltro, la Francia ha un lungo passato di dominio coloniale sul Libano, che a tutt'oggi considera la sua porta d'accesso al Medio Oriente. Ma che queste potenze mandino i militari in Libano per difendere i propri interessi strategici e non "per umanitarismo" è cosa ovvia e, del resto, anche esplicitamente dichiarata da Napolitano e Prodi. Come dimostra del resto l'intervento dell'ONU in Libano dell''82, in discussione non è se il Medio Oriente debba continuare a essere sfruttato ed oppresso, la questione è da chi e quanto della torta debba toccare a ciascuno.

Pertanto che l'accordo che ha dato il via al questa missione debba essere letto più come un successo europeo in funzione antistatunitense, o che invece rappresenti al contrario una mediazione favorevole agli USA ed a Israele (che forse tenteranno di usare l'accordo per uscire dall'impasse imposto militarmente da Hezbollah), è una questione sulla quale probabilmente solo il futuro potrà darci una risposta definitiva. Ma il punto è che è in atto il tentativo di una nuova spartizione del Mondo – Medio Oriente compreso – tra le grandi potenze. Un progetto che non può non vedere il ritorno in campo dell'ONU, sede della mediazione degli obiettivi delle principali potenze e che comporta il mantenimento dell'oppressione sociale e politica delle masse dell'area, nonché l'eliminazione di qualsiasi fattore di disturbo. Non a caso USA e UE hanno portato avanti in modo unitario l'attacco al governo palestinese guidato da Hamas, attraverso un boicottaggio internazionale che ha portato la popolazione palestinese alla fame, e promuovono ora l'ipotesi di un governo di unità nazionale assieme al docile Abu Mazen.

Palesemente contraddittoria è quindi la posizione di chi sostiene che si debba appoggiare qualunque interesse differente da quelli di USA ed Israele, indipendentemente dalla natura di tale interesse. Coloro che intravedono nell'attuale azione del Governo italiano elementi di novità in politica estera, nascondono il fatto che l'atteggiamento presuntamente più filo-arabo di Prodi e di D'Alema è comunque volto a guadagnare spazi di agibilità all'imperialismo italiano nell'area.

Non si tratta quindi ora, in Italia, di premere sul governo perché sia più conseguente nel suo “affrancamento” dagli States, ma si tratta invece di denunciarlo, evidenziando gli interessi che esso rappresenta. Va detto chiaramente che sul piano della politica estera è evidente che gli obiettivi di fondo degli esecutivi di centro sinistra e di quelli di centro destra, al di là dell'atteggiamento più filo-americano di quest'ultimo, sono gli stessi. Non a caso, rispetto alle missioni internazionali, il voto bipartisan è ormai la regola ed i comportamenti sono i medesimi (vedi Somalia, Kosovo, Afghanistan, e ora Libano - e persino nel caso dell'Iraq, dopo tante chiacchiere. la sostanza è stata la stessa).

Così come va ribadito che anche sul piano della politica interna centro destra e centro sinistra rappresentano varianti politiche di questi stessi interessi. E' ormai ammesso chiaramente da vari esponenti dell'Esecutivo che neppure le 3 leggi simbolo del Governo Berlusconi, la Bossi-Fini sull'immigrazione, la Moratti e la Legge 30 verranno abolite. In questi giorni il Ministro del Lavoro, il DS Damiano, rifiuta ogni trattativa e ogni forma di riconoscimento politico dei legittimi rappresentanti dei lavoratori di Atesia, proprio nel corso in una delle lotte più importanti degli ultimi anni sul fronte antiprecarietà. DPEF e la nuova gigantesca manovra Finanziaria – da 30.000 miliardi – sono un attacco programmato a salari, pensioni e spese sociali, e la lista potrebbe continuare.

Si tratta quindi, a nostro parere, di demistificare il verbo antiamericano, europeista e, sostanzialmente, nazionalista che paralizza il movimento italiano contro la guerra e lo rende subordinato al centro sinistra, a questo Governo e in ultima analisi all'imperialismo italiano. E si tratta di lavorare per portare queste posizioni tra i lavoratori – almeno tra i settori più avanzati e combattivi - denunciando chiaramente che politica estera e politica interna, e quindi guerre ed attacco ai salari, sono due facce di una stessa medaglia, e non è possibile difendere efficacemente le proprie condizioni senza la capacità di rompere con il clima di unità nazionale e con la difesa dell'interesse italiano sullo scenario internazionale.

Come strutture e singoli compagni di alcune città italiane (Roma, Milano, Torino, Genova, Pavia) vogliamo confrontarci con tutte le realtà di compagni e di lavoratori autorganizzati che condividono le questioni da noi poste, per avviare un lavoro in questa direzione.

CONTRO LA MISSIONE MILITARE ONU IN LIBANO E CONTRO TUTTE LE MISSIONI ITALIANE !

A FIANCO DELLA RESISTENZA DEL PROLETARIATO E DELLE MASSE POVERE MEDIORIENTALI.

NESSUN APPOGGIO ALLA POLITICA ESTERA DELL'ITALIA E CONTRO IL GOVERNO PRODI!

CONTRO LE CAMPAGNE ANTISLAMICHE CHE IN OCCIDENTE PUNTANO A DIVIDERE I LAVORATORI: ITALIANI ED IMMIGRATI, UNA E' LA LOTTA DEGLI SFRUTTATI!

• 30 settembre: manifestazione nazionale contro tutte le missioni militari italiane
Roma, P.za della Repubblica, ore 15.00

• 29 settembre: manifestazione nazionale dei call center contro la precarietà
Roma, P.za della Repubblica, ore 17,00

• 1 ottobre: manifestazione degli immigrati
Roma, P.za della Repubblica, ore 17.00

GCR - Gruppo Comunista Rivoluzionario - lav_com@tin.it
Pagine Marxiste - redazione@paginemarxiste.it
Comitato di Lotta Internazionalista (TO) - http://www.lottainternazionalista.org
Corrispondenze Metropolitane – cmetropolitane@yahoo.it
Un gruppo di compagni di Roma - via Efeso

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